Il nuovo edificio si compone di luce e di memoria, adagiandosi in un topos molto particolare, caratterizzato da un tratto di cinta muraria e da un bastione del XVI secolo, quasi completamente occultati da edifici di nessun pregio prima dell'intervento. Due setti di diverso spessore costituiscono l'ortopedia dell'edificio, reiterando la barriera costituita dalle mura antiche e decontestualizzandola, e chiudono l'edificio verso Sud consentendo una illuminazione naturale da Nord. I materiali di cui sono rivestiti, il legno e l'acciaio cor-ten, rimandano alla passata attività dei cantieri navali di Muggia e alla memoria della storica cooperativa dei cantierini, che proprio in questo luogo avevano la loro sede.
Il museo si articola in 3 volumi con altezze e funzioni diverse: una sala per ospitare la donazione con illuminazione naturale, una saletta multimediale con due pareti completamente vetrate per cogliere la vicinanza delle mura, uno spazio alto quasi sette metri per l'arte contemporanea. Gli ambienti sono aggregati intorno a un nucleo centrale di servizi e distribuiti da una galleria-ingresso. Un dispositivo di pareti e porte scorrevoli disposte attorno alla parte centrale permette otto diverse configurazioni, pari ad altrettante situazioni espositive, donando a questo spazio, pur piccolo, una versatilità non comune. La terrazza al primo piano, punto di vista privilegiato sul centro storico, ospiterà eventi all'aperto di vario tipo.
Museo d'Arte Moderna Ugo Carà, Muggia (TS)
Design: Claudio Farina con starassociati architetti (G. P. Bartoli, R. Dambrosi, V. Markezic, M. Martinelli), con Piero Onagro
Design team: Martin Hlavacek, Tobias Kühner, Mara Pellizzari, Giulio Polita, Elisa Vladilo, Sergej Zagniboroda
Cliente: Comune di Muggia (TS)
Impresa: Savino s.p.a.
Strutture: Prostruct
Impianti: MHK consulting
Allestimento opere Ugo Carà: Publiesse s.a.s., Falegnameria Floreano, Officine Breg
Area: 715 mq superficie lotto
Progetto: 2002 – 2004
Realizzazione: 2004 – 2005