La logica degli alberi, delle montagne e dei fiumi
Gli architetti dello studio di Toyo Ito hanno cominciato col chiedersi se potesse esistere un modello geometrico estendibile all'infinito, capace di integrare nella stessa topografia una trama di diversi corsi d'acqua. Non un "lungo corso di acqua lineare", come proposto dal committente, ma una rete piana in grado di adattarsi alle orografie del paesaggio e di irrigare ovunque le varie piantumazioni, in modo che crescendo incrementassero la biodiversità del sito.
I progettisti hanno quindi cominciato ad esaminare la configurazione naturale del terreno, e in particolare il modo in cui i piccoli ruscelli si ramificavano immergendosi tra le varie creste del suolo in cerca del punto centrale e più profondo, dal quale poi si gettavano nel letto più ampio del fiume. Visto dall'alto, questo sistema tributario e centripeto ricordava la forma ramificata di un albero o il disegno semplificato di un fiocco di neve; un'osservazione che spinse gli architetti a chiamare questa componente orografica del progetto "Albero d'acqua di crinale" (Ridge Watertree). Per contro, il modo in cui i rivoli ricadevano simultaneamente nelle valli ricordava un sistema multiforme di piccole pianure, molto simili ai rami di un albero visti lateralmente, da un'altura. Per descrivere questa diversa componente orografica del progetto, fu scelto il termine di "Albero d'acqua di fondovalle" (Valley Watertree).
Nel lavoro dei progettisti, la sintesi di queste due componenti orografiche ha cominciato a costituire una nuova topografia, formata da colline e vallate. Grazie a questa topografia, le acque di scolo sarebbero state dapprima incanalate attraverso la struttura del 'Ridgetree' lungo le varie creste del terreno, poi successivamente da qui filtrate a valle dal sistema 'Valleytree' verso il fondo del fiume e quindi ancora separate e instradate verso le aree limitrofe.
Le due componenti orografiche 'Ridgetree' e 'Valleytree' sono state disposte su entrambe le rive del fiume, in modo da ottimizzare una lenta perticolazione purificatrice dell'acqua, ottenuta grazie alla presenza di un terreno molto scosceso e coperto da diverse vegetazioni. I diversi declivi potranno così combinare sulla loro superficie la presenza del sole, delle piante e del terreno nell'azione di sterilizzazione, sedimentazione e filtraggio dell'acqua, purificandola.
L'idea di usare un elemento naturale - l'albero - come dispositivo di filtraggio dell'acqua, è stata sviluppata di recente da Ito e dal suo team di progettazione. Tuttavia, la combinazione di orografie collinari e vallive in un sistema alberiforme scaturisce da una lunga serie di tentativi ed esperimenti precedenti da parte di Ito e del suo studio di architettura.
Nella Mediateca di Ito a Sendai, pilastri tubolari somiglianti a giganteschi tronchi d'albero reggono delle enormi solette. Mentre nell'edificio-showroom di Tod, in costruzione in un quartiere commerciale nel centro di Tokyo, elementi strutturali dalla sezione simile a quella di un albero sono stati usati al posto delle pareti divisorie; con una biforcazione ramiforme che ricorda la loro geometria frattale. Così come l'acqua è stata una metafora importante nel concetto spaziale di Sendai.
Proprio a partire dall'attenta osservazione dei fenomeni naturali, Ito ha iniziato a sviluppare nuove vibranti configurazioni spaziali. Non a caso sta creando dei sorprendenti sistemi progettuali estraendo dalle entità organiche come l'acqua e gli alberi alcuni precisi schemi compositivi. Siamo di fronte ad un tentativo di fuoriuscita dal Modernismo? Al tentativo di liberarsi dai suoi dettati? Fino all'inizio degli anni Novanta, l'architetto giapponese si era limitato a scrutare il vento e i fenomeni effimeri come fonti metaforiche di ispirazione. Oggi Ito sembra abbracciare il mondo della natura in modo assai più attivo e vitale.
Il Parco de La Gavia sarà il più grande bacino idrografico presente lungo il corso del fiume La Gavia. Scorrendo dall'unità A, l'acqua verrà convogliata nella vallata e quindi raccolta e diretta fino all'unità B. Dopodiché si diffonderà scendendo con una lenta percolazione fino a raggiungere il fiume. Visto da lontano, il disegno di insieme del Parco assomiglia ad un sistema tributario che ha nel fiume il tronco principale e nei vari corsi d'acqua i rami affluenti. Pompata grazie a un sistema di trattamento delle acque reflue, l'acqua registrerà circa 5 BOD (valore di bio-ossigeno). Dopo aver attraversato il parco, il livello di qualità dell'acqua raggiungerà 1 BOD, prima di tornare al fiume.
Un "albero d'acqua" può purificare 1.300 mc d'acqua al giorno, che equivalgono alla quantità di acque di scarico prodotte quotidianamente da diverse migliaia di persone. Oltre al vantaggio di ridurre la presenza nel territorio di impianti di purificazione costosi e poco attraenti, gli "alberi d'acqua" potrebbero diventare una nuova tipologia di insediamento comunitario. Riducendo il degrado ambientale e creando un habitat naturale per uccelli, piante e animali, gli "alberi d'acqua" potrebbero riqualificare i loro dintorni e fungere da aree di ricreazione per gli abitanti dei quartieri limitrofi.
