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La Green School

Nel profondo della giungla balinese, un complesso scolastico in bambù diventa il luogo per formare nuove generazioni di leader per la sostenibilità.

In una striscia di giungla nei pressi di Ubud, a Bali, la Green School sta per terminare il secondo anno di attività. Il gong annuncia l'inizio delle lezioni durante le quali gli allievi studiano in padiglioni di bambù senza pareti. Una gallina e due pulcini attraversano saltellando il pavimento di terra dell'anfiteatro, mentre gli inservienti raccolgono le foglie di banano utilizzate per servire un pranzo composto di cibi organici. In un approccio che predilige uno sviluppo dalla base, tutte le oltre trenta strutture del campus sono realizzate in bambù e concepite come trait d'union tra design e nucleo pedagogico della scuola.

Cynthia, americana, e il suo compagno, il designer canadese John Hardy, vivono a Bali da più di trent'anni. Nel 2007, dopo aver ceduto la loro proficua attività nel ramo della gioielleria, hanno fondato una scuola concepita come alternativa agli istituti internazionali disseminati nell'isola e legati al concetto dello spazio didattico chiuso tra quattro mura. Ispirata al modello educativo elaborato da Rudolf Steiner, imperniato sul concetto di apprendimento esperienziale, la Green School punta a educare i leader futuri nel campo della sostenibilità. Quest'anno, l'istituto ha arruolato duecento studenti, a partire dall'insegnamento elementare fino al Grade Twelve (corrispondente al biennio super ior e dell'ordinamento italiano).

Per realizzare la scuola, John Hardy non si è rivolto al circuito dei concorsi internazionali di architettura, ma ha preferito una compagine eclettica, fatta di designer, artisti e architetti specializzati nella costruzione in bambù. Ha quindi affidato la prima direzione del progetto allo scultore Aldo Landwehr, svizzero residente a Bali, scomparso nel 2009. Hardy stesso ha delineato il piano di massima, e fondato una società – oggi conosciuta con il nome di PT Bamboo Pure – per progettare, costruire e arredare la scuola.
La struttura è stata realizzata con tre tipi
diversi di bambù: il Petung, il Tali e il Duri.
I tetti sono ricoperti, per la maggior parte,
con erba Alang Alang. I muri sono in
bambù, terra battuta, fango, cotone. Gli
arredi, infine, sono completamente in
bambù
La struttura è stata realizzata con tre tipi diversi di bambù: il Petung, il Tali e il Duri. I tetti sono ricoperti, per la maggior parte, con erba Alang Alang. I muri sono in bambù, terra battuta, fango, cotone. Gli arredi, infine, sono completamente in bambù
Una serie di esperimenti nella realizzazione di elementi d'arredo ha reso familiare al gruppo dei progettisti il comportamento del bambù, un materiale che può essere diviso con tagli laterali o trasversali, producendo differenti componenti strutturali. Il 2007 segna la realizzazione della prima struttura del campus, il ponte Kul-Kul, che si stende per ventidue metri sopra il fiume Ayung. Le curve concave e convesse, di derivazione organica, hanno funzioni parzialmente ornamentali, ma seguono anche la naturale tendenza del bambù ad arcuarsi e torcersi. La semplicità della costruzione consente anche al profano di comprendere in che modo i diversi elementi siano uniti, trasformando la passeggiata per il campus in una lezione interattiva di tecniche costruttive. Visitare la Green School significa entrare in un universo estetico, nel quale l'architettura globale riveste la stessa importanza del più piccolo dei dettagli. La segnaletica in bambù ci guida tra diverse aree didattiche, fatte di padiglioni in bambù con tetti in erba Alang Alang, banchi, sedie e gabinetti sempre in bambù. Dello stesso materiale sono le arpe con cui gli allievi studiano musica, oppure i recinti all'interno dei quali praticano sport.
scorci della “Heart
of School”. Formata da una doppia ellisse,
ospita il nucleo centrale della scuola. Tre
scaloni salgono ai livelli superiori avvolgendosi
attorno alle strutture portanti
scorci della “Heart of School”. Formata da una doppia ellisse, ospita il nucleo centrale della scuola. Tre scaloni salgono ai livelli superiori avvolgendosi attorno alle strutture portanti
Il responsabile del reclutamento, Ben Macrory, descrive la scuola come un "laboratorio vivente", nel quale gli studenti apprendono materie quali l'ecologia dei fiumi, la coltivazione del riso e la costruzione in bambù; si sta inoltre mettendo a punto un programma dedicato alle specie di ucceli in pericolo di estinzione, come il Bali Starling. E se si ha l'impressione che l'apprendimento in un ambiente privo di pareti possa comportare problemi di disciplina, Cynthia definisce la Green School "ADD-friendly": in una settimana, i bambini dislessici che giungono alla scuola appaiono concentrati e a loro agio all'interno del "caos della natura".
Per molti versi, la crescita della Green School riecheggia più con la tradizione vernacolare che con i canoni formali dell'architettura. Come illustrava "Architecture without Architects", la storica mostra curata da Bernard Rudofsky al Museum of Modern Art di New York nel 1964, l'essere umano ha sempre cercato dei siti tali da creare "un entusiasmo generato da un paesaggio superbo". La Green School sorge su ripidi declivi, così che l'architettura, piuttosto che apparire separata dal contesto, risulta esserne parte: il piano generale induce un senso di esplorazione e coabitazione con la natura.
La Green School sorge su ripidi declivi, così che l'architettura, piuttosto che apparire separata dal contesto, risulta esserne parte
Nata per formare "cittadini globali", la Green School è architettura che simboleggia filosofia e pedagogia. La struttura più elaborata è la cosiddetta "Heart of School": il cuore della scuola, formato da tre coni intrecciati che ricordano una doppia ellisse. Tre scale a chiocciola collegano i piani che ospitano l'amministrazione, il laboratorio di computer, gli spazi per l'arte e la biblioteca. Costruita utilizzando del Petung, la varietà più solida di bambù, la struttura è lunga sessanta metri e si alza verso al cielo fino all'altezza di diciannove metri. Tutti i visitatori più celebri, come il premio Nobel Muhammad Yunus, passano sotto la volta di Alang Alang. E questo pantheon di bambù conferisce al programma della scuola un carattere autorevole.

Nei limiti inerenti al materiale, fioriscono le variazioni di ordine formale. Nel suo Essai sur l'architecture, Marc-Antoine Laugier postulava l'idea che le radici di ogni tipo di architettura vadano individuate nella capanna primitiva, fatta di tronchi e rami d'albero. Il frontespizio del volume conteneva un'incisione raffigurante la dea dell'architettura che indica una struttura intesa a esprimere tale verità: "L'arte", dichiarava Laugier, "è nata imitando la natura". Ponendosi su questa stessa linea, il progetto ispira una cultura di creatività localizzata, opposta alla fabbricazione high-tech. Come un artigiano costruisce basandosi su poche, semplici tecniche per poi svilupparle in infinite iterazioni, la costruzione della Green School è più vicina alla mano che intreccia un tessuto: uniforme nel materiale, sofisticata nella composizione.
Green School
Bali, Indonesia
Architects: PT Bamboo Pure
Design team: John Hardy (owner and inspirator); Aldo Landwehr (creative director), Cheong Yew Kuan, Effan Adhiwira, Miya Buxton, Hanno Burtscher, Phillip Beck, Stephanie Gunawan, Erin Johnson, Kendra Spanton, Yulianto Maliang, I Nyoman Kerta, I Gusti Ngurah Putra Wiarsa, Heru Wijayanto (designers), Joerg Stamm (bamboo consultant)
Structural engineering: Faculty of Civil Engineering, Gadjah Mada University,
Jogjakarta, Ir. Morisco, Ashar Saputra, Inggar S. Irawati
Construction supervision: PT Bamboo Pure
Client: Yayasan Kul Kul
Built area: 5,534 m2
Cost: approx. 3.120.000 USD
Design phase: June 2005 – September 2007
Construction phase: February 2007 – December 2007
I due ponti in bambù che
collegano le due aree del campus. La Green
School, infatti, si articola in una cinquantina di
strutture e padiglioni che sono, per la maggior
parte, privi di pareti perimetrali
I due ponti in bambù che collegano le due aree del campus. La Green School, infatti, si articola in una cinquantina di strutture e padiglioni che sono, per la maggior parte, privi di pareti perimetrali

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