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L'Oceanário di Pedro Campos Costa

Grazie all'ampliamento terminato lo scorso aprile, l'Oceanário è diventato uno dei nuovi edifici simbolo della capitale portoghese.

Si tratta dell'ampliamento dell'Oceanário, tra i luoghi più frequentati del Parque das Nações, zona completamente trasformata in occasione dell'Expo del 1998 con interventi di progettisti come Alvaro Siza, Eduardo Souto de Moura, Santiago Calatrava.

Commissionato nel 2008 da Parque Expo e dalla direzione dell'Oceanário, l'edificio è stato completato in tempi brevissimi, nonostante le sostanziali modifiche apportate al progetto in corso d'opera. L'evoluzione progettuale dall'idea iniziale alla sua realizzazione ha visto lo studio Campos Costa Arquitectos lavorare a stretto contatto con la committenza, le imprese di costruzione e i consulenti scientifici, favorendo un rapporto dialettico che rispettasse le molteplici esigenze. La proposta si è basata su alcuni principi di partenza che ne hanno guidato lo sviluppo: la relazione con il contesto, il rapporto con l'edificio preesistente, le ragioni di sostenibilità energetica, fondamentali nella ricerca di Campos Costa sin dagli studi universitari.

Il nuovo complesso, oltre ad ospitare le mostre temporanee, un auditorium e servizi per il pubblico, è il nuovo ingresso all'Oceanário progettato nel 1998 dallo statunitense Peter Chermayeff, al quale è collegato tramite un ponte sospeso. Si tratta di un prisma irregolare le cui facciate sono diversamente inclinate, per servire da contrappunto all'opera di Chermayeff e relazionarsi alla piazza e agli edifici circostanti. È caratterizzato da una ricercata semplicità formale, accompagnata da un elaborato trattamento della superficie esterna e dalla creazione di una dinamica complessità spaziale – tratti identificativi della ricerca di Campos Costa, dal progetto della Casa não Casa al concorso per il Padiglione del Portogallo per l'Expo 2008 di Saragozza.

La parete specchiante d'entrata all'edificio. Il volume aggettante del complesso trasforma lo spazio d'ingresso in una piazza coperta, modulando il passaggio tra interno ed esterno. Foto © <a href="www.brunecky.com" target="_blanK">Radek Brunecky</a>
La parete specchiante d'entrata all'edificio. Il volume aggettante del complesso trasforma lo spazio d'ingresso in una piazza coperta, modulando il passaggio tra interno ed esterno. Foto © Radek Brunecky
La continuità con l'intorno è esaltata dalla struttura che, sospesa su setti di cemento armato, sembra librare nell'aria, definendo uno spazio pubblico coperto. La piazza entra idealmente nell'edificio, mettendone in evidenza le spiccate qualità urbane. L'obiettivo è quello di inserirsi armoniosamente in un sistema che negli anni ha dimostrato la sua efficacia per aver trasformato una zona degradata in un importante punto di riferimento per gli abitanti di Lisbona e per i turisti.
La nuova architettura si sviluppa su tre livelli raccordati da una scala che è uno degli elementi più significativi per la definizione della spazialità interna. Situata nel nucleo centrale dello stabile, deve la sua evoluzione formale alle tre differenze di quota che caratterizzano l'edificio. Connette la hall di ingresso con il piano seminterrato, in cui trova posto un auditorium per 125 persone, e con il livello superiore, che ospita 600 mq dedicati alle mostre temporanee e la caffetteria/ristorante.
E proprio la caffetteria è uno dei luoghi più suggestivi per il visitatore. Qui lo spazio sembra definirsi in base all'ingresso della luce naturale, attraverso la superficie esterna dell'edificio che da compatta si fa rarefatta, favorendo l'osmosi tra gli interni e il paesaggio urbano circostante.
La ricerca sulla luce come elemento compositivo è centrale in questo progetto sin dalla prima proposta del 2008 che prevedeva una struttura in cemento prefabbricato che si 'smaterializzava' in corrispondenza di una serie di fori variamente posizionati.
Veduta esterna dell'edificio. Foto © <a href="www.brunecky.com" target="_blanK">Radek Brunecky</a>
Veduta esterna dell'edificio. Foto © Radek Brunecky
L'attuale soluzione è senza dubbio più scenografica. La superficie esterna è rivestita da più di 5.000 elementi di ceramica, distinti da lievi variazioni cromatiche, a richiamare la pelle squamata di un pesce o la superficie increspata dell'acqua toccata dai raggi solari. Il rivestimento, che all'altezza della caffetteria si dirada per dar vita a molteplici giochi di luce, è il momento di maggiore ricerca tecnologica dell'intero processo costruttivo. Realizzata da Ceramica Cumella, prestigiosa industria artigianale legata alla lavorazione della ceramica in tutte le sue declinazioni, è una soluzione sperimentale studiata per l'occasione con l'architetto Campos Costa, cercando di esaltare le peculiarità tattili e materiche dell'architettura. Un banco di prova straordinario, il rapporto tra l'impresa e l'architetto, per la ricerca di soluzioni innovative piuttosto che di modalità uniformate.
La continuità con l'intorno è esaltata dalla struttura che, sospesa su setti di cemento armato, sembra librare nell'aria, definendo uno spazio pubblico coperto. La piazza entra idealmente nell'edificio, mettendone in evidenza le spiccate qualità urbane.
In alto: vista generale dell'edificio con la piazza e i giochi d'acqua preesistenti. Sopra: la caffetteria/ristorante. Qui la superficie esterna dell'edificio da compatta si fa rarefatta, lasciando filtrare la luce naturale ed esaltando la fusione tra gli spazi interni e il contesto. Foto © <a href="www.brunecky.com" target="_blanK">Radek Brunecky</a>
In alto: vista generale dell'edificio con la piazza e i giochi d'acqua preesistenti. Sopra: la caffetteria/ristorante. Qui la superficie esterna dell'edificio da compatta si fa rarefatta, lasciando filtrare la luce naturale ed esaltando la fusione tra gli spazi interni e il contesto. Foto © Radek Brunecky
Il risultato non è la consueta composizione meccanica di elementi standardizzati, ma un manto dalle spiccate qualità artistiche in grado di trasformare l'edificio in "un ambiente luminoso, trascendente, meraviglioso". "Ciò che più mi stimola nel mio mestiere di architetto – afferma Pedro Campos Costa - è l'esigenza di inseguire e realizzare un sogno. In fondo è questa la più banale e irrazionale qualità che ci distingue dalle macchine o dagli animali. La società in cui viviamo sembra dover corrispondere a una scheda excel, ma la poesia continua ad albergare in un luogo incerto." Emilia Giorgi

Oceanário, Lisbona
Architettura:
Campos Costa Arquitectos
Coordinatore: Pedro Campos Costa
Progetto: Pedro Campos Costa, Marta Onofre, Ivan Teixeira, Ana Mendes
Esecuzione: Pedro Campos Costa, Duarte Santo, Mário Ferreira, Francisco Lemos, Marta Onofre, Alessia Allegri e Daniela Figueiredo Consulenti: Countant Aquariums
Struttura: Betar, estudos e projectos de estabilidade
Specialisti: EPPE, progetti di ingegneria
Installazioni meccaniche: Promee
Acustica: Dblab
Cliente: Parque Expo'98 SA e Oceanário de Lisboa
Costi realizzazione: 3.700.000 euro
Superficie costruita: 4000 m2
Materiale principale: facciata in ceramica (Cumella Ceramics, Disset, Spagna)
A sinistra: la scala che dall'auditorium del piano seminterrato conduce alla hall di ingresso e ai piani espositivi. A destra: l'auditorium di 125 posti ospita una grande varietà di eventi, dalle conferenze agli spettacoli per bambini, dai workshop alle proiezioni. La superficie interna, rivestita di MDF nero, è scandita da ‘tagli’ di luce artificiale diversamente posizionati. 

Foto © <a href="www.brunecky.com" target="_blanK">Radek Brunecky</a>
A sinistra: la scala che dall'auditorium del piano seminterrato conduce alla hall di ingresso e ai piani espositivi. A destra: l'auditorium di 125 posti ospita una grande varietà di eventi, dalle conferenze agli spettacoli per bambini, dai workshop alle proiezioni. La superficie interna, rivestita di MDF nero, è scandita da ‘tagli’ di luce artificiale diversamente posizionati. Foto © Radek Brunecky

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