di Roberto Dulio
Fornasetti, L'artista alchimista.
Fornasetti, La bottega fantastica
a cura di Barnaba Fornasetti,
Electa, Milano 2009 (2 voll., pp. 696, € 250,00)
La venditrice di farfalle è un dipinto su
tavola, di grandi dimensioni (150 x 120 cm), che
Piero Fornasetti (1913-1988) dipinse nel 1938.
Campeggia là dove si trovava il portico dello
studio di pittura, attiguo alla vecchia casa
milanese della famiglia, ora trasformato in
una conviviale cucina da Barnaba Fornasetti,
figlio di Piero. Nel dipinto una donna mostra
delle scatole contenenti lepidotteri ordinati
secondo specie, dimensione e colore, disposti
in uno schema geometrico rigido. Altre scatole
sono impilate sul bancone e alle spalle
della donna, alcune sono appese alle pareti. La tassonomia zoologica che
sovrintende all'organizzazione di
quelle cartelle è forse all'origine
della tensione espressiva dei temi
decorativi di Fornasetti, oltre che
di una sua figurazione prediletta:
quella delle farfalle.
Dal quadro migrano, si
mescolano le specie. E trasgredendo
alla geometria delle scatole
che le contenevano, le farfalle
si posano sul pavimento della
cucina, sul tavolo, sugli arredi.
Sono le piastrelle e gli oggetti
prodotti ancora oggi utilizzando
una delle più fortunate texture
di Piero Fornasetti. Che sarebbe
ingenerosamente riduttivo definire
decoratore. Piuttosto artista,
pittore, appassionato e analitico
osservatore di immagini, che
carpisce sui libri, sulle stampe,
che sedimentate in altri disegni
si trasferiscono sulla superficie
degli oggetti.
Libri, stampe, disegni oggetti: stanno tutti lì, nella
casa-archivio ancora oggi abitata da Barnaba. Casaarchivio
che era stata anche atelier, officina di stampa e
produzione degli inconfondibili grafismi di Fornasetti. La
sua è una vera e propria esperienza artistica, testimoniata
dalla qualità dei dipinti giovanili, che si fonda su una
cultura enciclopedica dell'immagine e della sua tecnica
di riproduzione. Un particolare del ritratto a stampa della
celeberrima attrice Lina Cavalieri (1874-1944), la cui bellezza
immortalata anche da Cesare Tallone era lontana nel
tempo, diviene uno degli elementi distintivi della sua arte.
Ma non solo il viso, anche la grana xilografica della riproduzione,
oltre al taglio che comporta la collocazione della
stessa immagine sui supporti più disparati, diventa una
delle più caratteristiche cifre espressive fornasettiane.
Il trasferimento sul supporto (ceramica, stoffa) o
sull'oggetto (utensile, arredo) sul quale viene riprodotta
l'immagine è infatti l'elemento qualificante del successivo
passaggio dell'operazione artistica di Fornasetti, che
ripropone un meccanismo caro ai surrealisti, per cui due
immagini convenzionali – quella rappresentata e quella del
supporto – stabiliscono una nuova relazione, nella quale
sono riconfigurati inediti e a volte involontari significati.
Una sorprendente affinità sovrintende alla nota collaborazione
con Gio Ponti, a cui sarebbe opportuno anche
in futuro dedicare un'accurata ricerca, che oltre all'ideazione
di una serie di arredi, arriva anche all'esperienza di
Domus, per la quale Fornasetti disegnerà alcune copertine.
Un trumeau pontiano, rivisitato in chiave architettonica da
Fornasetti nei primi anni Cinquanta, diventa un trattato,
un modello ideale, il compimento ironico dell'architettura
– non solo pontiana – e della sua storia.
Ma oltre che sugli oggetti, Fornasetti traduce il suo
immaginario grafico anche nelle texture di tappezzerie,
tessuti, ceramiche, quasi a immaginare una larga divulgazione
della sua arte, aperta a tutti coloro che si sarebbero
serviti dello strumento dei suoi motivi. Probabilmente proprio
in questa vocazione alla diffusione minuta si manifesta
l'idealismo pontiano – e fornasettiano – di una sintesi delle
arti che non fosse fenomeno solo elitario.
Sfogliare i due sontuosi volumi che Electa dedica a
Fornasetti è come entrare nella sua casa-archivio. Le pagine
ci seducono con la ricchezza di una serie di immagini,
sapientemente congeniate, che invitano ad andare oltre.
Esattamente come sarebbe naturale, se ci trovassimo nella
casa-archivio ora custodita e abitata da Barnaba, sfogliare
i disegni dell'archivio, osservare le pareti, gli oggetti e le
opere appese, i dorsi dei libri dello stesso Fornasetti.
È forse impossibile pensare di arrivare all'enumerazione
di tutti gli oggetti e i motivi grafici coniati da Fornasetti,
ma a chiudere il cerchio aperto dall'immanenza tassonomica
della venditrice di farfalle, il passo successivo sarebbe
proprio quello: avventurarsi nella difficile impresa di un
catalogo completo della sua opera.
La bottega dell'alchimista
Fornasetti, L'artista alchimista. Fornasetti, La bottega fantasticaa cura di Barnaba Fornasetti, Electa, Milano 2009 (2 voll., pp. 696, € 250,00) Sfogliare i due sontuosi volumi che Electa dedica a Fornasetti è come entrare nella sua casa-archivio. Le pagine ci seducono con la ricchezza di una serie di immagini, sapientemente congeniate, che invitano ad andare oltre. Esattamente come sarebbe naturale, se ci trovassimo nella casa-archivio ora custodita e abitata da Barnaba, sfogliare i disegni dell'archivio, osservare le pareti, gli oggetti e le opere appese, i dorsi dei libri dello stesso Fornasetti.
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- 17 settembre 2009