Pritzker 2002: vince l’australiano Glenn Murcutt

Schivo e solitario, lontano dai riflettori e, in particolare, dallo star system dell’architettura. Il nuovo “laureato” del Pritzker Prize è Glenn Marcus Murcutt (classe 1936), che in Australia – dove vive da sempre e dove, nel 1969, ha aperto il suo studio – ha realizzato soprattutto abitazioni private, ma anche un centro pubblico e sta portando termine un eco-hotel di 75 stanze. Soltanto una manciata di progetti all’anno, ovvero quello che gli permette il suo ritmo di lavoro che lui si ostina a mantenere rigorosamente solitario. Al punto da avere collezionato una lunga lista d’attesa di clienti, per i quali i tempi si attestano sui 3 anni circa. Il filo conduttore del suo operato è all’insegna del rispetto per l’ambiente e dell’ecologia (“Rendere l’ambiente migliore: questo, per me, è fare architettura”, sostiene).

Inversione di tendenza, dunque, per il premio più importante dell’architettura che negli anni scorsi aveva privilegiato le celebrità – studi con grandi staff e capaci attività di pubbliche relazioni alle spalle – che affollano le pagine dei quotidiani. E quest’anno, invece, premia l’onestà, l’eleganza e la coerenza professionale di un maestro partito sulle tracce di Mies e definito dalla giuria “un tecnico dell'architettura innovativo che è in grado di trasformare con la propria sensibilità l'ambiente e i luoghi, in un lavoro d'arte sincero, onesto e privo di sfoggio”.

Murcutt, il primo australiano ad essere insignito del Pritzker ritirerà il premio – che ammonta a 100mila dollari – a Roma nel Campidoglio il 29 maggio.

Pritzker 2002: vince l’australiano Glenn Murcutt

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