Project Heracles #3

Continua la serie dei commenti alle cartoline inviate per Project Heracles, e tocca ora a Saskia Sassen scegliere le proposte che preferisce tra le centinaia che Domus ha ricevuto.

In maggio, su ispirazione di uno scambio di email tra i filosofi Lieven De Cauter e Dieter Lesage, Domus ha invitato i lettori a inviare le loro idee di un possibile collegamento tra il continente africano e quello europeo attraverso lo stretto di Gibilterra. I risultati in termini di scala – e di fattibilità – vanno dalla semplice funicolare alla gigantesca città mediterranea galleggiante, spesso con la messa in causa della travagliata storia dei rapporti tra i due continenti. Nella serie dei commenti alle scelte di De Cauter e Lesage, dopo la selezione di Geoff Manaugh, tocca ora a Saskia Sassen, nostra collaboratrice, scegliere le proposte che preferisce tra le centinaia che Domus ha ricevuto.


Ho spesso pensato che il Mediterraneo dovesse finalmente tornare a essere uno spazio e non un muro. Una volta era uno spazio centrale di interazione e d'azione. Oggi è uno spazio sorvegliato. Sul Mediterraneo si affaccia la maggior parte delle religioni del mondo, con un ampia varietà di culture, di economie, di società differenti: un mondo in uno spazio concentrato. Un'infinita tristezza nasce da questo mare oceanico che, solo nell'ultimo decennio, ha visto annegare oltre 10.000 donne, uomini e bambini che speravano di raggiungere una nuova vita. La necessità di andare oltre il Mediterraneo come muro e spazio sorvegliato e di recuperarne il tessuto connettivo, quindi, mi ha guidato nella scelta di queste cinque idee.

Cartolina #7. [immagine in alto] In modo inconsueto le visualizzazioni si riferiscono ai navigatori più modesti del Mediterraneo: i migranti in cerca di sostentamento. E la complessità sta nell'acqua, invisibile, sotto la superficie. L'opposto dell'impostazione pubblicitaria: tutta superficie e poca profondità.
Geostrategic platform. Seeking for the encounter of problematics. Gabriel Esteban Duque, Juan Miguel G?mez, Maria Isabel González, Medellín (Colombia).
Geostrategic platform. Seeking for the encounter of problematics. Gabriel Esteban Duque, Juan Miguel G?mez, Maria Isabel González, Medellín (Colombia).
Cartolina #17. [immagine qui sopra] Una piattaforma geostrategica: che mille fiori fioriscano… e facciano del Mediterraneo un tessuto connettivo, non un muro.
In alto: Fernand Braudel (Italia. Sopra: The shortest distance For wi-Fi connection. Christian Chiamulera (Italia).
In alto: Fernand Braudel (Italia. Sopra: The shortest distance For wi-Fi connection. Christian Chiamulera (Italia).
Cartolina #11. "Dal silicone è meglio che dal vivo." Anzi, il punto forte del progetto sta proprio nel dimostrare come il silicone non sia sufficiente a costruire il ponte: servono le persone, il difficile allestimento dei macchinari, e poi occorrono le rive settentrionale e meridionale del Mediterraneo… che è proprio quello che mi piace di questo progetto.
La necessità di andare oltre il Mediterraneo come muro e spazio sorvegliato e di recuperarne il tessuto connettivo, quindi, mi ha guidato nella scelta di queste cinque idee.
Building mental bridges. Werner Pfeffer, Linz (Austria).
Building mental bridges. Werner Pfeffer, Linz (Austria).
Cartolina #42. [immagine qui sopra]Ponti mentali combinati con nodi geografici estremamente reali: Tarifa e Tangeri. E Tangiers di Natalia Ribas-Mateo racconta tutto a fondo.

Cartolina #45. [immagine sotto] Possiamo hackerare tutto?... E poi fare il ponte.
Gibraltar watch. Demilitarizing the chokepoint. Deborah Natsios & John Young Architects, Cryptome.org (U.S.A.).
Gibraltar watch. Demilitarizing the chokepoint. Deborah Natsios & John Young Architects, Cryptome.org (U.S.A.).
Saskia Sassen attualmente insegna Sociologia alla Columbia University dove codirige The Committee on Global Thought [Commissione sul Pensiero Globale]. Ha scritto, tra gli altri, per The Guardian, The New York Times, Le Monde, e Newsweek International, scrive regolarmente per openDemocracy e The Huffington Post. Tra i suoi libri più recenti Territory, Authority, Rights: From Medieval to Global Assemblages (Princeton University Press, 20083; trad. it. di Nuccia Malinverni e Giuseppe Barile, Territorio, autorità, diritti: assemblaggi dal medioevo all'età globale, Milano, Bruno Mondadori, 2008) e A Sociology of Globalization (W.W. Norton, 2007; trad. it. di Pietro Arlorio, Una sociologia della globalizzazione, Torino, Einaudi, 2008).

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