La Kunsthalle temporanea di Berlino

Dopo due anni di attività, con una magistrale meta-struttura di John Bock, il 31 agosto cala il sipario sulla "Temporäre Kunsthalle" di Berlino.

Sta per calare il sipario sulla "Temporäre Kunsthalle" di Berlino. Dopo due anni di programmazione che ha visto le opere di Katharina Grosse, Phil Collins e Simon Starling, l'esposizione finale di questo spazio dedicato all'arte sarà il FischGrätenMelkStand (il mungitoio a spina di pesce) di John Bock, dopodiché i ponteggi saranno smontati. La facciata, un progetto di Carsten Nicolai, è una tela bianca e fa parte anch'essa della programmazione artistica.

Per il FischGrätenMelkStand, John Bock ha sviluppato una magistrale meta-struttura al cui interno mette in mostra i lavori di sessantatré artisti, architetti e compositori. A fianco d'installazioni, film, modelli e sculture, ci sono anche materiali scenici di film storici, spartiti musicali, libri e vari reperti collezionati da ammiratori. La spina di pesce del titolo si riferisce al disegno simmetrico di questi tipi di meccanismi automatizzati usati per la produzione di latte nelle aziende agricole. La costruzione di acciaio alta undici metri crea una serie di spazi su quattro piani, e mette in relazione le singole opere d'arte in una sorta di Gesamtkunstwerk, o opera d'arte totale. Le dimensioni di questa installazione in cui ci si può camminare dentro sono simili a quelle di una casa ad appartamenti di Berlino, con una superficie di quasi 150 metri quadri per livello. L'architettura dall'aspetto quasi di fortuna delle sale consiste in un miscuglio di vari materiali, dalla lamiera ondulata, al legno, a copertoni d'auto, lenzuola, calze e pizze bruciate.

Diversamente dal cubo bianco classico, questo scenario offre alle opere d'arte in mostra un ambiente per niente neutro. All'interno di una struttura che è al tempo stesso, e in egual misura, sia funzionale che grottesca, le opere si fondono con lo spazio circostante o si contrappongono fortemente ad esso. In questo modo, John Boch crea dei legami e delle contraddizioni sorprendenti, poetiche, formali e tematiche che si rifanno alla cultura pop, l'architettura, il cinema, il mondo della scienza e la vita quotidiana, cosi come anche alla parapsicologia, la musica e la moda. L'installazione-facciata finale di Carsten Nicolai si chiama autoR. autoR è concepita come un processo in grado di organizzare se stesso. Individualmente, Il pubblico contribuisce in modo attivo al design stesso della facciata applicando adesivi disegnati dall'artista. La facciata nuda della Kunsthalle così diventa uno schermo per le proiezioni di ciò che è possibile e si mette a confronto con i numerosi cartelloni pubblicitari e le proiezioni architettoniche che la circondano. Nicolai afferma che "questo modello serve da principio ordinatore per facilitare l'identificazione del movimento caotico. Io sono interessato a entrambe – caos e ordine – ed'è incredibile come questi due si trovino così vicini l'uno all'altro." La Kunsthalle chiuderà il 31 agosto. Beatrice Galilee
John Bock, FischGrätenMelkStand, 2010. Photo Jan Windszus 
© 2010 John Bock.  
Courtesy of Klosterfelde, Berlin; Anton Kern, New York
John Bock, FischGrätenMelkStand, 2010. Photo Jan Windszus © 2010 John Bock. Courtesy of Klosterfelde, Berlin; Anton Kern, New York

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