Il progetto cerca di conciliare il racconto della morte con la necessità di salvaguardare un territorio per la vita.
È così che si configura il muro: il muro dei morti. Con il suo sistema di cappelle e loculi su tre livelli si dispone a contenimento della scarpata. Il muro offre sepoltura ai morti lungo un percorso che, nel costruire un argine a difesa dei vivi, si àncora alla loro memoria.
Oltre il muro, il campo è lasciato libero di diventare giardino. Solcato dal torrente è attraversato da un ponte che collega il muro dei morti con l'ossario: meteora di pietra bianca proiettata verso il cielo.
Il muro dei morti è nel paesaggio come il silenzio; è il segno tangibile del legame del progetto con il sito.
Costruito su un modulo a base 9 raggiunge una lunghezza complessiva di 270 metri offrendosi quale elemento ordinatore che stabilisce un confine al limite del paesaggio: un territorio che segna il confine tra la vita e la morte.
Il muro si apre verso il paesaggio creando nuove fughe prospettiche. Così la necessità di rispondere a un culto legato per tradizione alla cappella di famiglia, si concilia con la convinzione di ritornare laicamente e cristianamente a ripensare la morte quale momento di riflessione collettiva.
Tratto da un testo di Lúcio Rosato
Il muro dei morti, ampliamento del cimitero di Francavilla al Mare (Chieti)
Design:
Lúcio Rosato
Ermano Flacco
Sandro Antonucci
Fase costruttiva: 2001/2003










Alea, a Milano per un design tra etica, bellezza e funzionalità
La storica azienda friulana di arredo ufficio e contract ha aperto un nuovo showroom a Milano. Lo spazio unisce design ed etica, con prodotti belli, funzionali e durevoli, in linea con il progetto di sostenibilità.