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Il nuovo Hermès Rive Gauche

Il terzo store parigino di Hermès si installa in una piscina Art Déco anni Trenta. Un volume spettacolare che si tuffa nella contemporaneità.

Che Hermès stesse ristrutturando uno spazio sulla Rive Gauche per farne il suo terzo negozio parigino lo sapevano già da diversi mesi gli insider del lusso, che sono subito scattati alla ricerca di notizie sull'operazione e subito dopo sono partiti alla ricerca di possibili spazi espositivi proprio in quella zona. Già, perché dove si muove il marchio del lusso più atipico nel panorama attuale –perché vanta una storia in ascesa iniziata oltre 170 anni fa ed è saldamente nelle mani dei membri della famiglia, che detiene il 73,4% del suo capitale ed è anche capo della direzione artistica – gli affari girano. Che Hermès sia un modello vincente è fuori da ogni dubbio, come confermano i dati commerciali dichiarati a terzo trimestre avanzato, in un'annata che certo pochi brand ricorderanno come memorabile: un aumento del 30,5% del giro d'affari e una conseguente previsione di aumento di vendite annue del 15%. Che la chiave del suo successo sia una strategia basata sul culto della qualità e della bellezza portata avanti senza mezze misure e senza intercessioni alle mode del momento, in tutti gli ambiti d'azione dell'azienda, è altrettanto noto: ecco perché anche l'inaugurazione di un nuovo store è un evento catalizzatore di attenzione. Le ragioni di interesse nei confronti di Hermès Rive Gauche sono quindi da rintracciarsi sotto il profilo strategico – perché costituisce un avamposto verso un possibile altro polo del lusso a Parigi – ma anche sotto quello progettuale in senso stretto – perché il nuovo store costituisce un passo verso una visione più contemporanea, dell'architettura d'interni e del concept del negozio ad un tempo. Denis Montel, a capo dello studio Rdai che ha ideato il progetto di riconversione della ex piscina Art Déco Lutetia, mette bene in evidenza questi fattori. "Il negozio Hermès al 24 di Faubourg Saint-Honoré", dichiara, " è stato completamente ristrutturato nel 1926, quindi si può dire che sia quasi contemporaneo alla piscina Lutetia. Ma mentre in quel caso la maison si è mantenuta fedele alle sue origini, attraversando la Senna ha anche fatto un viaggio nel tempo, attraverso il Ventesimo secolo. A rue de Sevres abbiano capito come l'architettura Hermès 'sull'acqua' sarebbe stata orgogliosamente contemporanea".
La scala, una “quarta tenda”, costituisce il collegamentto tra l’ingresso e l’open space della piscina (foto Michel Denancé).
La scala, una “quarta tenda”, costituisce il collegamentto tra l’ingresso e l’open space della piscina (foto Michel Denancé).
Inaugurata nel 1935 e chiusa nel 1970, la Lutetia aveva subito profonde trasformazioni a partire dal 1978 e fino al 1998, con l'installazione dello showroom del duo del pret-à-porter Elie e Jacquelin Jacobson, per essere poi riconosciuta come monumento nazionale nel 2005. Il progetto di Rdai deve quindi fare i conti con i criteri conservatori imposti dalle Belle Arti, un fattore che non ostacola affatto il nuovo progetto, che intende valorizzare il portato del passato e introdurre il nuovo tramite un'operazione di 'addizione'.
Le imponenti strutture della scala, ampia quattro metri, sono realizzate con assicelle ricurve di legno, mentre i corrimano sono rivestiti in pelle (foto Bruno Clergue).
Le imponenti strutture della scala, ampia quattro metri, sono realizzate con assicelle ricurve di legno, mentre i corrimano sono rivestiti in pelle (foto Bruno Clergue).
La struttura è stata rispettata (la piscina è stata coperta con una soletta in materiale composito ma lasciata intatta), gli elementi decorativi esistenti su pavimento, pareti e colonne sono stati mantenuti e all'occorrenza restaurati: le tessere di mosaico formate da frammenti di smalto, vetro e ceramica sono ancora ovunque, declinate in bianco, beige, verde chiaro, grigio, argento, oro; un granito grigio chiaro con inserti in marmo verde copre quasi tutta la pavimentazione, mentre ai lati della piscina ci sono frammenti di piastrelle bianche, beige, ocra e verde assemblate con la tecnica dell'opus incertum.
Gli elementi ornamentali originali di pavimento e parete sono stati conservati e restaurati (foto Bruno Clergue).
Gli elementi ornamentali originali di pavimento e parete sono stati conservati e restaurati (foto Bruno Clergue).
Oltre alla scelta di colori 'acquatici' dalla superficie riflettente, per accrescere il richiamo alla piscina sono state predisposte proiezioni sul soffitto fatte tramite il sistema di illuminazione. Anche gli elementi architettonici che sono stati disegnati per lo store seguono questo richiamo alla fluidità dell'acqua: sono leggeri e flessibili, predisposti per essere spostati e cambiare scenografia. A rompere questo perfetto spaccato Art Déco ci pensano le nuove tende (o capanne, nidi, case, ognuno ritrova il proprio immaginario), tre padiglioni in legno intrecciato dalla forma organica, diversi per forma e dimensione, destinati a fare da casa alla collezione home, che per l'inaugurazione è costituita dalla riedizione di una selezione di arredi dell'interior decorator degli anni Venti e Trenta Jean-Michel Frank.
Pavimenti, colonne e scale sono rivestiti in mosaico, pezzi di piastrelle o granito (foto Bruno Clergue).
Pavimenti, colonne e scale sono rivestiti in mosaico, pezzi di piastrelle o granito (foto Bruno Clergue).
"Mi sono ispirato agli scheletri di balena che ho visto al Musée National d'Histoire Naturelle, al Jardin des Plantes di Parigi", afferma Montel, "ma anche alle strutture mobili da viaggio e alle miniature di navi nelle bottiglie". L'immagine che si presenta agli occhi di chi accede al nuovo store da un ingresso sobrio (ma raffinato) e procede lungo lo spazio visivamente ridotto rispetto all'originale (con interventi a soffitto e pareti) è davvero intesa.
Le tende che ospitano la collezione arredo di Hermès sono strutture autoportanti e costruite in legno di frassino, costituite da un sistema di assicelle (6 x 4 cm) che hanno un doppio raggio di curve (foto Michel Denancé).
Le tende che ospitano la collezione arredo di Hermès sono strutture autoportanti e costruite in legno di frassino, costituite da un sistema di assicelle (6 x 4 cm) che hanno un doppio raggio di curve (foto Michel Denancé).
La configurazione dell'intero spazio aiuta sicuramente a produrre l'effetto finale: il negozio si sviluppa su 2.155 mq dei quali 1470 occupato dall'area espositiva, largamente concentrata nel grande atrio centrale che occupa circa 1000 mq. "Ci servono spazi in cui venga raccolta tutta la gamma dei nostri prodotti", precisa Pierre-Alexis Dumas, meno negozi ma più grandi". La prossima tappa verso questa direzione strategica è Shangai, dove è in corso la ristrutturazione di un palazzo anni Trenta che dovrebbe essere pronto per il 2013.
Per l’inugurazione del negozio, la maison ha presentato una riedizione di arredi anni Venti e Trenta dell’interior decorator Jean-Michel Frank (foto Michel Denancé).
Per l’inugurazione del negozio, la maison ha presentato una riedizione di arredi anni Venti e Trenta dell’interior decorator Jean-Michel Frank (foto Michel Denancé).
L'immersione nel mondo Hermès che i progettisti e la direzione dell'azienda ci propongono è completa. L'estensione del concetto di "total look", la proposta di un lifestyle, che ha portato ad ampliare negli anni la gamma di prodotti (profumi, gioielli, orologi, moda maschile e femminile, pelletteria, scarpe, mobili) si è estesa anche ai servizi, nuovi 'métiers' che in Hermès Rive Gauche si aggiungono a quelli in cui tradizionalmente è divisa la produzione della maison.
La piscine Lutetia nell’interpretazione dell’illustratore Martin Veyron. Aperta nel 1935, è stata chiusa nel 1970; nel 1978 è stata trasformata in showroom, chiuso nel 1998, ed è diventata monumento nazionale nel 2005 (foto Michel Denancé).
La piscine Lutetia nell’interpretazione dell’illustratore Martin Veyron. Aperta nel 1935, è stata chiusa nel 1970; nel 1978 è stata trasformata in showroom, chiuso nel 1998, ed è diventata monumento nazionale nel 2005 (foto Michel Denancé).
"Abbiamo fatto spazio a nuovi amici", così li chiama il direttore creativo Pierre-Alexis Dumas: il primo in ordine di apparizione è il fioraio Baptiste Pitou, i cui fiori accolgono il visitatore all'ingresso, poi vengono la libreria Chaine d'encre e la tearoom Le Plongeoir (che serve anche pasti veloci), entrambe sistemate ai piani superiori, ai bordi dell'atrio che ospitava la piscina. Ecco quindi altre tre buone ragioni per attraversare la Senna, e tuffarsi in questo nuovo concetto di store.
Alte oltre nove metri, le tre tende si piegano salendo, come se attratte dai lucernari (foto Bruno Clergue).
Alte oltre nove metri, le tre tende si piegano salendo, come se attratte dai lucernari (foto Bruno Clergue).

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