Cento anni di libertà

Volker Staab, fondatore di Staab Architekten, racconta il progetto di ampliamento del Bauhaus, dando voce allo spirito con il quale sarà posata un’altra pietra fondamentale dell’architettura.

Cento anni di libertà
Per la Germania intera la Bauhaus rappresenta un simbolo di libertà e cultura da difendere e tramandare alle nuove generazioni. Per il centenario della storica scuola ricadente nel 2019, il Bundestag, il parlamento tedesco, supporterà una serie di attività di promozione a sostegno delle tre istituzioni legate al nome Bauhaus: Stiftung Bauhaus Dessau (Fondazione Bauhaus di Dessau), Klassik Stiftung Weimar (Fondazione originaria di Weimar) e Bauhaus-Archiv / Museum für Gestaltung di Berlino (Archivio Bauhaus / Museo per il design). In relazione a quanto programmato, si è deciso di indire un concorso di progettazione, con lo scopo di ampliare la struttura di Walter Gropius realizzata a Berlino nel 1979 per il Bauhaus-Archiv. Il bando chiedeva di pensare a un’architettura concepita nel pieno rispetto dell’edificio esistente, ma con una connotazione simbolica piuttosto indipendente.
Cento anni di libertà
Staab architects: Bauhaus-Archiv / Museum für Gestaltung, Berlino
L’idea progettuale, che ha accolto in sé ogni punto richiesto dalla competizione mutandolo in qualità spaziale a vantaggio dei nuovi spazi del museo, è quella proposta dallo studio Staab Architekten. Una mostra allo stesso archivio di Berlino, che sarà oggetto di ampliamento, ha accolto un’esposizione che ha ben spiegato quali sono le prospettive per il futuro museo e in quali modalità avverrà l’espansione. Una torre trasparente scandisce i suoi livelli mediante marcapiani ed esili pilastrini e si erge su di un basamento, che è elemento di connessione fra l’entrata alle mostre e lo spazio aperto della corte. Der Hof (la corte) bilancia in orizzontale l’effetto verticale della torre, distribuendo la luce al livello più basso tramite un lungo taglio vetrato e conferendo pausa al percorso espositivo dislocato sui livelli superiori. La scelta di comunicare col contesto si esprime dapprima nella continuità tra spazio pubblico e plateau e poi con la giunzione della nuova fondazione a quella meno recente.
Cento anni di libertà
Staab architects: Bauhaus-Archiv / Museum für Gestaltung, Berlino
A causa delle numerose donazioni, che ogni anno accrescono la collezione Bauhaus, si è resa incombente un’organizzazione spaziale capace di poter allestire i materiali concernenti disegni, schizzi, modelli, tele, stampe, libri e oggetti prodotti da maestri come Mies van der Rohe, Walter Gropius, Wassily Kandinsky, Oskar Schlemmer, Paul Klee, Lazlo Moholy-Nagy, Johannes Itten e altri ancora. Non avendo la possibilità di mostrare la varietà creativa, frutto della nota scuola tedesca, il nuovo Museum für Gestaltung ha dovuto integrare esigenze sconosciute agli anni in cui W. Gropius disegnò il complesso presente, già copia riadattata del Bauhaus-Archiv di Darmstadt. La possibilità di tenere lezioni e workshop insieme con aree relax composte da shop e cafè rende la cultura un concetto allargato e dai confini illimitati.
Cento anni di libertà
Staab architects: Bauhaus-Archiv / Museum für Gestaltung, Berlino
Il centenario dell’istituzione ha reso possibile l’effettiva materializzazione di un progetto nato circa dieci anni fa, per cui fu indetto un concorso che valutò convincente la proposta dello studio SANAA di Tokio. La torre dello studio giapponese però non vide mai l’avvio dei lavori a causa di una mancanza di investimenti da dedicare al cantiere. Oggi la nuova competizione, datata giugno 2015, ha fortunatamente riportato la funzione di forum-centro educazionale nel luogo pensato per questo, l’impianto del ’79, dando spazio ad ogni attività necessaria al consueto svolgimento di un centro culturale. Volker Staab, fondatore di Staab Architekten, ha risposto ad alcune domande, che evitano interpretazioni estranee al progetto, dando voce allo spirito con il quale sarà posata un’altra pietra fondamentale dell’architettura.
Cento anni di libertà
Staab architects: Bauhaus-Archiv / Museum für Gestaltung, Berlino

Nicola Violano: Come avete affrontato la progettazione di un museo destinato a essere paragonato al simbolo storicamente e culturalmente istituzionale del Bauhaus?

Volker Staab: Il nostro obiettivo era lo sviluppo di un progetto che, pur nell’autonomia concettuale e formale, andasse a costituire naturalmente un complesso insieme con il preesistente Bauhaus Archiv di Walter Gropius e non cancellasse la presenza simbolica del vecchio edificio.

Nicola Violano: Dove si manifesta, nel nuovo progetto di ampliamento dell’Archiv berlinese, l’identità della scuola tedesca del Bauhaus?

Volker Staab: La nostra concezione della scuola del Bauhaus non è una lettura in termini formali ma piuttosto in termini funzionali. Una delle idee centrali del Bauhaus (quella della disseminazione, del dialogo e dell’esperienza) si esprime nella nuova torre vetrata destinata al dipartimento di formazione del museo, al laboratorio Internet e all’atrio delle manifestazioni. La struttura della torre è inedita, con i delicatissimi pilastrini lievemente ruotati che avvolgono l’edificio e permettono la realizzazione di un duplice intreccio di scale, consentendo di utilizzare al meglio le superfici della torre.

Cento anni di libertà
Staab architects: Bauhaus-Archiv / Museum für Gestaltung, Berlino

Nicola Violano: La torre si distingue per il suo carattere di apertura. È l’intenzione di contrapporre la levità della torre al contesto oppure il desiderio di aprire la torre verso l’esterno?

Volker Staab: Entrambi i concetti sono giusti. Il nostro scopo era il rafforzamento della presenza dell’edificio nel contesto della città e del carattere pubblico del luogo, creando contemporaneamente una nuova immagine del Bauhaus Archiv collegata al profilo seghettato dell’edificio preesistente.

Nicola Violano: Che parte hanno i futuri utenti nella realizzazione del progetto? Avete avuto modo, con i vostri collaboratori, di sperimentare qualche reazione del pubblico al progetto?

Volker Staab: I risultati del concorso sono stati discussi in una manifestazione pubblica e sono stati presentati in due mostre successive. C’è stato molto interesse per il progetto da parte del pubblico, che – a quanto ci risulta – il Bauhaus Archiv continuerà a consultare in manifestazioni periodiche nel corso della realizzazione del progetto.

Nicola Violano: Dal concorso del 2005, l’anno in cui avete affrontato la medesima sfida, come si sono evolute le vostre idee sul museo e quali sono le caratteristiche che hanno contribuito a farne il progetto vincitore?

Volker Staab: Nel 2005 il compito era un po’ differente. Il sito destinato alla nuova torre d’ingresso all’epoca doveva essere concepito come un palazzo per uffici destinato all’investimento. Con i profitti della vendita di questo immobile sarebbe poi stato finanziato un ampliamento degli spazi espositivi del Bauhaus Archiv.

Nicola Violano: Quali sono i futuri programmi istituzionali del Bauhaus e quanto tempo prenderà la realizzazione vera e propria del progetto?

Volker Staab: Abbiamo appena iniziato la fase della pianificazione. L’obiettivo è iniziare a costruire nel 2018.

© riproduzione riservata

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