Mehrotra ci invita a leggere queste due entità non più separatamente, come la contrapposizione tra ambiente formale e informale, ma come un nuovo carattere produttivo della città stessa, dove la sfida diventa quella di riuscire a rendere questa stratificazione di dinamiche uno strumento per il progetto. La Kinetic City ha una natura temporanea, si modifica e si rigenera costantemente. Non è altro che un sistema dinamico di appropriazione dello spazio, un'urbanizzazione molecolare che si costituisce e si sviluppa relazionandosi agli spazi, ai sistemi e alle infrastrutture della Static City.
La mostra si sviluppa negli spazi della galleria in tre momenti diversi. La sala d'ingresso presenta un lungo testo teorico di Mehrotra che introduce alla Kinetic City. Il corridoio che porta alla sala espositiva permette, attraverso una wallpaper di fotografie e una decorazione di fili e lucine sospesa al soffitto, di immergersi nel carattere e nella complessità dell'universo urbano indiano. La sala espositiva indaga questa impalpabile condizione della città raccontando alcune vicende di Mumabay, come un campionamento delle infinite manifestazioni della città immateriale. Attraverso il racconto di queste sei storie si articola il progetto di ricerca individuando un vocabolario ristretto di termini per definire la Kinetic City: Transaction, Networks, Housing, Assembly, Instability e Spectacle.


LuneUp: la ceramica come elemento strutturale
La nuova collezione di Terzofoco disegnata da Emanuel Gargano reinterpreta la ceramica e il suo uso nella progettazione dell'arredo.