Lezioni di architettura

Ricordiamo il maestro Luigi Caccia Dominioni, da poco scomparso, con un recente articolo che Domus ha pubblicato in occasione dei suoi 100 anni, incontrandolo per leggere insieme i dettagli di alcuni suoi edifici milanesi, diventati oggi limpidi esempi di buon costruire.

Questo articolo è stato pubblicato su Domus 981, giugno 2014.

  Molto si conosce del lavoro dell’architetto milanese Luigi Caccia Dominioni, molte sono le pubblicazioni che ne analizzano le grandi capacità di ‘piantista’, ma sul suo lavoro c’è ancora tanto da dire.

L’ACQUA. Il corpo architettonico è progettato in modo meticoloso e dettagliato per proteggersi dalle intemperie. Come i bravi progettisti sanno, l’acqua – le infiltrazioni e le acque acide – è uno dei problemi maggiori dell’architettura. Le architetture di Luigi Caccia Dominioni trasformano questi problemi in elementi di progetto che determinano la forma dell’edificio e il disegno delle facciate. Abbiamo gronde ingigantite, pluviali incassati negli angoli, sapienti lavori dei lattonieri, raffinate coperture degli ingressi, rame per le coperture, intelligenti sagomature e fresate sulle pietre, un gioco ad allontanare più velocemente possibile le acque piovane. A sinistra: il loggiato grigliato nella facciata del Convento e Istituto della Beata Vergine Addolorata di Via Calatafimi 10. A destra: dettaglio che illustra la relazione tra i due corpi architettonici e le diversità di gronda nell’edificio di via Santa Maria alla Porta 11

Se l’analisi delle piante ha messo in evidenza lo stretto rapporto che Caccia Dominioni ha avuto con i committenti privati, l’osservazione dell’esterno delle sue architetture ne mette in risalto il rapporto di collaborazione stretta con la maestranze e gli artigiani: un lavoro a più mani volto a risolvere in modo duraturo e funzionale i molti problemi in cui un corpo architettonico si può imbattere nel tempo.

Nella foto sopra, si scorge il punto di incontro con l’edificio progettato da Vico Magistretti, grande amico di Caccia Dominioni.

È proprio grazie a questa sua attenzione per i dettagli costruttivi – al loro sapiente disegno, all’accuratezza della messa in opera e alla scelta attenta dei materiali – che gran parte dei suoi edifici gode ancora oggi di un ottimo stato di conservazione. Il felice esito del rapporto intrattenuto con le maestranze diventa inoltre per Caccia Dominioni manifesto di un’eccellenza del costruire e quindi garanzia di nuove commesse.

IL SOLE. La luce solare è il secondo elemento su cui Caccia Dominioni pone grande attenzione, anche in questo caso trasformando un problema in risorsa utile al progetto. Le tende diventano veri schermi mobili atti a garantire un comfort termico e rendere viva e animata la facciata dell’edificio: principalmente a rullo, vengono accolte in appositi alloggi di rame posti sopra i serramenti. Spesso articolate con braccia curvate, si mettono in opera con inaspettate gestualità. Quando i tendaggi non sono usati, vengono messi a riposo integrandosi perfettamente nel profilo architettonico. A sinistra: dettaglio delle tende di protezione per il sole nella facciata dell’edificio di corso Italia 22-24. A destra: l’insolita curvatura delle braccia che arrotondano le tende nell’edificio di via Santa Maria alla Porta

In queste pagine abbiamo provato a leggere, con la gentile complicità dell’architetto, le differenti parti dei suoi edifici milanesi seguendo quattro temi di lavoro: il comportamento progettuale nei confronti del problema dell’acqua meteorica, le soluzioni per riparare dal sole, le modalità di relazione tra interni ed esterni, e infine il modo di fronteggiare i problemi causati dall’umidità del terreno.

Luigi Caccia Dominioni in un disegno di Roberto Sambonet

Sono temi ricorrenti su cui tutti i progettisti si dovrebbero confrontare quotidianamente, ma che, proprio negli ultimi anni, sono stati messi in secondo piano rispetto a banali ricerche sulla forma: per questa ragione, in molti casi è venuto meno il sodalizio con i costruttori, regalando ai tecnici il ruolo di referente principale.

LA VISTA. Le traiettorie dello sguardo dall’edificio verso l’esterno sono un ulteriore elemento di progetto. Importanti quanto gli spostamenti in pianta, le viste rispondono a strette regole funzionaliste ma allo stesso tempo, in facciata, danno luogo a nuove invenzioni formali e costruttive. I serramenti, intradossati o estradossati grazie alla collaborazione di sapienti artigiani, vengono reinventati tipologicamente. A sinistra: dettaglio di un’apertura nell’edificio di corso Europa. A destra: una collezione di invenzioni strutturali nella facciata di metallo e vetro dell’edificio per uffici di corso Europa 10

L’adozione di questa chiave di lettura e la selezione dei progetti che abbiamo effettuato non deve però impedirci di mettere nel dovuto risalto la grande capacità di Caccia Dominioni di relazionarsi con il contesto grazie ad adeguate scelte di materiali e colori, peculiarità che ne ha sicuramente caratterizzato il lavoro, ma non in maniera vincolante: le case ad Arenzano e i progetti engadinesi ne sono prove evidenti.

A TERRA. Gli edifici di Caccia Dominioni non toccano terra, bensì partono da terra. Con la consapevolezza del vero costruttore, egli riesce a tenere lontana l’umida terra sfruttando il tema dell’aerazione e illuminazione delle cantine e dei parcheggi: progetta rubuste griglie metalliche mimetizzandole al verde tappezzante dei giardini. Come da tradizione, questi edifici a terra si difendono grazie a rivestimenti in pietre locali lavorate con grande fantasia e invenzione: rigate, bocciardate, puntinate, fiammate. A sinistra: A sinistra: il dettaglio dell’ingresso dell’edificio di via Santa Croce 3. A destra: dettaglio dell’ingresso di servizio nell’edificio di corso Europa

Oggi, in assenza di un vero manuale dell’architetto, questi stessi edifici possono diventare una lezione d’architettura, veri e propri atlanti di dettagli tecnici en plein air pronti all’uso, per occhi curiosi. Non si tratta di “dettagli tecnici”, ma di soluzioni di buon senso che non forzano mai la mano all’artigiano e che diventano pure invenzioni proprio grazie alla forza del saper fare. Il dettaglio viene sempre risolto con una certa naturalezza, perché ogni scelta ha come obbiettivo finale la realizzazione di un pezzo “a regola d’arte”.

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A sinistra: le griglie di aerazione dei garage e delle cantine, mitigate da piante tappezzanti, diventano un tema ripetuto nei progetti dell’architetto, garantendo luminosità alle parti interrate e allo stesso tempo aiutando a rendere meno umido l’attacco dell’edificio al terreno. A destra: l’ingresso della torre interna alla corte, nel complesso residenziale di corso Italia