Un frammento di città

Un edificio per uffici di giussaniarch a Milano, s’inserisce nel tessuto urbano con chiarezza formale e capacità di relazionarsi con il contesto diventando un riferimento per un’area periferica senza identità.

Un misterioso frammento, apparentemente neutrale, evanescente e muto nella sua pelle opalina: è ciò che si scorge avvicinandosi al grande edificio che giussaniarch (Roberto Giussani e Andrea Balestrero) ha realizzato a Milano, in via Siusi, zona Nord-Est della città, poco distante da Lambrate.

L’edificio è sede di uffici e di un centro di elaborazione dati ma questo è, di primo acchito, un dato secondario. Ciò che colpisce immediatamente è infatti la forza espressiva, data dalla decisione con la quale si inserisce in una parte di città che con sconcertante coerenza riassume tutti i tratti tipici della periferia milanese che si è costruita di fretta, senza attenzione e dove l’architettura è assente quanto lo spazio pubblico, esistente solo come mera conseguenza del disegno viabilistico e della burocratica divisione dei lotti.

giussaniarch, Edificio per uffici, Milano

In scenari simili, è l'architettura a reagire. E lo fa ponendosi in dialettica con lo scenario urbano che l’accoglie. La risposta, in questo caso è un forte senso di compiutezza sia dal punto di vista volumetrico che urbano ed è proprio la chiarezza formale a sottolineare una serie di relazioni interne all’edificio e con la porzione di città ad esso circostante.

Dal punto di vista dell’articolazione volumetrica, il varco aperto sull’asse di via Deruta riveste un duplice ruolo: da un lato quello di rivolgersi al parco Lambro e, dall’altro, in termini assai più immediati, quello di formare una vera e propria hall urbana. Si tratta di una sorta di “crisi” della facciata che sottolinea anche la critica all’idea di isolato così come è, capace di mettere in atto la potente e chiara intenzione di introiettare la dimensione urbana alla stregua di una grande anticamera all’aperto.

giussaniarch, Edificio per uffici, Milano

Ma non è tutto: il vettore che viene a determinarsi è la continuità del sistema Parco Lambro/corte interna dove trova collocazione un giardino pensile che svolge anche la delicata funzione di mettere in relazione le sequenze di spazi aperti con i necessari volumi tecnici, rendendo questi ultimi un’ottima risorsa per sorreggere un piccolo giardino segreto raggiungibile da una passerella metallica.

La corte interna è dunque un luogo prezioso e calmo, coerentemente con l’indole della tradizione milanese che vede la ricchezza delle corti nascoste all’interno dei palazzi contrapposta alla mancanza di piazze e di ampli luoghi di sosta, sempre capace di dimostrare come l’apparenza dell’architettura è necessariamente correlata al valore, all’indole, al senso dello spazio progettato.

giussaniarch, Edificio per uffici, Milano

È proprio lo spazio interno all’isolato a essere sottolineato in quanto luogo d’origine dell’ideale termine della linea di tensione sulla quale si innesta una sorta di gigantesco “perno cavo” costituito da un grande vuoto distributivo. È qui che il profondo corpo di fabbrica perde spessore in favore dell’importante scavo verticale esterno, raddoppiandone il senso internamente in un esplicito gioco di rimandi. Il vuoto distributivo a tutta altezza acquisisce così una scala del tutto urbana assumendo il rango di un macrosistema. Qui il linguaggio e l’aggettivazione degli interni trovano una declinazione molto intensa.

La recinzione esterna, costituita da una fitta successione di sottili tubolari bianchi, costituisce l’ideale e astratto basamento dell’edificio, trasformandosi e ripiegandosi in generose sedute che poggiano sulla pavimentazione del patio interno con motivi geometrici ottagonali. Solo una volta varcata la soglia – del tutto smaterializzata, il pavimento esterno prosegue all’interno – il visitatore scopre un mondo fatto di rampe, generosi ballatoi, serie di piani aperti sul vuoto, di scambi di vedute, di dialoghi a distanza, dove la banalità del percorso verticale tipica dell’edificio per uffici cede il passo a una articolata riflessione sul significato collettivo del luogo di lavoro.

giussaniarch, Edificio per uffici, Milano

Il guscio opaco e silente dell’edificio non affronta il ritmo tra pieni e vuoti della facciata intesa in senso classico, la pelle dissimula i tratti somatici dell’edificio. La retorica della “trasparenza su tutto” del pan de verre è finalmente accantonata e la facciata diventa un luogo di mediazione tra l’invaso spaziale interno (quanto più possibile privo di vincoli, in favore della massima flessibilità di usi) e la dimensione urbana: una membrana capace di scambiare con l’esterno luce e visioni, a seconda delle esigenze dettate dal comfort termico.

giussaniarch, Edificio per uffici, Milano

Non si tratta dunque meramente di un vero e proprio Verkleidung, – quello che Gottfried Semper chiamava il “travestimento” dell’edificio, fatto per mascherarne le fattezze. La superficie compatta costituita dalle lame di vetro serigrafate, ha il ruolo di delimitarne la superficie e di rendere il volume chiaro e perentorio; non è mai uguale a se stessa poiché la rotazione dei singoli moduli a seconda delle ore del giorno, ne modifica delicatamente alcune porzioni rendendola, di fatto, viva e dinamica. È in questo senso interessante rilevare come in estrema sintesi questo guscio, indifferente rispetto ai valori spaziali interni all’edificio, permetta di spostare l’attenzione dal problema della rappresentatività dell’edificio produttivo-terziario a quello della forza dello spazio in sé.

giussaniarch, Edificio per uffici, Milano

Anche per questo, il progetto ci ricorda quanto l’architettura sia obbligata a guardare la città, a quanto debba porsi come fatto affermativo; non come semplice esercizio della forma, non come conseguenza distratta e solipsista di un pensiero non più connesso con la città.

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Edificio per uffici, Milano
Tipologia: edificio per uffici
Architetto: giussaniarch
Progetto architettonico e d.a.: giussaniarch – Roberto Giussani, Andrea Balestrero
Collaboratori: Eugenio Feresin, Michele Nebuloni, Costanza Ronc
Committente: Mediobanca Innovation Services
Progetto illuminotecnico: Rossi Bianchi Lighting Design
Progetto del verde: Stefano Baccari
Progetto esecutivo strutturale e d.l.: Simete (Ing. Stefano Dalmasso)
Progettazione impiantistica: Prodim (Ing. Matteo Bo)
Antincendio: Studio Progess SRL (Ing. Giuseppe Amaro)
Coordinamento della sicurezza: M+ Associati
Impresa: Itinera Spa
Realizzazione delle facciate: Stahlbau Pichler Srl
Area: 4.960 mq
Completamento: 2014