Paesaggio in crisi o crisi nel mondo del paesaggio?

Magistralmente diretta da Jordi Bellmunt, la settima edizione della Biennale europea del paesaggio si è confermata un punto di riferimento e di stimolo verso una possibile ripresa.

Si è appena conclusa la VII Biennale Europea del Paesaggio di Barcellona ("Biennial Versus Biennial", 27-29 settembre), kermesse di respiro internazionale sui temi del paesaggio contemporaneo organizzata dal COAC (Ordine degli Architetti di Catalogna), UPC (Escola Tècnica Superior de Catalunya) e il MAP (Master d'Arquitectura de Paisatge). Tra incertezze e preparativi last minute dovuti alla crisi economica globale – e spagnola in particolare –, la manifestazione magistralmente diretta da Jordi Bellmunt, coordinata Marina Cervera e moderata da Maria Goula, da quest'anno cessa di essere evento biennale per trasformarsi in una fondazione (Fondazione Internazionale del Paesaggio di Barcellona) e si conferma punto di riferimento e di stimolo verso una possibile ripresa, nonché vetrina di riconoscimento dei maggiori protagonisti del paesaggismo internazionale contemporaneo.

Nello scenario d'eccezione, ormai confermato già dalle scorse edizioni del Palau de la Musica Catalana di Lluís Domènech i Montaner e della centralissima sede del Collegio degli Architetti catalani (COAC), tra le più prestigiose istituzioni deputate all'insegnamento della disciplina del paesaggismo, erano presenti – oltre ad alcuni tra i maggiori rappresentanti locali, francesi e inglesi del settore – Manuel Ruisanchez (professore presso DUOT, UPC e fondatore dello studio Ruisanchez Arquitectes), Gilles Vexlard (cofondatore con L. Vacherot di Latitude Nord Studio) e Kathryn Gustafson.
In apertura e qui sopra: Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona
In apertura e qui sopra: Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona
Due tavole rotonde sulla necessità d'innovazione nell'ambito della formazione accademica del paesaggista, nonché crisi e necessità di riconoscimento della stessa professione all'interno dell'opinione comune, proprie dei nostri ambiti spagnoli, portoghesi e italiani, hanno animato e scandito la giornata intermedia della manifestazione, dimostrando l'eterna e incredibilmente (a tratti anche inaspettatamente) mai sopita frustrazione dei colleghi mediterranei, nonché la necessità di rinnovamento internamente agli angusti ambiti accademici e ormai anemici palcoscenici degli ambiti professionali. Pratiche alternative e attitudini nuove, possibili formule innovative e vincenti illustrate dagli ospiti convenuti, hanno allietato la platea (per esempio Stefan Tischer e l'attitudine alla riqualificazione a "0 budget" o "low cost" dell'approccio operativo del LandWorks Sardinia).
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona, schema del processo progettuale
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona, schema del processo progettuale
Tra i 7 progetti finalisti per il prestigioso riconoscimento (premio in onore della antesignana paesaggista catalana Rosa Barba) si sono classificati lavori molto diversi, da quello del quasi filologico restauro del parco storico del Castello di Twickel a Delden in Olanda di Michael Van Gessel, al poetico e formale memoriale verde, del giardino scritto (Jardin du Monde) della tedesca Marianne Mommsen, al Parc de Martin Luther King a Parigi della francese Jaqueline Osty, di chiaro, quasi fin troppo, rimando ai rinomati più complessi e ben riusciti parchi (es. Citroen e Bercy) che hanno accompagnato le imponenti riqualificazioni e rigenerazioni parigine ad opera dei grandi paesaggisti francesi dei primi anni '90, al minimale e funzionale Mangfallpark a Rosenheim, dalle linee sobrie e perfettamente legate alla funzionalità dei suoi fruitori, oltre che rispondenti alla vocazione del luogo, del giovane Steffan Robel (A24 Landschaft ), passando per l'intervento molto ben riuscito dell'Ile Seguin o Le jardin de prefiguration del paesaggista francese Michel Desvigne (AMD), presso l'isola artificiale dell' ex area produttiva Renault, lungo la Senna, dalle dichiarate ambiziose velleità in termini di sostenibilità, riciclaggio e recupero delle acque, promozione della sostenibilità e della viabilità "dolce", sino ai 2 più interessanti interventi, indiscussi candidati al conseguimento del prestigioso riconoscimento catalano.
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona
Il primo è la stazione del trattamento delle acque Etar di Alcantara del portoghese João Nunes (PROAP) consistente di fatto in un roof garden che riveste la copertura del nuovo depuratore, inizialmente pensato ad uso agricolo, purtroppo risultato a posteriori inaccessibile per motivi di sicurezza, con il suo composito mosaico composto di essenze autoctone reintrodotte, circondato dalle arterie e bretelle dell'autostrada che attraversa la valle dell'Alcantara, a nord ovest di Lisbona, risulta una sorta di espediente di mimetizzazione dell'edifico e miminizzazione sul territorio circostante del nuovo impianto tecnologico, per una riconnessione ecologica e visiva della ferita sul territorio separato dalle infrastrutture lineari presenti. L'intervento vuole direttamente rimandare al senso del luogo, rispettandone il genius loci, e rispolverando quella semiologia antropica anteriormente esistente, riproponendo il vivido mosaico agricolo che un tempo si estendeva lungo la Valle, evocando l'estetica tipica della coltura agricola di un tempo;
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona
La riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona è il progetto proclamato all'unanimità, sia dalla giuria di esperti internazionali, che dal pubblico presente il vincitore di questa VII edizione del "Premio Rosa Barba". Il giovane paesaggista Marti Franch (EMF), formatosi proprio presso la scuola di paesaggio catalana, con il suo collega Ton Ardèvol, si sono dimostrati attenti coordinatori del corposo gruppo delle diverse professionalità coinvolte, oltre 50 nell'arco dei 5 anni di studio, catalogazione e restauro per la riabilitazione ambientale dell'area di progetto, traducendo il processo progettuale attraverso un action plan piuttosto che un masterplan. Con il suo "radicalismo ambientale", contemplando un approccio tutto contemporaneo di riqualificazione/riabilitazione ecologico/ambientale per una "restaurazione creativa ai fini dello sviluppo ambientale", i progettisti demolendo e svuotando ( dunque liberando) il luogo dai volumi del centro turistico, ricreano una coreografia in situ secondo una attitudine al progetto di paesaggio inteso come creazione di una coreografia atta a ricreare le migliori condizioni per far cogliere al fruitore l'essenza del paesaggio investigato, introducendolo al luogo attraverso una narrativa che stimola l'elemento culturale all'interno della naturalità dell'area "al fine di far immergere il visitatore nella polifonia nultilivello del paesaggio indagato".
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona
L'approccio radicale nei confronti del insediamento anni '60 del Club Med, (430 edifici per complessivi 1,2 ettari e 6 ettari di urbanizzazione) all'interno dell'area diventata riserva naturale nel 1998, definitivamente chiuso nel 2003 e successivamente acquisito dal ministero dell'Ambiente spagnolo, ha comportato dal 2009 al 2010 la totale demolizione dell'edificato e lo sradicamento di 5 ettari di essenze alloctone infestanti precedentemente introdotte. A ciò è seguito il completo riciclo di tutti materiali demoliti (45.000 mc), il recupero delle sementi autoctone rinvenute in loco a seguito delle demolizioni, lavate, filtrate e successivamente spruzzate con idrosemina, trasformatesi poi in un nuovo manto vegetativo autoctono a copertura di una nuova topografia artificiale a completamento e in sostituzione di quella stessa un tempo deturpata, ottenuta attraverso la modellazione del materiale di risulta. Così facendo, attraverso tutta una serie di attenti espedienti, tra cui il procedimento di premurosa ripulitura della composita stratificazione geologica rimanente tramite metodologie "archeologiche", i progettisti sono riusciti a ricreare nel luogo non solo un museo geologico open air, ma un vero e proprio monumento alla naturalità e qualità ecologica del sito.
Il progetto di João Nunes (PROAP) per la stazione del trattamento delle acque Etar di Alcantara
Il progetto di João Nunes (PROAP) per la stazione del trattamento delle acque Etar di Alcantara
L'approccio sinestetico per un coinvolgimento plurisensoriale dell'utente, verso la riscoperta della naturalità del luogo, sottiene la volontà dei progettisti lungo tutto l'arco temporale della realizzazione dell'intervento. L' attitudine verso un open process, che ha scandito le delicate fasi di studio, analisi e realizzazione e che si manifesta attraverso misuratissimi interventi site-specific (piccoli "addomesticamenti" o "domesticità") in acciaio cor-ten, particolarmente adatto per la capacità di resistenza all'aggressione marina e all'integrazione nel paesaggio già di per se a carattere fortemente ferroso, pietra locale e appositi conglomerati cementizi, in sostituzione del volgare cemento e rivestimento catramoso preesistente, a memoria degli interventi precedenti e del vissuto di questo luogo, concorre a ricreare un intervento che rovescia di fatto la visione comune dell'attitudine antropica nei confronti del paesaggio. I progettisti, ponendo una particolare attenzione verso una progettazione che non tiene più soltanto conto del processo percettivo di quello che l'esterno suscita nell'utente, scatenandone le sensazioni al tatto, ma soprattutto della sua percezione aptica, che come noi sappiamo deriva dalla primissima impressione che il luogo suscita in chi lo fruisce (per es. umidità e temperatura) attraverso l'organo più esteso che il fruitore possiede (il suo rivestimento esterno), dimostrano di aver ben compreso, calandola sul magnifico luogo naturale, la lezione del padre del paesaggismo americano Frederick Law Olmsted che già dalla fine dell'Ottocento ricreava così ambienti salubri e di notevole qualità estetica nelle realtà urbane d'Oltreoceano. Annacaterina Piras Architetto
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona. Prima dell'intervento
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona. Prima dell'intervento
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona. Risultato finale
Marti Franch (EMF), con Ton Ardèvol, riabilitazione ambientale dell'area Tudela Culip (Cleb Med) nell'area del Parco Naturale di Cap de Creus, nei pressi di Girona. Risultato finale

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