Il risultato fu poco meno che disastroso: le funzioni dei due auditorium ne risultarono stravolte. La sala più grande (2679 posti) divenne la Concert Hall, mentre la sala più piccola (1547 posti) fu trasformata nel Teatro dell’Opera. Da allora, musicisti e organizzatori sono stati costretti a fronteggiare due ordini di problemi: l’acustica compromessa dalle eccessive dimensioni della Concert Hall e l’angusto proscenio (pit) del teatro dell’Opera.
Finalmente, a distanza di 35 anni, “parziale” giustizia sta per essere fatta (“Riunire l’uomo e il suo capolavoro”, è la dichiarazione d’intenti del Presidente del Consiglio di amministrazione della Sydney Opera House, Joseph Skrzynski).
Saranno pronte entro maggio, infatti, le linee-guida (definite ‘the design parameters for alterations’) che il Governo del New South Wales ha chiesto all’architetto danese nell’agosto del 1999, con l’intenzione di re-intervenire sull’edificio. Al quale sarà aggiunto anche un sesto luogo di ritrovo nel cortile esterno, dove troverà spazio una struttura mobile per concerti all’aperto.
La realizzazione delle modifiche dovrebbe iniziare entro sei mesi sotto la supervisione a distanza di Utzon stesso e del figlio Jan, che cureranno l’evolversi dei lavori dalla Danimarca. A seguire il cantiere in loco ci penserà invece Richard Johnson dello studio Denton Corker Marshall.