Carico di valori simbolici, il padiglione (costituito da due piani per una superficie di 6.000 metri quadrati: uno dei più grandi dell'Expo e il più grande nella storia della Corea del Sud) è ricoperto da un'epidermide di 40.000 pannelli a pixel. I pixel colorati della "decorazione" hangul sono stati progettati dall'artista coreano Ik-Joong Kang. Come in un SMS alto venti metri i singoli pixel si illuminano creando dei caratteri.
Per la pavimentazione del piano terreno gli architetti hanno concepito un'interpretazione della mappa di Seul, con un fiume di 79 metri e largo 5, attorniato da colline, che scorre attraverso la parte centrale del padiglione. Anticipando le code degli spettatori delle mostre (il padiglione della Corea del Sud si è rivelato uno dei preferiti dell'Expo) grandi monitor e proiezioni che presentano immagini della cultura sud-coreana, dalla break-dance alla musica e alla danza tradizionali, innescano forme di interazione e di intrattenimento di massa ancor prima dell'inizio della mostra vera e propria al piano superiore.
A differenza dei precedenti padiglioni coreani l'idea per l'Expo di quest'anno non era sottolineare i successi tecnologici della Corea del Sud, ma la sua tipicità, la vita urbana di Seul, città globale.
