Steven Holl: “Il pensiero stocastico. Sintesi delle arti”

Nell’editoriale di Domus 1078, il guest editor spiega perché l’astrazione è un elemento creativo fondamentale nel processo progettuale.

“Non riesco a capire perché abbiamo paura delle idee nuove. Mi spaventano quelle vecchie.”

John Cage

Tra i falsi confini che separano architettura, scultura, pittura e musica c’è una zona indistinta che ha un potenziale appassionante. Questa atmosfera densa di imprecisione promette il sopravvento del nuovo: un inizio indeterminato, gravido di forza immaginativa.

Il pensiero stocastico in architettura ha introdotto nuove potenzialità per il XXI secolo. A differenza dei processi di pensiero deterministici, il pensiero stocastico si apre all’imprevedibile. Adotta l’incertezza e sta al centro del processo creativo: è il modo in cui le idee vengono alla luce. Il comportamento stocastico è antideterministico. Ci rende finalmente liberi dalle teorie dogmatiche del razionalismo, del postmodernismo, della decostruzione e del parametrismo. Diventiamo curiosi, ci mettiamo alla ricerca di un punto di partenza. Immaginiamo un’idea che guidi il progetto.

Quando si comincia a lavorare a un progetto, la tensione creativa si avvia sposando le richieste reali di un programma costruttivo con la gioia dell’apertura intellettuale. Le particolarità del luogo – il clima, la sua storia e il sottofondo culturale – forniscono un punto di partenza che può far scattare un’idea e costruire in un sito dei significati attraverso il pensiero stocastico. Serve urgentemente un’architettura del senso. Come dice il poeta Osip Mandelstam, “abbiamo bisogno di poesia come abbiamo bisogno di pane”. Nel suo libro Arte e neuroscienze. Le due culture a confronto, il neurologo Eric R. Kandel afferma che il cervello ha bisogno di astrazione. I meccanismi interni attraverso i quali vediamo ed esperiamo i fenomeni visivi e fisici dipendono da un processo che parte dal basso e si sviluppa a partire da elementi di astrazione. Il processo inverso – dall’alto in basso – di una figurazione data soffoca la necessaria immaginazione.

Domus 1078, aprile 2023
Il comportamento stocastico è antideterministico. Ci rende finalmente liberi dalle teorie dogmatiche del razionalismo, del postmodernismo, della decostruzione e del parametrismo. Diventiamo curiosi, ricerchiamo un punto di partenza. Immaginiamo un’idea che guidi il progetto.

L’idea che la mente abbia bisogno di astrazione per espletare la gamma della sua capacità concettuale è fondamentale in arte e in architettura. La fantasia di luce e spazio di un ambiente suggestivo, la superficie lucida dell’intonaco contrapposta alla pietra, il balenare della luce solare sull’acqua sono tutti essenzialmente astratti. Il pensiero stocastico propone un ecosistema interconnesso dell’architettura e di tutte le arti per raggiungere nuovi livelli di correlazione.

Questo numero di Domus propone una riflessione sulla Villa Mâche del pensatore stocastico Iannis Xenakis (1922-2001). Architetto e ingegnere per formazione, Xenakis lavorò con Le Corbusier dal 1947 al 1960. L’ho conosciuto a un concerto alla Carnegie Hall, dove un’enorme orchestra eseguiva Dmaathen, una delle più difficili partiture per percussioni mai scritte. Dal mio posto, in balconata, vidi Xenakis in seconda fila e alla fine del concerto scesi a parlargli. Presentandomi come architetto dissi: “Ho letto delle sue finestrature ispirate alla musica nel convento de La Tourette di Le Corbusier. Lei è uno dei pochi architetti che Le Corbusier abbia mai citato nei suoi scritti come parziale collaboratore di un progetto”. Aprendosi in un grande sorriso sul viso segnato, Xenakis mi strinse la mano e mi disse: “La Tourette l’ho progettato io!”. In una sintesi di pensiero stocastico che intrecciava architettura, matematica e musica, Xenakis elaborò il concetto di “massa sonora” in musica. Tramite l’induzione, la sua musica stocastico-simbolica applicava alla composizione la teoria degli insiemi e il calcolo delle probabilità. Probabilità è la fusione di probare (“sperimentare”) e ilis (“capace di”). Curiosità, immaginazione e imprevedibilità hanno il potere di innescare l’intuizione. Gli obiettivi crescono insieme e l’intuizione fluisce, mentre la gioia del fare arte e architettura si espande. La seconda legge della termodinamica afferma che tutti i sistemi tendono all’entropia. Noi contrastiamo questo dato scientifico con i gesti creativi, che ne sono l’opposto e sanno riportare energia nel nostro mondo.

Immagine di apertura: Crop della copertina di Domus 1078, aprile 2023. David H. Sin, 2008, inspired by György Ligeti, concerto for Violin and Orchestra 1.

Speciale Guest Editor

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