Living in the Endless City è il più recente libro del collettivo Urban Age, che ha sede nel dipartimento di Urbanistica della London School of Economics. Nel 2005 il gruppo ha ideato insieme con la Alfred Herrhausen Gesellschaft della Deutsche Bank un originale ciclo di convegni, occasione di riflessione e di iniziativa che ha coinvolto sindaci, urbanisti, architetti, sociologi e geografi urbani nell'analisi dei modelli e delle conseguenze della crescita e – in alcuni casi – della decrescita delle città del XXI secolo in un'epoca di omologante globalizzazione. Gli atti del primo convegno,The Endless City, pubblicati nel 2007, documentano i primi due anni di collaborazione: 430 pagine di documentazione che coprono l'arco delle indagini di Urban Age su città indiane, latino-americane e mediterranee tra il 2007 e il 2010.
Wolfgfang Novak, direttore della Alfred Herrhausen Gesellschaft, definisce l'obiettivo comune di Urban Age, guidato dal direttore Ricky Burdett – che, con il direttore del Design Museum Deyan Sudjic, è curatore del libro – come "l'invenzione di una grammatica del successo delle città" nonostante la gravità dei loro problemi. Chiunque abbia visitato la sezione di Deyan Sudjic alla Biennale di Architettura di Venezia qualche anno fa sa che le statistiche sono il cavallo di battaglia di Urban Age, ma dietro le statistiche c'è una serie di profonde interpretazioni del fenomeno della crescita urbana.


Per suprema ironia il fenomeno della crescita urbana sta acquisendo diffusione geografica ma non spazio pubblico, ed è accompagnato da fenomeni di segregazione razziale, etnica e di classe.


