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Monacopolis

Nelle due magnifiche location di Villa Paloma e Villa Sauber, la mostra prende in esame 50 anni di pianificazione urbana e di sviluppo, con un'ampia documentazione firmata da centinaia di artisti e architetti.

Sono tanti gli stereotipi che circondano Montecarlo, la percezione del suo patrimonio architettonico o la sua vita culturale che è più intensa dei gran premi di Formula 1, del festival del circo e, in generale, dell'opacità dei tanti risvolti mediatici che le restano appiccicati. Monacopolis, la mostra che si svolge nelle due magnifiche sedi di Villa Paloma e Villa Sauber è un vero tentativo di attivazione delle risorse culturali del Principato. Attraverso una ricognizione precisa, alcune belle idee d'allestimento di Martino Gamper e Maki Suzuki che con un prezioso gesto – umile e quasi non-autoriale – hanno fatto un passo indietro e optato per una scenografia che sottolinea e rende leggibile e godibilissimo il lavoro certosino di Nathalie Giordano–Rosticher che ha raccolto, salvato e spesso reintegrato un'enorme mole di materali d'archivio.

Piani, fotografie, modelli, oggetti, costumi erano reperti purtroppo davvero muti, spesso a causa delle cattive condizioni di conservazione, o altre volte semplicemente dimenticate nei fondi di quello che doveva essere il Museo d'Arte Moderna: dai 12 metri del panorama dipinto a olio dello skyline di Montecarlo per l'esposizione Universale di Parigi del 1900 fino alle fotografie dei set di Eric von Stroheim – dove la piazza centrale di Monaco è ricostruita in scala 1:1 nel deserto californiano e assomiglia a un'opera contemporanea di land art tra Marfa e i deserti elettrici di Walter De Maria. L'idea di stabilizzare e costituire una collezione permanente ha reso possibile che questi archivi divenissero trame per nuove narrazioni. Una diversa visibilità per un luogo tra i più ricchi e creativi d'Europa.
In apertura e qui sopra: "Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Paloma, NMNM, Monaco. Qui sopra: in primo piano, modello di Christian de Portzamparc, <em>Tours Moulins et Madone</em>, 2001. Sfondo, Philipe Cognée, Monaco, 2008. Collezione NMNM
In apertura e qui sopra: "Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Paloma, NMNM, Monaco. Qui sopra: in primo piano, modello di Christian de Portzamparc, Tours Moulins et Madone, 2001. Sfondo, Philipe Cognée, Monaco, 2008. Collezione NMNM
La mostra non tratta solo delle realizzazioni architettoniche o residenziali, ma veicola tutto il glamour di questi luoghi. Si pensa al cinema e, anche in assenza dell'iconicità di Grace Kelly, si cortocircuitano la rivoluzione dei balletti russi, le innovazioni nel teatro o nelle arti visive e anche la nascita di un'idea contemporanea del turismo. È innegabile che il concetto di percezione turistica del mondo sia negli ultimi due secoli diventato il laboratorio di una pratica allargata di pianificazione, da Las Vegas a Shangai. Non si tratta solo di esaminare progetti che sembrano trovare verifiche immediate nelle modalità urbanistiche copia e incolla degli Emirati Arabi. In fondo, città come Dubai o Abu Dabi vorrebbero forse assomigliare al Principato, ma è spesso nel novero dell'irrealizzato monegasco che sembrano avverarsi in estremo oriente logiche specifiche. Non solo hanno trovato clienti, acquirenti e forse la spudorata complicità dell'investimento futuribile e invulnerabile del capitale globalizzato.
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Paloma, NMNM, Monaco. Paul Maymont (1926-2007), <em>Thalassa, Etude de ville flottante pour la Principauté de Monaco</em>, 1962
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Paloma, NMNM, Monaco. Paul Maymont (1926-2007), Thalassa, Etude de ville flottante pour la Principauté de Monaco, 1962
Qui i progetti di dighe, trafori, isole flottanti e di alcuni progetti faraonici occcupano vetrine e faldoni di catasto e sono spesso incantevoli, anche se rifiutati da una monarchia meno bananiera di quel che si pensi, che non ha piegato e stravolto la morfologia di un paesaggio da sogno come la Costa Azzurra. È però in questa "Monacopolis", al centro di una ricerca sul patrimonio puntuale e impegnata, che si misurano l'utopia di Archigram e la tarda modernità di Garnier, piuttosto che il più segreto e cult dei risvolti creativi di Ponti sui grattacieli di alto livello. Una splendida documentazione, allineata in altrettanto splendide cassettiere trasparenti, contiene la costruzione dello specchio identitario del sogno residenziale, che porta la firma collettiva del sapere di centinaia di artisti e progettisti. Si va dalle utopie di Yona Friedman per una Venezia monegasca, fino alle prove tecniche di costruzione di strutture museali: dal Museo Oceanografico al Pavillon Bosio.
L'idea di stabilizzare e costituire una collezione permanente ha reso possibile che questi archivi divenissero trame per nuove narrazioni. Una diversa visibilità per un luogo tra i più ricchi e creativi d'Europa.
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Paloma, NMNM, Monaco. Dettaglio della sezione "Urbanisation"
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Paloma, NMNM, Monaco. Dettaglio della sezione "Urbanisation"
Quasi una mostra-atelier, a cui la Scuola d'arte di Monaco ha offerto competenze specifiche durante il periodo dei restauri, e non solo. Una struttura specializzata nell'apprendimento della scenografia dello spettacolo che si è rivelata preziosa. È proprio attraverso un workshop all'Ecole Superieure d'Art Plastique di Monaco che Martino Gamper ha incontrato Nathalie Rosticher (la conservatrice del museo) e con Maki Suzuki dello studio åbäke hanno cominciato la messa a punto per un display specifico per l'intera raccolta. Durante una conferenza all'Hotel Metropole, organizzata dal Monaco Project for the Arts, hanno svelato il backstage e l'intrinseco minimalismo del progetto. Il punto di partenza è stato quello della fragilità di alcuni materiali della raccolta, ma anche la preponderanza di cartaceo e fotografia, materiali e strumenti cari all'architettura d'antan.
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Paloma, NMNM, Monaco. In primo piano a sinistra, Yona Friedman,<em> La Venise Monégasque</em>, 1960- 2006 (2012 modello). A destra, Manfredi Nicoletti, progetto per <em>Marinarium</em>, 1966
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Paloma, NMNM, Monaco. In primo piano a sinistra, Yona Friedman, La Venise Monégasque, 1960- 2006 (2012 modello). A destra, Manfredi Nicoletti, progetto per Marinarium, 1966
Dal colore dei blue print dei piani architettonici hanno derivato non solo la moquette degli interni della mostra, ma anche la comunicazione istituzionale: affiche, billboard e catalogo. Per l'integralità del display qualche pezzo di mobilio originale e, per il resto, esclusivamente estrusi in alluminio anodizzato e cassettiere trasparenti. Un sistema coordinato molto semplice e funzionale, che ricorda la Glass House in ferro e vetro di Philip Johnson.


Due raccolte, una più storicizzata a Villa Sauber e una più recente a Villa Paloma, in cui ci si muove come in un archivio specialissimo: fuori, la bellezza di una porzione della Costa Azzura; all'interno, i lavori di Peter Cook, Archigram e Garnier, progetti d'aereoporti, ponti, tunnel, grattacieli con vista mare e interni metafisici come quelli delle foto di Thomas Demand o i bianchi e neri di Gabriele Basilico. Il tutto felicemente abitato dal fantasma "glamorama" del Principato. Ivo Bonacorsi
 

Fino al 12 maggio 2013
Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation in Monaco, Realisations et Projects – 1858-2012
NMNM — Villa Paloma
56, boulevard du Jardin Exotique, Monaco

Fino a dicembre 2013
Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation in Monaco, Realisations et Projects – 1858-2012
NMNM — Villa Sauber
17, avenue Princesse Grace, Monaco
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Sauber, NMNM, Monaco. L'Opéra di Montecarlo
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Sauber, NMNM, Monaco. L'Opéra di Montecarlo
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Sauber, NMNM, Monaco. Dettaglio della sezione "Gardens"
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Sauber, NMNM, Monaco. Dettaglio della sezione "Gardens"
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Paloma, NMNM, Monaco. Jean-Baptiste Olive, <em>Panoramique de Monaco c.a. 1900</em>
"Monacopolis: Architecture, Urbanism et Urbanisation, Realisations et Projects – 1858-2012", vista dell'installazione a Villa Paloma, NMNM, Monaco. Jean-Baptiste Olive, Panoramique de Monaco c.a. 1900

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