Passiamo alla storia dell'edificio: un piccolo teatro costruito di fronte alla dimora del conte Farrobo, e intitolato a una delle nove Muse, Talia (Thália in portoghese), Musa della commedia. Il conte, che si occupava anche di produzioni liriche, incaricò nel 1842 della ristrutturazione del suo salotto e del suo teatro, costruiti in origine nel 1820, l'architetto italiano Fortunato Lodi. Gli scritti dell'epoca notano l'eleganza e l'opulenza di questi seguaci di Talia nonché l'audacia tecnica della costruzione: un teatro futuristico, illuminato a gas vent'anni prima che lo fossero le vie di Lisbona.
L'iscrizione latina Hic mores hominum castigantur ("Qui si castigano i comportamenti umani") sul fregio all'ingresso del teatro rivela il genere di commedia per cui era pensato: la satira. Questo particolare genere comico è basato sulla realtà ma gioca sull'ironia, sull'arguzia e sul sarcasmo per denunciare debolezze ed errori. Curiosamente, come altre sovraccariche sedi di divertimento e di cultura precedenti, anche il Teatro Thália andò in fiamme, per la distrazione di un addetto alla manutenzione. E in quello stato rimase per centocinquant'anni, memore del proprio motto, a ridere ironicamente della sua duplice rovina: quella fisica provocata dal fuoco e quella sociale del suo ricco costruttore.
