Venezia 2014 sui social

Analizzando 50.000 post pubblicati in Rete tra giugno e novembre, Maria Novozhilova “tira le somme” di ciò che il pubblico dei social media ha scritto, pensato e commentato sulla Biennale di Koolhaas.

Il 23 di novembre ha chiuso i battenti, dopo 6 mesi, la 14. Biennale di Architettura di Venezia diretta da Rem Koolhaas. La chiusura di una Biennale è un evento generalmente trascurato. Tuttavia, è proprio partendo dalla fine e risalendo all’indietro, come un salmone contro corrente, che si può arrivare a un giudizio più completo di quello che è accaduto.

Biennale di Venezia 2014: i temi principali della discussione

L’apertura della Biennale è caratterizzata dai vincitori ufficiali della mostra. Un susseguirsi di Leoni d’oro e d’argento e menzioni speciali assegnati dalla giuria ai diversi padiglioni o progetti di ricerca. È un premio top-down che, per molti, rimane un punto di riferimento indiscutibile.

Tuttavia, è soltanto alla chiusura dell’evento che diventa possibile “tirare le somme”, magari anche attraverso la produzione di classifiche “spontanee”, bottom-up, basate sui commenti di chi alla mostra c’è stato durante questi mesi. Ovvero, sulle opinioni dei visitatori.

Biennale di Venezia 2014: le ragioni di un sentiment negativo/positivo

Molti, infatti, di quelli che hanno visitato la Biennale di Venezia  di persona hanno poi condiviso la propria esperienza, le rispettive preferenze e anche, perché no?, delusioni, sui canali social preferiti: da Twitter, a Faebook, a Instagram, passando per Google+ o YouTube. Altri, invece, si sono affidati più prosaicamente ai report sul web per farsi un’opinione, specie se risiedono dall’altra parte del globo. Complessivamente, i numeri sono tutt’altro che contenuti.

Solamente in lingua inglese, tra il 5 giugno e il 23 novembre, siamo infatti a circa 60.000 post o articoli, sulla base di quanto ci dice VOICES from the Blogs, spin-off e start-up dell’Università degli Studi di Milano che analizza il mondo virtuale giorno per giorno.

La prima notizia che emerge da quest’analisi delle social-preferenze è che quest’anno sono state le partecipazioni nazionali (47%) a conquistare il cuore dei visitatori. Mentre il 26,7% dei post discute espressamente degli spazi curati dal direttore Rem Koolhaas: il padiglione centrale “Elements of Architecture” e “Monditalia”. Il restante 26,3% parla dell’evento in modo generale.

Biennale di Venezia 2014: Giardini vs Arsenale

Che la Biennale di quest’anno sia piaciuta è un fatto. Ma anche le delusioni non sono mancate. Così, tra chi si esprime in Rete, della Biennale di Venezia 2014, è piaciuta soprattutto l’anima multidisciplinare (18,5%), che ha prodotto un dibattito oltre l’architettura, per coinvolgere la cultura, la politica, la storia. Molti hanno apprezzato gli eventi collaterali (13,5%) nel senso ampio del termine, ovvero tutte le attività legate alla Biennale anche fuori dalle porte dei Giardini e dell’Arsenale. All’opinione positiva ha contribuito, tra le altre ragioni, anche la “location” unica di Venezia. Apprezzato poi anche il logo (6,5%) e, più in generale, l’immagine grafica, i libri e i cataloghi della Biennale.

Biennale di Venezia 2014: social map dei Giardini

E, tuttavia, alcune aspettative sembrano essere state in parte tradite. Il commento provocatorio “Rem is dead?” (59,7%) si è riscontrato in più della metà dei commenti negativi. In modo meno accentuato, si registrano insoddisfazioni – più o meno marcate – verso i padiglioni nazionali (29,4%) e Monditalia (10,8%). 

Tra i due spazi maggiori della Biennale, quest’anno hanno attirato più attenzione (e più commenti) i Giardini (58,4%) rispetto all’Arsenale. In particolare, nel caso dei Giardini il leader assoluto del dibattitto è stato il Padiglione Centrale con i suoi “Elements of architecture”, la mostra curata da Koolhaas (15,5%). Segue il padiglione giapponese (6,6%) che supera – anche se di poco – il vincitore del Leone d’oro (ovvero il padiglione coreano). Poi ecco la Francia (6%), l’Australia (5,8%) e la Germania (5%). La partecipazione canadese (4,3%) e quella russa (3,5%), nonostante le loro menzioni speciali, rimangono in fondo al gruppo.

Biennale di Venezia 2014: social map dell'Arsenale

Nel caso dell’Arsenale, invece, nella “mappa social” troviamo al vertice il padiglione del Cile (31,3%), vincitore del Leone d’argento, che precede quello cinese (19,2%). Il grande spazio di “Monditalia” (19%), con i suoi molteplici progetti di ricerca, arriva invece solo terzo con un volume complessivo di menzioni che supera solo di poco il padiglione tedesco.

Che cosa si è detto, invece, più precisamente sugli spazi curati da Rem Koolhaas? Come già accennato, questi si sono aggiudicati poco più di un quarto delle menzioni complessive sulla Biennale. E si potrebbe discutere a lungo se questa percentuale sia da considerarsi troppo piccola o, al contrario, un successo. Il fatto indiscutibile è, tuttavia, che all’interno di questo segmento di post emerge uno squilibrio: il Padiglione Centrale viene discusso molto di più e si merita l’83,2% di commenti positivi (al netto di chi riporta un’opinione neutra), un dato che scende di oltre 8 punti nel caso, ancora una volta, di “Monditalia”. D’altra parte, se tutti o quasi gli “elementi” sono stati citati sui social (e lo dimostra il ranking complessivo con poche differenze di punteggio tra “porta” (11%), “finestra” (10,9%) e “soffitto” (9,6%), il dibattito online su “Monditalia” sembra essersi ridotto principalmente al solo gate d’ingresso “luminaire” (40,7%), una installazione d’indubbio effetto realizzata con il contributo di Swarovski. Invece i progetti veri e propri di “Monditalia” sono citati assai raramente, con poche eccezioni come i “Radical Pedagogies: Action-Reaction-Interaction” (9,6%) (che pur si è aggiudicato una menzione speciale) e i “Sales Oddity. Milano 2 and the Politics of Direct-to-home TV Urbanism” (8,5%) (Leone d’argento).

Biennale di Venezia 2014: 3 progetti top di Monditalie e 3 di Elements of Architecture

Cosi, dunque, si presenta la classifica social della Biennale 2014. Una classifica basata su opinioni personali a volte idiosincratiche, certamente, ma che nel loro insieme ci raccontano di un’edizione di successo, con molta luce, e qualche piccola ombra.

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