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FAR: Goethe-Institut temporaneo

Fabrizio Gallanti legge la prassi 'in rete' di Marc Frohn e Mario Rojas attraverso l'intervento transitorio per il Goethe-Institut, ennesima prodezza dello studio, che si divide tra Germania, Cile e California.

L'architettura sviluppata dallo studio FAR (Marc Frohn e Mario Rojas) esprime la condizione peculiare dell'organizzazione del lavoro. FAR si descrive come un'attività "in rete", che si dipana toccando almeno tre punti nevralgici: Colonia in Germania, Santiago in Cile e Los Angeles in California. Il flusso costante d'informazione che connette questi poli determina che i diversi progetti siano legati meno a un'ipotesi di dialogo con le identità locali e di risposta tattica alle condizioni specifiche, per acquisire invece una natura "tecnica". Con questo aggettivo, si intende descrivere un'attitudine che identifica all'interno delle richieste della committenza una serie di dati e di necessità concrete o che analizza le potenzialità economiche, legali ed amministrative dei siti di intervento, per sviluppare delle soluzioni precise, che prescindono da questioni di forma e di espressione di un linguaggio autoriale.

Lungo le connessioni digitali che collegano le sedi di FAR (spesso in realtà, nulla di più di un laptop agganciato ad una rete Wi-Fi di un aeroporto o di un caffè) transitano diagrammi funzionali, tabelle quantitative, profili termici e igrometrici, calcoli strutturali, simulazioni impiantistiche. La massa in costante movimento dei successivi affinamenti delle ipotesi rende le attività di progettazione simili a quelle riferite ai prodotti del design, dove esiste un andirivieni incessante tra la determinazione delle idee, le verifiche di fattibilità tecnica ed economica, la prototipazione e le manifatture finali e dove, quindi, la successione lineare delle fasi prima di progetto e poi di produzione è invece sostituita da una serie di cicli ad anello, che informano gli avanzamenti successivi (in cibernetica i cosiddetti feedback loops, dove i risultati di una sperimentazione, ne modificano i parametri iniziali, creando le basi per i passi successivi).
La luce naturale penetra sino al cuore dell'edificio, filtrata attraverso pareti traslucide e un sistema di tendaggi agganciati al soffitto, che permettono di modificare gli usi di due spazi centrali, cavità pubbliche da cui dirigersi verso gli uffici e le aule, disposte lungo il perimetro
La luce naturale penetra sino al cuore dell'edificio, filtrata attraverso pareti traslucide e un sistema di tendaggi agganciati al soffitto, che permettono di modificare gli usi di due spazi centrali, cavità pubbliche da cui dirigersi verso gli uffici e le aule, disposte lungo il perimetro
I progetti e gli edifici che risultano da questa prassi di azione sono quindi assimilabili a vere e proprie macchine, perche rispondono con alla definizione di un palinsesto di obbiettivi predeterminati, sviluppando azioni precise. La casa Wall, costruita a Santiago nel 2006, è un esempio di questo approccio: una serie di materiali poco comuni in architettura sono assemblati per determinare un volume interno composto di strati successivi, che svolgono diversi ruoli: mitigazione climatica, tramite una membrana sintetica in uso per le serre agricole, separazione tra interno ed esterno con pareti in policarbonato e infine l'organizzazione degli ambienti interni tramite blocchi di scaffalature prefabbricate in officina utilizzando lamine di compensato, che assolvono anche il ruolo di irrigidimento statico. La disarticolazione del programma domestico in parti che possono essere montate liberamente e che non sono legate alle condizioni di un sito specifico, ha determinato che la Wall House si sia convertita in un prototipo commerciabile, che può essere, infatti, acquistato sul sito di case prefabbricate Hometta. La riduzione del tema a poche variabili che successivamente informano lo sviluppo del progetto si legge anche nella proposta per la House in Heat (la casa in calore) del 2007, dove la disposizione interna degli ambienti, disposti su più piani, e la volumetria totale a cuspide derivano dalla distribuzione dei gradienti termici, controllati tramite una pelle in PCM, in grado di rispondere alle variazioni climatiche durante il giorno e nel corso delle stagioni e una localizzazione strategica delle tubature per il riscaldamento ad acqua.
La sede temporanea del Goethe Institut a Santiago del Cile occupa un livello, non terminato e lasciato al grezzo, di un nuovo edificio per uffici del centro della città, in attesa del completamento del rinnovo della sede storica, danneggiata dal terremoto del 2010
La sede temporanea del Goethe Institut a Santiago del Cile occupa un livello, non terminato e lasciato al grezzo, di un nuovo edificio per uffici del centro della città, in attesa del completamento del rinnovo della sede storica, danneggiata dal terremoto del 2010
La forma diventa quindi la conseguenza dell'interpretazione di dati di provenienza tecnica, scientifica e talvolta legale riprendendo la fiducia nella diagrammazione come base per lo sviluppo del progetto, già espressa da architetti come MVRDV alla fine degli anni '90. La forma simile a una cima alpina dell'edificio per uffici Magnus Norwald a Colonia (2004-2005) deriva dall'applicazione al limite delle normative edilizie vigenti, con una somiglianza notevole alle ricerche sulle volumetrie ipotizzabili ad Amsterdam presentate da MVRDV nel volume FARMAX del 1998. La natura transitiva e mobile del lavoro di FAR, di fatto privo di una base concreta da cui operare, è espressa dalla metafora della valigia, che contiene l'installazione Global Economy, presentata a New York nel 2010 in occasione della mostra dell'Architectural League Prize for Young Architects and Designers: una serie di volumi stampati digitalmente e assemblati con banali pezzi di mobilio Ikea proietta sulle pareti un'iconografia fatta di ombre, che si adatta a qualsiasi luogo di esposizione. Ancora una volta, FAR, attraverso l'evanescenza dell'intervento mette in scena una rete di produzione intellettuale che unisce intorno alla produzione delle figure stampate, l'EPFL di Losanna con l'IIT di New Dehli.
La natura transitiva e mobile del lavoro di FAR, di fatto privo di una base concreta da cui operare, è espressa dalla metafora della valigia che contiene l'installazione Global Economy
Il mobilio esistente accoppiato a un sistema di scaffalature metalliche industriali, tamponate con pannelli in feltro fonoassorbenti, sovverte la geometria ortogonale dell'edificio
Il mobilio esistente accoppiato a un sistema di scaffalature metalliche industriali, tamponate con pannelli in feltro fonoassorbenti, sovverte la geometria ortogonale dell'edificio
La valigia come contenitore di un progetto, un'idea ricorrente nelle pratiche estetiche contemporanee, perlomeno dai tempi di Duchamp, riappare nell'intervento più recente di FAR, la sede temporanea del Goethe Institut a Santiago del Cile. L'intervento occupa un livello, non terminato e lasciato al grezzo, di un nuovo edificio per uffici del centro della città, in attesa del completamento del rinnovo della sede storica, danneggiata dal terremoto del 2010. Una cassa, ideata quindi per spostarsi tra la Germania e il Cile rivela, una volta aperta, la logica progettuale: i tracciamenti sul soffitto delle reti elettriche, dei sensori antincendio, dell'aria condizionata e degli sprinkler, che normalmente sarebbero occultati da sistemi di controsoffittatura definiscono la disposizione al suolo di pareti leggere disposte a ventaglio rispetto al nucleo centrale, che contiene bagni, scale e ascensori. Il mobilio esistente accoppiato a un sistema di scaffalature metalliche industriali, tamponate con pannelli in feltro fonoassorbenti, sovverte la geometria ortogonale dell'edificio, lasciando che la luce naturale penetri sino al cuore dell'edificio, filtrandola attraverso pareti traslucide e un sistema di tendaggi agganciati al soffitto, che permettono di modificare gli usi di due spazi centrali, cavità pubbliche da cui dirigersi verso gli uffici e le aule, disposte lungo il perimetro. Un'ennesima prodezza di FAR che dimostra la possibilità di una ricerca architettonica basata su un'interpretazione articolata e ricca dell'efficienza tecnica. Fabrizio Gallanti
I tracciamenti sul soffitto delle reti elettriche, dei sensori antincendio, dell'aria condizionata e degli sprinkler, che normalmente sarebbero occultati da sistemi di controsoffittatura, definiscono la disposizione al suolo di pareti leggere disposte a ventaglio rispetto al nucleo centrale, che contiene bagni, scale e ascensori
I tracciamenti sul soffitto delle reti elettriche, dei sensori antincendio, dell'aria condizionata e degli sprinkler, che normalmente sarebbero occultati da sistemi di controsoffittatura, definiscono la disposizione al suolo di pareti leggere disposte a ventaglio rispetto al nucleo centrale, che contiene bagni, scale e ascensori
Architetti: FAR frohn&rojas
Team di progetto: Marc Frohn, Mario Rojas Toledo, Max Koch, Natalia Becerra, Fabio Magnago, Steven Vidovic, Tim Maaßen, Philipp Kentgens, Marius Helten, Isabel Miño, Pia Custodis, Alex Seick, Nikola Freissmuth, Reina Pisano
Superficie: 1.024 mq
Costi: ca. 451.000 Euro
Cliente: Federal Republic of Germany
Consulenti: Constanzo EIRL, Masterclima S.A., Proingel Ltda, Gruposchutz S.A.
Lighting consultant Docevolts
Impresa costruzioni: Contractor constructora Ralun Ltda.
Appaltatori: Constanzo EIRL, Masterclima S.A., Proingel Ltda., Alumcrist Ltda., Creizet S.A., Luminotecnia S.A., Muebles Piramide Ltda., Puertas Bunker Ltda., M3MBRANE Sails

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