La piazza della Cultura e dell’Arte
Sull’asse centrale di Guangzhou, affacciata sul Pearl River, la Culture and Art Square diventerà un punto d’incontro pubblico importante, uno spazio aperto nel cuore culturale della città. Questo spazio urbano scaturisce dal paesaggio proposto dal progetto vincitore di Zaha Hadid per l’Opera House di Guangzhou, e si articola in due piazze che richiamano la nostra proposta per il Museo Guangdong. La prima piazza, proprio a ovest del museo, delimita la Culture and Art Square e, per sottolinearne il disegno, scende di circa un metro al di sotto del piano stradale in corrispondenza di due angoli; poi lascia il posto a una macchia di vegetazione ottenuta con alberi locali. Questo gruppo di piante forma un esagramma, figura che informa il progetto dello stesso museo. Tra i filari di alberi si allungano ampi viali, che offrono ai visitatori della Culture and Art Square un’oasi ombreggiata al riparo dalla città, un luogo dove riposarsi e godersi l’aria aperta. La seconda piazza delinea l’area intorno all’Opera House ed è realizzata alzando il livello del terreno circostante l’edificio. La forma organica di Hadid e il paesaggio vengono integrati da questa zona sopraelevata. La piazza disegnata per il nuovo museo, la Culture and Art Square e la piazza sopraelevata intorno all’Opera House costituiscono un insieme dinamico, organico e astratto, che simboleggia una nuova unità per una rinnovata Guangzhou e per la provincia di Guangdong.
La Scatola dei Cambiamenti
I musei rappresentano una delle principali icone culturali della città. Rispecchiano non soltanto le idee della storia, dell’arte, o della natura, ma anche quelle del luogo fisico in cui sono insediati. Un grande museo esiste grazie a delle idee. La nostra proposta per il Nuovo Museo Guangdong è la “Scatola dei Cambiamenti”. Viene generata da due concetti derivanti dal luogo: luogo come fattore reale - il sito - e luogo come idea culturale - I Ching. L’area offre molte possibilità reali e simboliche: la sua collocazione sull’asse centrale urbano, la posizione prospiciente il fiume, e così via. Il sito del museo fa parte di un intervento più grande, comprendente il progetto per la nuova Opera House di Zaha Hadid e la centrale Art and Culture Square. L’edificio dell’Opera e la planimetria proposta da Hadid formano una serie di onde ‘organiche’. Questo ci ha posto di fronte a un’alternativa: concorrere con un’altra forma, o rispondere dialetticamente, in una condizione yin-yang. Abbiamo optato per l’ultima strategia, sviluppando un mezzo cubo ortogonale, e creando una situazione dialettica con la geometrica fluidità dell’Opera e del paesaggio circostante. Una seconda idea, altrettanto importante, è alla base di questa decisione: il desiderio di animare gli spazi e le funzioni del museo con un’antica logica cinese, quella de I Ching, o il “Libro dei Cambiamenti”, con la sua griglia di esagrammi. I musei di successo sviluppano l’idea del movimento dinamico dei visitatori nei propri spazi. Noi abbiamo sviluppato il diagramma del percorso nel nostro museo studiando I Ching. La chiave classica per interpretare gli esagrammi I Ching è costituita da una griglia di sessantaquattro quadrati, che si abbinano ai trigrammi superiori e inferiori come esagrammi. Una seconda interpretazione più recente, chiamata Gli Ottavi Palazzi, ordina la griglia dei sessantaquattro quadrati in otto gruppi di otto esagrammi, ognuno dei quali inizia con un doppio trigramma. Abbiamo riordinato la sequenza logica degli Ottavi Palazzi nella griglia classica dei sessantaquattro quadrati: questo procedimento ha generato otto vie di circolazione nel museo, scaturite dalla combinazione logica di entrambe le interpretazioni. Per esempio, l’esagramma contemporaneo comincia con Qian. Questo è il quadrato uno della griglia classica. Il secondo esagramma contemporaneo, in cui cambia solo una linea, è Qian su Xun, o il numero quarantaquattro. Perciò la prima strada per trovare un’interpretazione da un esagramma all’altro è muoversi dal quadro uno al quadro quarantaquattro. Il terzo si muove da quarantaquattro a trentatré, ritornando indietro nella griglia. Questo retrocedere impone di cominciare una rampa che conduca al livello successivo. E così via.Una volta inserito l’ottavo percorso nella griglia, abbiamo definito l’ordine complessivo dei percorsi riferendoci a un terzo diagramma, “La sequenza dell’ultimo Cielo, o l’Ordinamento del Mondo Interiore”. Siamo partiti da un anno stagionale, con il doppio esagramma Gen, e abbiamo ruotato in senso orario seguendo la logica per organizzare un itinerario attraverso il museo che non fosse un semplice percorso, ma che fornisse anche un’informazione culturale. Grazie a questo procedimento, siamo stati in grado di individuare quattro itinerari e quattro percorsi virtuali che ascendono e discendono negli ambienti. Quelli reali mettono in comunicazione quattro piani di mostre e spazi di supporto, conducendo quindi a un giardino pensile, un parco nel parco. Gli itinerari virtuali, al contrario, non sono percorribili, ma sono incisi sulle lastre del pavimento come tracce di sentieri che non possono essere attraversati. Lungo gli itinerari suggeriti da I Ching, il visitatore incontrerà dei gabinetti, ambienti quadrati dove ci saranno esposizioni particolari di piccoli oggetti o angoli ricreativi. Questi ambienti saranno talvolta nelle aree espositive, talvolta inseriti lungo il percorso tra due piani. I quattro piani dello spazio espositivo, collegati con rampe, insieme ai vari gabinetti sembrano galleggiare all’interno del cubo. L’edificio – semivetrato, semisolido, semicubico – è una scatola yin-yang che contiene scatole: la “Scatola dei Cambiamenti” contiene scatole di cambiamento. L’effetto che ne deriva è di un interno contemporaneo, funzionale, la cui logica è basata sull’intento di mostrare la cultura di un luogo e la sua gente, costruendo una cassa di risonanza tra l’antico e il futuro verso cui Guangdong si sta muovendo.
