Nell'esperienza di Emergency, costruire un ospedale è qualcosa di più di costruire un edificio funzionale: è progettare un luogo adatto alla ricostruzione umana. Lavoriamo in zone di guerra o di povertà estrema, i nostri pazienti sono spesso persone che si ritrovano a dover imparare a vivere in corpi improvvisamente mutilati o invalidi.
Per questa ragione vogliamo che i nostri ospedali siano anche belli, 'scandalosamente belli': perché la bellezza diventa segno di rispetto verso persone profondamente segnate dalla guerra o dalla malattia e un luogo bello offre le condizioni essenziali per recuperare dignità nella sofferenza. Per questa ragione in ogni nostro ospedale hanno una grandissima importanza le sale gioco per i bambini, gli spazi di socializzazione e i giardini: la cura non passa solo da sale operatorie e corsie, ma da un'attenzione per la persona nella sua totalità. Gino Strada
Costruire in Darfur può essere un'occasione per riflettere su un'alternativa possibile a quel modello di sviluppo che sembra aver fatto perdere il senso della misura a gran parte dell'occidente. L'Africa costituisce un'opportunità, perché, attraverso le sue mille contraddizioni e arretratezze, mantiene ancora un forte legame con la realtà e la memoria del passato; è un luogo in cui il consumismo rappresenta un miraggio promesso e mai raggiunto. Paradossalmente può essere un laboratorio per tutto il pianeta perché sa ancora convivere, in modo creativo e spesso leggero, con l'assenza del necessario, con la mancanza nel quotidiano, con quelle condizioni in cui l'occidente potrebbe doversi confrontare nel prossimo futuro. Allora fare architettura là dove si è appena concluso un lungo conflitto può servire a esplorare quella sorta di grado zero che è la fine di una guerra, dove tutto è da reinventare. In questo contesto la clinica pediatrica di Emergency a Nyala (capitale del Sud Darfur) ha un valore simbolico fortissimo. Non è solo una risposta all'emergenza ma è anche un esempio per ripensare al futuro in modo non convenzionale. Un pensiero che pone al centro il tema di uno sviluppo realmente sostenibile per tutto il pianeta. La ricerca della massima semplicità ci è parsa, così, come l'unica strategia efficace per affrontare il progetto: un processo di riduzione e semplificazione del superfluo, una prova di 'decrescita', da sperimentare in questo angolo di mondo e non solo qui.
La clinica di Emergency è inconfondibilmente un edificio pubblico che prova a esorcizzare la realtà di un mondo ancora precario, parla il linguaggio di una modernità diversa, in cui la decrescita rappresenta l'occasione per costruire un piccolo frammento di giustizia.
Project manager: Pietro Parrino
Coordination: Rossella Miccio, Pietro Parrino
Plant design: Franco Binetti con Nicola Zoppi
Structural engineering consulting: Francesco Steffinlongo
Site supervision: Roberto Crestan, Alessandro Tamai
Client: Emergency NGO
