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Cameron Sinclair, idealista concreto, ospite al MoMA
Istituite con successo dal MoMA di New York qualche anno fa, le “Conversazioni con gli artisti contemporanei” sono diventate l’appuntamento fisso del venerdì sera. E, per molti, l’opportunità di conoscere da vicino alcuni dei principali nomi del panorama artistico internazionale.
Il programma? Una chiacchierata informale e tra pochi “intimi”. Che inizia nella piccola sala conferenze del museo dove l’artista presenta se stesso e il proprio lavoro a un curatore e al pubblico. Per poi proseguire nelle gallerie del museo dove il gruppetto commenta le opere in mostra.
Primo ospite, venerdì 14 novembre, sarà Cameron Sinclair. Classe 1964, scozzese, architetto, Sinclair è noto come il “Robin Hood dell’architettura”. Dal 1999, quando cioè ha fondato l’associazione no-profit Architecture for Humanity – una sorta di medici senza frontiere, applicata all’architettura – Sinclair lavora infatti senza stipendio e si dedica a cercare soluzioni progettuali per tamponare situazioni di crisi, conflitto o di emergenza. Il primo concorso, un rifugio per i profughi kossovari, attirò 250 proposte da una trentina di paesi e riuscì a raccogliere 80mila dollari di beneficenza. La sua iniziativa più recente – un concorso per un’unità ospedaliera mobile, per pazienti affetti da HIV/AIDS, da utilizzare in Africa – sta facendo il giro del mondo. Quale sarà la sua prossima concreta utopia?
14.11.2003 Conversations with Contemporary Artists. Cameron Sinclair MoMA QNS 33 Street at Queens Boulevard, Long Island City, Queens http://www.moma.org
I due designer hanno seguito un approccio pragmatico che ha spezzato l'unità medica nelle sue parti costituenti, in modo che fossero facilmente trasportabili