Il paradosso in architettura

Chiunque lavori nelle aree rurali sa bene che il mestiere del progettista non esiste. Che cosa può dunque fare un architetto in un luogo che non ha bisogno di architetti? Questa è la domanda a cui John Lin di Rural Urban Framework cerca di rispondere, lavorando da 6 anni nelle campagne cinesi.


Questo articolo è stato pubblicato su Domus 970, giugno 2013


Viviamo in un’epoca in cui noi, architetti cinesi, siamo così richiesti in ambito urbano, da parte di imprenditori ed enti pubblici, che evitiamo di interrogarci sul nostro ruolo nella società.

Esercitare l’architettura nei villaggi di campagna è perciò un’opportunità unica per ripensare la nostra funzione, perché ha inizio senza una chiara necessità. Innanzitutto, non siamo assunti da nessuno: offriamo i nostri servizi a istituzioni benefiche e governative e non lavoriamo con un singolo cliente, ma con le comunità.

Rural Urban Framework, House for All Seasons, Shijia, Cina, 2013. Il prospetto sudovest dell’edificio. Finanziato dal Luke Him Sau Charitable Trust con il supporto della Shaanxi Women’s Federation e dell’università di Hong Kong, il progetto riprende un linguaggio vernacolare, avvolgendo la struttura interna con una tessitura traforata di mattoni. La costruzione deriva da un workshop con gli studenti dell’università di Hong Kong, che, in prima persona, hanno documentato gli stili di vita e le abitazioni degli abitanti locali.

Spesso creiamo progetti dal nulla, semplicemente osservando la situazione davanti a noi e ridefinendo i problemi che vediamo. In un secondo momento, troviamo i mezzi per finanziare e costruire il progetto. Naturalmente, nel corso del tempo, quest’ultimo conosce un’evoluzione. Ho l’impressione che questo sia il principale contributo del nostro lavoro: non si limita a preparare buoni progetti, ma, piuttosto, considera diversamente il tema dei bisogni fondamentali. La nostra attività inventa programmi e strutture, in modo da trovare un approccio alternativo allo sviluppo rurale. Infine, a livello personale, riflette un modo differente di essere architetto. Nel 2006, in occasione della nostra prima visita al villaggio di Shijia, assieme alla Shaanxi Women’s Federation e al Luke Him Sau Charitable Trust, gli abitanti del villaggio ci presentarono una lista di richieste. Noi, però, volevamo trovare un metodo progettuale che li mettesse in grado di risolvere i problemi da soli: non volevamo semplicemente donare una certa quantità di denaro.

Gli abitanti si ritrovano nella Casa per tutte le stagioni per intrecciare insieme la paglia. In qualità di struttura educativa, il centro fornisce anche materiali per promuovere la formazione sanitaria ed ecologica. La costruzione unisce l’utilizzo del cemento a quello del mattone, in modo da rendere l’edificio resistente ai terremoti

Dopo aver studiato il caso, decidemmo di collaborare alla costruzione di un prototipo residenziale. Doveva diventare un modello, un punto di riferimento per uno stile di vita sostenibile. Avrebbe cercato di integrare materiali tradizionali, come i mattoni di argilla, con soluzioni contemporanee. L’idea non era quella di una casa da replicare in tutto il villaggio. I residenti sono individualmente coinvolti in un continuo processo di miglioramento delle loro residenze. Noi volevamo contribuire a dare forma a quel processo. Nell’estate successiva, ho portato un gruppo di studenti dell’università di Hong Kong a compiere delle ricerche e ad analizzare ogni abitazione. Volevamo preparare uno schema per il nostro progetto e comprendere i cambiamenti drammatici subiti dallo stile di vita e dal modo di sostentarsi della popolazione locale. Volevamo iniziare da zero, senza dare nulla per scontato.

Rural Urban Framework, House for All Seasons, Shijia, Cina, 2013. Questo prototipo di abitazione accoglie anche un centro per l’artigianato femminile dedicato all’intreccio della paglia. Si trova nel villaggio di Shijia, nella parte nord della provincia di Shaanxi

La nozione di villaggio tradizionale, infatti, non esiste più. Il processo di urbanizzazione degli ultimi 30 anni ha creato una dipendenza dalla città come principale fonte di reddito. Di conseguenza, la città è divenuta anche un modello di sviluppo. Per noi era importante registrare e comprendere le complessità del villaggio durante la transizione. È possibile avere un altro modello, un modello di sviluppo autenticamente rurale, altrettanto progressista ed economicamente sostenibile come quello urbano, ma completamente diverso da esso? La “Casa per tutte le stagioni” è una dichiarazione programmatica sul modo attraverso cui abbiamo ridefinito il programma di una casa rurale. È una reazione contro la grande diffusione nei villaggi di banali abitazioni multipiano, fatte di calcestruzzo e mattoni, con tetti di tegole. Queste costruzioni hanno tutte lo stesso aspetto, tanto nel nord quanto nel sud del nostro Paese.

Rural Urban Framework, House for All Seasons, Shijia, Cina, 2013. Questo prototipo di abitazione accoglie anche un centro per l’artigianato femminile dedicato all’intreccio della paglia. Si trova nel villaggio di Shijia, nella parte nord della provincia di Shaanxi

Edifici generici stanno prendendo il posto di modelli abitativi vernacolari che, invece, hanno saputo adattarsi gradualmente, nel corso dei secoli, al clima e al contesto. Vi è una sistematica cancellazione dell’idea di specifico da parte di elementi banali. Forse la maggiore resistenza a questa deriva è quella di costruire qualcosa di più specifico rispetto alla propria epoca e al proprio luogo. Una semplice abitazione è in grado di affrontare queste forze soverchianti? Il processo di sviluppo rurale, oggi, favorisce la distruzione e l’abbandono degli elementi tradizionali in cambio del nuovo. La nostra casa tenta di costruire un ponte tra questi due estremi e di conservare la tradizione materica e costruttiva locale. Tuttavia, il progetto non consiste solamente nella costruzione di una tradizionale residenza con cortile.

Rural Urban Framework, House for All Seasons, Shijia, Cina, 2013. Il cortile piantumato


Vuole anche studiare lo stile moderno, caratteristico dei villaggi, e rappresenta un tentativo di dare origine, in ambito architettonico, a un’evoluzione consapevole del linguaggio secondo cui vengono realizzate le case nei diversi contesti locali della Cina. Il nostro prototipo sembra riflettere la condizione della vita rurale, stretta anch’essa tra tradizione e modernità. In Cina, solo una frazione minuscola di tutto ciò che viene costruito è progettato da architetti. Se iniziamo a confrontare l’1 % effettivamente progettato da noi architetti con il 99 % degli edifici che non lo sono, non dovremmo anche ripensare il nostro atteggiamento nei confronti del ruolo dell’architettura? Può l’architettura influenzare la percentuale che non è stata disegnata da noi? Per questa ragione, non sono interessato a costruire quanto più possibile o a costruire ogni volta che ne ho l’opportunità. Mi interessa, invece, capire come le poche strutture progettate da noi possano iniziare a confrontarsi con la maggioranza degli edifici che non lo sono e, magari, iniziare a cambiarli.

I mattoni di fango prodotti localmente.

L’architettura come disciplina è soggetta a molti compromessi. Nella maggior parte dei casi, deve essere interamente costruita da altri. Nel corso del processo, l’architetto cede gradualmente il controllo del progetto. Non sarebbe possibile costruire architettura senza la collaborazione di diverse persone—da donatori e governi ad appaltatori e operai. È attraverso la forza della collaborazione che, comunque, l’architettura diviene rilevante. Da una parte, una famiglia occuperà questa casa e la farà propria; dall’altra, la casa andrà a far parte del villaggio, diventando lentamente un elemento costitutivo del tessuto urbano e, magari, anche uno strumento in grado di rendere più coesa la comunità. Il programma non ha mai smesso di evolversi.

Rural Urban Framework, House for All Seasons, Shijia, Cina, 2013. La costruzione del cortile con l’impianto a biogas sotterraneo. Nella corte adiacente sono custoditi dei maiali, i cui rifiuti biologici alimentano il sistema a biogas. Quest’ultimo fornisce l’energia per cucinare.

Per ora, la casa sarà la base della campagna “Women’s Home” e un nuovo centro dell’artigianato femminile. Essa assume un carattere sia domestico sia comunitario, diventando un ponte tra lo spirito individuale e quello collettivo del villaggio. La sua costruzione ha inaugurato una nuova fase, contribuendo allo sviluppo di una cooperativa che si occupa dell’attività di intreccio della paglia. L’associazione femminile locale e il donatore continuano a collaborare per dare forza alle donne del villaggio, rendendole capaci di vendere i propri prodotti nel mondo moderno. Persino i mobili della casa adattano i metodi di produzione tradizionali all’uso moderno. Invece di accettare l’influenza delle città e gli inevitabili prodotti consumistici, questo progetto riafferma lo spirito indipendente di questo piccolo centro abitato.

Rural Urban Framework, House for All Seasons, Shijia, Cina, 2013. Gli abitanti si ritrovano nella Casa per tutte le stagioni per intrecciare insieme la paglia. In qualità di struttura educativa, il centro fornisce anche materiali per promuovere la formazione sanitaria ed ecologica. La costruzione unisce l’utilizzo del cemento a quello del mattone, in modo da rendere l’edificio resistente ai terremoti

Concludo ripercorrendo la mia prima visita alle abitazioni collettive Tulou, nella provincia di Fujian. Rimasi stupefatto dalle centinaia e centinaia di costruzioni Tulou disseminate in tutta la regione. Dalle fotografie mi era parso di capire che ve ne fossero solamente pochi eccezionali esemplari, ai quali si faceva continuamente riferimento. In realtà, non avevano nulla di speciale, erano una tipologia abitativa normale. Mi stupì anche il fatto che ogni edificio fosse leggermente diverso da quello vicino. Era chiaramente visibile un processo ininterrotto di innovazione, condotto da persone che non si definivano architetti. È possibile istituire un collegamento tra la pratica contemporanea dell’architettura e il ruolo di questi costruttori? Se il rapido sviluppo degli ultimi 30 anni ha condotto a una cesura nella storia, può l’architettura contemporanea operare anche all’interno di questo ambito, introducendo nuovi approcci a vecchi problemi, combinando nuove e vecchie idee e, alla fine, ricollegando passato, presente e futuro? La storia è un problema per tutti, ma è anche un tema che l’architettura sa affrontare in modo unico. Il paradosso dell’architettura è la sua capacità di incarnare simultaneamente passato, presente e futuro. L’architettura ricorda il passato, è testimone del presente e anticipa il futuro. John Lin, architetto e docente presso l’università di Hong Kong

Rural Urban Framework, House for All Seasons, Shijia, Cina, 2013. L’edificio in costruzione— dalla struttura in cemento alla facciata di mattoni, con i riempimenti in terra. Il progetto ha previsto quattro cortili dotati di funzioni precise (impianto a biogas, giardino, spazio per lavare, cortile d’ingresso). La copertura è multifunzionale: è uno spazio per mettere a seccare il cibo, una gradinata per sedersi all’aperto e un dispositivo per raccogliere l’acqua
Assonometria
Pianta del piano terra
Sezione longitudinale


Architetto:
John Lin, Rural Urban Framework (RUF)
Responsabile del progetto: Kwan Kwok Ying
Gruppo di progetto: Huang Zhiyun, Maggie K. Y. Ma, Jane Zhang, Qian Kun, Katja Lam, Li Bin
Finanziatori: Luke Him Sau Charitable Trust
Collaboratori: Shaanxi Women’s Federation, Shaanxi Volunteers Association of Red Phoenix Project, Linwei District Women’s Federation, Qiaonan Town Government, Shijia Village Committee, the University of Hong Kong
Area costruita: 380 mq
Costo: $ 53.400
Costo unitario: $ 140/mq
Fase progettuale e costruzione: 2009–2012