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Variazioni vernacolari

Le alterazioni sottilmente ironiche che Jan De Vylder, Inge Vinck e Jo Taillieu apportano all'architettura regionale delle Fiandre le imprimono un nuovo indirizzo, come mostra una visita a tre recenti realizzazioni dello studio belga.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 966, febbraio 2013

... scegliere avvenimenti e situazioni della vita quotidiana e raccontarli o descriverli interamente, fin dove possibile, con parole selezionate tra quelle effettivamente usate dagli uomini; e, allo stesso tempo, conferire a questi avvenimenti e situazioni un certo qual colore dell'immaginazione, in modo tale che le cose normali siano presentate alla mente in modo insolito... —William Wordsworth

Poi possono apparire l'angelo, la natura, poi le cose, poi altre persone, poi, chissà, la grandezza dell'ordinario, l'impegno a essere chiari, o a non essere. —Stanley Cavell

Queste citazioni tratte dalla prefazione di Wordsworth alle Ballate liriche e dalle riflessioni tardoromantiche di Stanley Cavell sull'ordinario definiscono, a nostro giudizio, il genere di pensiero che anima l'architettura del team belga architecten de vylder vinck taillieu (A DVVT). Lo studio è composto da tre professionisti formatisi alla scuola di architettura Sint-Lucas di Gand: Jan De Vylder, Inge Vinck e Jo Taillieu. La loro architettura ha origine nel contesto dell'esistenza quotidiana. A differenza di molti altri progettisti contemporanei, essi ritornano ai fondamentali del mestiere: amano costruire, e questo piacere si manifesta in ciò che effettivamente realizzano. La loro opera offre un contrappeso alle strutture spesso rigide e fredde che oggi vediamo edificare dappertutto. Intuizione, chiarezza, semplicità, giocosità e coincidenze hanno un'importanza cruciale nel loro lavoro. Hanno costruito edifici di ogni genere in tutte le Fiandre; tra questi, si contano realizzazioni di grandi dimensioni—come le sale di prova per il collettivo di danza e teatro Les Ballets C de la B (vedi Domus 928, 2009), i laboratori della compagnia di teatro musicale LOD, gli uffici della compagnia teatrale Toneelhuis—, e piccoli progetti insieme con numerose ristrutturazioni, di pari importanza in termini di architettura a misura d'uomo. Attualmente, sono impegnati in diversi lavori di scala notevole, come l'intervento del Wivina—un vecchio residence per anziani—, il Dienstencentrum Ledeberg—un centro servizi che ospita uffici per la polizia—, alcune infrastrutture teatrali, e così via.
In apertura: il fronte posteriore di Twiggy, una casa del centro di Gand, posta sotto tutela come monumento storico. Originariamente edificio per uffici, è stata convertita dallo studio belga in un negozio di abbigliamento. Qui sopra: Weze, la facciata
In apertura: il fronte posteriore di Twiggy, una casa del centro di Gand, posta sotto tutela come monumento storico. Originariamente edificio per uffici, è stata convertita dallo studio belga in un negozio di abbigliamento. Qui sopra: Weze, la facciata
A DVVT realizza magistrali ristrutturazioni di abitazioni belghe tradizionali, trasformando in opportunità le difficoltà e gli ostacoli che tali progetti presentano. Partono, ogni volta, per così dire, da una lavagna mentale vuota, e non aspirano a lasciare una firma nella loro architettura: ogni progetto è trattato in modo specifico. I loro interventi sono molto sottili: non vogliono mai farsi notare o imporsi, e non vogliono affermare alcunché. La loro architettura parte dalle esigenze e dai bisogni del committente, dal programma e dai vincoli pratici che si accompagnano a essi. La materialità delle condizioni date è la loro unica guida. Da ogni nuovo contesto emerge una nuova estetica.
Sottili interventi distinguono il lavoro dello studio belga, come la nuova scala che s’intravvede nella facciata su strada
Sottili interventi distinguono il lavoro dello studio belga, come la nuova scala che s’intravvede nella facciata su strada
La loro visione afferma un unico principio generale: quello di rivelare la bellezza e le potenzialità di ciò che trovano sul sito in cui intervengono. L'immagine finale dei progetti è spesso il frutto di ragioni pratiche: le soluzioni formali derivano da questo punto di partenza. Ciò che è normale diviene il fondamento, la pietra angolare. Moltissime idee prendono forma direttamente durante il processo costruttivo in cantiere: dagli oggetti che vi trovano, e dalle interazioni e discussioni con le imprese coinvolte. Vi è anche una dimensione di scherzo e di gioco. Nei vari interventi sono inserite strizzatine d'occhio a chi si prende il tempo di coglierle. I loro edifici diventano pitture che celano spesso un trompe l'œil: letteralmente un inganno dell'occhio. Amano fare inganni, nascondendo al tempo stesso la loro mano nel processo costruttivo. Presentiamo qui di seguito tre esempi di questi temi.
I loro edifici diventano pitture che celano spesso un trompe l’œil. Amano fare inganni, nascondendo la loro mano nel processo costruttivo
Weze: per l’effetto trompe l’œil della porta esterna sulla cucina sono stati utilizzati, con spessore ridotto, gli stessi mattoni della facciata, mentre le fughe sono state allineate a quelle preesistenti
Weze: per l’effetto trompe l’œil della porta esterna sulla cucina sono stati utilizzati, con spessore ridotto, gli stessi mattoni della facciata, mentre le fughe sono state allineate a quelle preesistenti
Weze, 2012
Una delle ultime ristrutturazioni è Weze: una vecchia, piccola scuola che gli architetti hanno convertito in una casa, apportando solamente cambiamenti minimi. Per conservare l'atmosfera e l'idea di un edificio scolastico, hanno effettuato soltanto tre interventi. Il primo è la porta trompe l'œil. La necessità di inserire un ingresso supplementare sul fronte principale, per entrare nella cucina dell'abitazione, era resa esteticamente assai problematica dal ritmo delle finestre presenti sulla facciata stessa. La difficoltà, tuttavia, è divenuta per lo studio un'opportunità per saggiare il proprio interesse per gli effetti illusionistici in architettura. Da questo è nata la porta trompe l'œil, che è stata costruita con lo stesso materiale della facciata e risulta quindi indistinguibile dal resto del muro. Essendo dotata di tutti i necessari dettagli illusionistici ed essendo rivestita di mattoni tagliati in lastre sottili, la porta, quando è chiusa, sembra scomparire, anche perché i mattoni e i giunti di cemento seguono gli allineamenti della facciata. Tuttavia, il gradino della porta desta l'attenzione dell'osservatore. Gli architetti la chiamano "Delhaize door": l'ingresso che si utilizza per portare in casa la spesa prende, infatti, il nome dalla catena di negozi di generi alimentari Delhaize.
Sottili interventi distinguono il lavoro dello studio belga, come il contrasto cromatico sul fronte posteriore della casa
Sottili interventi distinguono il lavoro dello studio belga, come il contrasto cromatico sul fronte posteriore della casa
Il secondo intervento è il blocco della cucina in multistrato verde. Essendo le maniglie dello stesso materiale, la cucina assume un raffinato ritmo modulare. Il terzo elemento nuovo è l'aggiunta di una parete di legno trattato per separare la cucina dal soggiorno. Nella parete, è stata felicemente inserita un'anta pivottante a effetto trompe l'œil, e un passavivande che riproduce la finestra della facciata (anche il vetro della parte inferiore è costituito dallo stesso vetro in lastre monocrome delle finestre storiche). L'apertura ha consentito di portare nella parte finale della cucina la luce naturale, perché sulla parete opposta alla "Delhaize door" non erano presenti finestre. Anche in questo caso, la soluzione formale nasce da un bisogno. Un blocco rotante/anta di armadio trompe l'œil è il passaggio verso la cucina; nel soggiorno, la parete può essere lasciata aperta o completamente invertita, in modo che gli scaffali della cucina siano rivolti verso la stanza adiacente.
Weze: alla cucina dà accesso un ingresso secondario, appositamente ricavato nello spesso muro perimetrale, sul retro della casa. In una seconda fase, nella corte verrà realizzato un atelier, per il quale sono già in corso degli studi: è prevista una struttura di mattoni a vista, con una copertura a una falda, sorretta da una serie di pilastri-trave in metallo
Weze: alla cucina dà accesso un ingresso secondario, appositamente ricavato nello spesso muro perimetrale, sul retro della casa. In una seconda fase, nella corte verrà realizzato un atelier, per il quale sono già in corso degli studi: è prevista una struttura di mattoni a vista, con una copertura a una falda, sorretta da una serie di pilastri-trave in metallo
Twiggy, 2012
"La vecchia casa dobbiamo conservarla, è un monumento, eccetto un piano! E noi ne riflettiamo l'immagine; nelle porte dei camerini, dietro il bancone, nella massiccia facciata". —architecten de vylder vinck taillieu In questo caso, è stato richiesto agli architetti di riconvertire in un negozio di abbigliamento per uomini e donne una vecchia casa a schiera del Settecento, posta sotto tutela conservativa in quanto monumento storico. Il lato su strada doveva rimanere inalterato. In particolare, la necessità di rendere possibile la circolazione dei clienti tra i diversi piani e di avere una nuova scala per ragioni di sicurezza richiedevano l'inserimento, accanto a quella interna, di una scala esterna addossata alla facciata posteriore, protetta dai vincoli conservativi. I progettisti hanno reso possibile quest'aggiunta spostando verso l'esterno il fronte sul retro e creando nello spazio intermedio un vano scale. Si ha l'impressione che questa facciata si stia aprendo perché è stato riprodotto il fronte originale. Anche in questo caso, ricompare il trompe l'œil. Invece di realizzare una struttura completamente nuova, gli architetti hanno usato in maniera giocosamente creativa lo stile esistente per introdurre le aggiunte, che hanno assunto un carattere quasi scultoreo.
Weze: il soggiorno
Weze: il soggiorno
Il vano scale interno è diventato una sorta di stanza degli specchi: il lato interno della facciata posteriore è rivestito di specchi, a eccezione delle finestre, che sono lasciate aperte e sono visibili tra essi. Dalle nuove scale di calcestruzzo si possono guardare le altre scale che si sviluppano parallelamente a esse. Non è stato aggiunto quasi nulla, oltre a questo. Anzi, gli architetti hanno tolto molti elementi: hanno rimosso la carta da parati, lasciando la parete sottostante in un stato di non finito, che ha assunto una valenza decorativa. Nel corso del tempo, nelle case si stratificano numerose modificazioni. In questo edificio, per esempio, erano stati aggiunti diversi vani di porte. Gli architetti hanno tolto le porte, ma hanno lasciato le aperture. Hanno marcato le rimozioni con vernice arancione fluorescente, sottolineando le assurdità dello stato preesistente: come i maestri di scuola, hanno segnato gli errori. Infine, hanno rimosso la soletta tra due livelli, unendo questi piani. Avendo lasciato nelle loro sedi, sulle pareti del secondo piano, il caminetto e la pannellatura, gli architetti consentono al visitatore di vedere quello che si direbbe un caminetto volante. La differenza tra i piani non è stata cancellata, come si può notare dall'improvviso cambiamento del trattamento di superficie. In tutte le pareti sono presenti aperture che fanno sembrare il negozio un labirinto di passaggi.
Weze: una parete attrezzata con una porzione rotante e una finestra passavivande mette in comunicazione cucina e soggiorno
Weze: una parete attrezzata con una porzione rotante e una finestra passavivande mette in comunicazione cucina e soggiorno
Meulestede, 2011
Il progetto di questa casa è stato presentato al concorso organizzato dall'azienda comunale per lo sviluppo urbano di Gand ag sob (Autonoom Gemeentelijk Stadsontwikkelingsbedrijf Gent). Il bando chiedeva il progetto preliminare per una serie di case a schiera a Gand. Si voleva offrire ai clienti la possibilità di scegliere tra i lavori di più architetti. a dvvt è stato uno dei dieci studi premiati. L'idea era quella di fornire ad acquirenti privati dei lotti vuoti—pronti per la costruzione—a un prezzo accessibile. Chiunque avesse acquistato uno di questi terreni era obbligato a lavorare con uno dei dieci architetti selezionati. In ogni caso, il progetto sarebbe stato adattato alle esigenze dell'acquirente e all'incarico dato. La casa a schiera Meulestede è stata terminata nel 2011. La facciata sulla strada è costituita da diversi strati di mattoni per costruzione rapida, che hanno dimensioni varie, una cottura leggera e il colore dell'argilla. Solitamente coperto da un rivestimento, questo tipo di mattoni è stato, invece, lasciato parzialmente nella sua forma originaria. Alcune pareti in mattoni a costruzione rapida sono dipinte di bianco, altre sono lasciate con il materiale a vista. La base, o sottostruttura, della casa è profonda 11 metri; la sovrastruttura 6,83 metri. Nella facciata posteriore, la sovrastruttura è ricoperta di scandole disposte come mattoni.
Weze: le travature aperte mettono in collegamento visivo i due livelli e lasciano filtrare la luce dall’alto
Weze: le travature aperte mettono in collegamento visivo i due livelli e lasciano filtrare la luce dall’alto
All'interno, tutto è mostrato nella forma in cui viene costruito, senza che nulla venga nascosto. Osserviamo una mescolanza di calcestruzzo, legno, vetro e mattoni a costruzione rapida, dipinti e non dipinti. Quasi ogni cosa è motivata da ragioni pratiche e viene mostrata così com'è—persino l'impianto elettrico. Le travi di legno, che sostengono parti del primo piano, sono tamponate in corrispondenza di alcuni spazi—come la camera da letto. In altre parti—per esempio, le scale—lo spazio tra le travi è lasciato aperto, per consentire alla luce di entrare verticalmente dalle finestre poste più in alto, al primo e al secondo piano. Invece della consueta luce concentrata in un punto, chi abita nella casa riceve una più piacevole luminosità diffusa, che s'irradia dall'alto.
Weze: all’interno della casa, tutti gli elementi costruttivi e impiantistici sono lasciati a vista
Weze: all’interno della casa, tutti gli elementi costruttivi e impiantistici sono lasciati a vista
A sinistra: dovendo inserire un nuovo corpo scale sul retro della casa Twiggy e non potendo modificarne il prospetto per i vincoli conservativi, gli architetti hanno letteralmente ritagliato ed ‘estruso’ un blocco di facciata corrispondente al volume della scala, mantenendone identico il disegno. A destra: rimuovendo la soletta tra due piani del negozio per creare uno spazio a doppia altezza, gli architetti hanno potuto esprimere ampiamente i contenuti della loro giocosa filosofia progettuale: hanno fatto ricorso a sfondamenti, trompes l’œil, all’ironica riconversione di elementi preesistenti, fino a lasciare nella sua sede originaria un caminetto, che ora risulta sospeso nel vuoto
A sinistra: dovendo inserire un nuovo corpo scale sul retro della casa Twiggy e non potendo modificarne il prospetto per i vincoli conservativi, gli architetti hanno letteralmente ritagliato ed ‘estruso’ un blocco di facciata corrispondente al volume della scala, mantenendone identico il disegno. A destra: rimuovendo la soletta tra due piani del negozio per creare uno spazio a doppia altezza, gli architetti hanno potuto esprimere ampiamente i contenuti della loro giocosa filosofia progettuale: hanno fatto ricorso a sfondamenti, trompes l’œil, all’ironica riconversione di elementi preesistenti, fino a lasciare nella sua sede originaria un caminetto, che ora risulta sospeso nel vuoto

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