Promo testo stripe

Project Heracles #10

La selezione di Pippo Ciorra ha privilegiato le cartoline che introducono il tema del mare nostrum nel progetto.

Per leggere la serie dei commenti a Project Heracles di Lieven De Cauter e Dieter Lesage, Geoff Manaugh, Saskia Sassen, Bruce Sterling, Asif Khan e Pernilla Ohrstedt, Elisa Poli, Carson Chan, Salvatore D'Agostino, e Matteo Costanzo vai qui. Pippo Ciorra è il curatore cui oggi è stato chiesto di scegliere la sua selezione di cartoline tra le centinaia inviate a Domus.


Please, not another bridge
Ho guardato con attenzione, resistendo alla saturazione quando si va verso e oltre le cento proposte. Per dare a tutti pari opportunità ho rifatto il percorso all'indietro, e piano piano ho sentito affiorare qualcosa di simile a un criterio che potesse farmi da guida nella sequenza. Ho pensato soprattutto a due temi. Il primo è che lo Stretto di Gibilterra (denominazione platealmente eurocentrica) non è solo uno spazio che separa l'Europa dall'Africa ma anche lo spazio di accesso a un luogo che per molti versi unisce Europa e Africa: il Mediterraneo. Mi piacciono quindi le proposte che tengono conto di questo e che introducono il tema del mare nostrum nel progetto, spostando in qualche modo l'asse della questione.

Il secondo tema è quello della continuità/discontinuità tra le due terre, sempre a partire da una specie di istintiva ostilità all'idea che si possa reagire a una call del genere progettando un ponte. Quindi isole, arcipelaghi mobili e galleggianti che permettono di completare il periplo interminabile del mare nostrum senza interrompere il flusso che attraversa lo stretto. Ancora di più mi piacciono i progetti immateriali, sospesi tra paesaggio e una strana idea di arte pubblica a scala planetaria, capaci di definire uno spazio senza modificarlo. Da qui le scelte di palloni, fili, colori, eventi doppi (sulle due coste) che hanno il pregio di unire significato e leggerezza.

Cartolina #18. [immagine in alto] L'idea della zattera abitata non è male, anche se la forma proposta pecca di eccesso di architettura e di un po' di pesantezza. Simpatizzo però con il programma. .
In alto: The city on the water, Lucio De Luca (Italia). Sopra: Guggenheim Bilbao, Shicong Li.
In alto: The city on the water, Lucio De Luca (Italia). Sopra: Guggenheim Bilbao, Shicong Li.
Cartolina #19. [immagine sopra] Magari l'autore non ce l'ha in mente, ma l'idea di una o più megasculture di Serra in mare mi pare una splendida ipotesi. Approvo anche il programma-arcipelago
Rocklink, Eytan Kaufman and Andrea Ljahnicky, New York (US).
Rocklink, Eytan Kaufman and Andrea Ljahnicky, New York (US).
Cartolina #43. [immagine sopra] Naturalmente non mi piace affatto l'idea del "Gate", della chiusura, ma le due isole lungo il percorso accorciano la distanza, rendono la spazio percorribile e abitabile, e meritano riflessione.
Lo Stretto di Gibilterra (denominazione platealmente eurocentrica) non è solo uno spazio che separa l'Europa dall'Africa ma anche lo spazio di accesso a un luogo che per molti versi unisce Europa e Africa: il Mediterraneo.
Arie Kinsbrunner, Givataim (Israele).
Arie Kinsbrunner, Givataim (Israele).
Cartolina #59. [immagine sopra] Mi piace l'idea di considerare la questione Gibilterra-Ceuta all'interno di quella mediterranea. All'ora scopriremo che è un accesso e un confine labile e ci piacerà lasciarlo aperto.
Un ponte di isole-barche, Federica Maccelli, Lisbona (Portogallo).
Un ponte di isole-barche, Federica Maccelli, Lisbona (Portogallo).
Cartolina #91. [immagine sopra] L'idea delle isole mobili, insieme a quella dei palloni sospesi, è la mia preferita, perché invade lo spazio di mezzo, costruisce luoghi invece di infrastrutture.
Fragile Infrastructure #2, Sara Angelini e Davide Piccinni (Italia).
Fragile Infrastructure #2, Sara Angelini e Davide Piccinni (Italia).
Cartolina #106. [immagine sopra] Mi piace molto perché definisce uno spazio, senza costruirlo. In più non sceglie tra la direzione nord-sud (Europa-Africa) e quella Est-Ovest (Atlantico-Mediterraneo).
Solar powered floting Island, Mauro Parravicini, Rotterdam (Paesi Bassi).
Solar powered floting Island, Mauro Parravicini, Rotterdam (Paesi Bassi).
Cartolina #117. [immagine sopra] Molte barche fanno un'isola, un'isola che si muove può connettere invece che isolare. E poi c'è un sacco di riciclo possibile.
Kohei Tsuru, Kitakatsuragi-gun Nara (Giappone)
Kohei Tsuru, Kitakatsuragi-gun Nara (Giappone)
Cartolina #120. [immagine sopra] Colore luce e leggerezza, giusto per ricordarci che si tratta di un sogno. D'altronde ciò che non ci piace dell'idea di un ponte o una strada è la facilità del controllo. Devono piacerci tutti quei progetti che facilitano l'elusione del controllo.
Jbel Musa. Vista dello stretto di Gibilterra, agosto 2006. Lavinia Pulvirenti e Andrea Basile (Italia).
Jbel Musa. Vista dello stretto di Gibilterra, agosto 2006. Lavinia Pulvirenti e Andrea Basile (Italia).
Cartolina #123. [immagine sopra] Mi pare interessante perché l'andirivieni dei dirigibili, su larga scala diventa un airscape particolarmente interessante, capace di individuare lo spazio dello scambio nelle tre dimensioni.

Il sistema che trasforma l'outdoor in uno spazio su misura

Una struttura totalmente configurabile, capace di integrarsi con il paesaggio naturale e di creare uno spazio protetto da sole, vento e pioggia. Esiste: si chiama CODE.

  • Informazione pubblicitaria

Ultimi articoli di Architettura

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram