Un’espansione necessaria, ma non invasiva, in grado cioè di rispettare gli edifici già esistenti e il quartiere circostante, uno dei più eleganti della città: l’Upper East Side. In questo modo, il Whitney di New York annunciava la scorsa estate l’intenzione di rinnovarsi e di ampliare i propri spazi. Incaricato del progetto, l’architetto italiano Renzo Piano ha presentato pochi giorni fa i propri disegni.

Ci saranno nuove gallerie, sia per la collezione permanente (quasi raddoppiata negli ultimi dieci anni) sia per le mostre temporanee, un auditorium, un centro ricerche, una biblioteca e nuovi uffici per l’amministrazione. La nuova struttura sarà trasparente e sarà collegata direttamente all’edificio originario, realizzato da Marcel Breuer nel 1963-66, attraverso una serie di ponti sospesi, uno per ogni livello. Infine, la sua forma, semplice e geometrica, sarà un po’ più alta dell’architettura di Breuer, ma non la modificherà in alcun modo.

Il progetto di Piano è completamente diverso da quello che era stato sviluppato da Rem Koolhaas e che prevedeva, invece, di modificare lo spazio esistente in modo sostanziale. Un’idea che, per ragioni di budget, era stata abbandonata nella primavera del 2003. E.S.