Nuova vita per la House II di Eisenman

Dopo quasi vent’anni di abbandono, torna a nuova vita uno dei progetti più radicali di Peter Eisenman, la “House II” nel Vermont, parte di una serie di 10 studi dei quali solo 4 realizzati. A raccontare la travagliata storia dell’edificio, fino al piccolo miracolo è il New York Times.

Realizzato all'inizio degli anni Settanta, l'edificio fu subito inviso agli originali proprietari. I coniugi Falk, si aspettavano una casa da abitare e si ritrovarono invece con quello che giudicarono un vero e proprio disastro: un tetto piano in una zona con frequenti nevicate, numerosi lucernari ai quali corrisponde una serie di pericolose aperture nel pavimento e nessuna parete divisoria all’interno.

Dal canto suo però, l'architetto, difese a spada tratta quello che considerava un esperimento di pura teoria architettonica su scala domestica (“Non progetto case avendo in mente l'idea della famiglia nucleare perché non ci credo. Ero interessato a fare architettura, non a risolvere i problemi di privacy della famiglia Falk”, si difende Eisenman).

L’edificio, in vendita da quasi vent’anni, ha finalmente trovato in John Makau, un fabbricante di mobili in pensione, il suo estimatore e perfetto proprietario. Makau e la moglie l’hanno restaurato facendolo tornare all’antico splendore e oggi ci vivono.

Una storia a lieto fine dunque. Dove anche Eisenman (“È stata come una visione, come una resurrezione. Era una casa fantastica, e lo è ancora”, ha esclamato vedendola di recente), sembra avere trovato il suo cliente ideale.
L’edificio, in vendita da quasi vent’anni, ha finalmente trovato in John Makau, un fabbricante di mobili in pensione, il suo estimatore e perfetto proprietario
L’edificio, in vendita da quasi vent’anni, ha finalmente trovato in John Makau, un fabbricante di mobili in pensione, il suo estimatore e perfetto proprietario
All'interno, numerosi lucernari ai quali corrisponde una serie di aperture nel pavimento. Le pareti divisorie sono quasi assenti
All'interno, numerosi lucernari ai quali corrisponde una serie di aperture nel pavimento. Le pareti divisorie sono quasi assenti

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