Quando il muro delle ex acciaierie Falck verrà giù, Sesto guadagnerà un parco immenso. Un’area verde di quasi un milione di metri quadrati. Al suo interno, alcuni edifici alti ‘sospesi’ a 12 metri dal suolo, si mescoleranno alle straordinarie cattedrali di acciaio e vetro, memoria tangibile del passato industriale di quest’area. È questa la visione di Renzo Piano, che entro il 2016 la Risanamento di Luigi Zunino proverà a trasformare in realtà.
Quattro miliardi di euro l’investimento per realizzare zone residenziali e di lavoro, poli universitari e di ricerca, servizi scolastici e culturali. Sarà una riqualificazione all’insegna della sostenibilità, del risparmio energetico e del rispetto per l’ambiente. Piano lo pensa come un progetto regolato da un “processo omeopatico”, che fa uso cioè dell’energia contenuta all’interno del suo stesso organismo e non spreca risorse. L’energia per riscaldare e raffreddare gli edifici, fatti di un materiale riciclabile come la ceramica, arriverà dalla falda freatica.
Sui tetti ci saranno dei giardini, luoghi di silenzio e meditazione. Al vuoto urbano delle aree dismesse si sostituirà insomma un’area metropolitana integrata immersa nel verde con funzioni pubbliche di eccellenza. “Occorre eliminare la parola periferia perché ha una connotazione negativa, che si applica a luoghi malati. Questa è una città allargata, diffusa, che si trasforma nel ruolo e nella sostanza e che si urbanizza. E urbanità non è solo l’appartenenza alla città, ma è anche un modo civile di comportarsi”, spiega il progettista genovese, “La sfida dunque è trasformare questi luoghi in luoghi di urbanità”.
Niente centri commerciali dunque, ma piuttosto un centro di ricerca, al quale sta lavorando il premio Nobel Carlo Rubbia, dove ragionare sui temi dell’energia. E poi centri universitari e di insegnamento e, ancora, vivai di nuove imprese. “Sesto San Giovanni era la città delle fabbriche e noi vorremmo che lo restasse – ha chiosato Piano – Non certo per fare lingotti di acciaio o grandi locomotive, ma piuttosto come fabbrica di idee”.





