Jim Kazanjian

Componendo pezzi da foto trovate online, Jim Kazanjian crea “iper-collage” ispirati ai classici della letteratura horror, contestando l’idea che la fotografia abbia una sorta di insita oggettività.

Le mie immagini sono composizioni manipolate digitalmente partendo da fotografie che trovo on-line.

La tecnica che uso potrebbe essere chiamata “iper-collage”: unisco i pezzi estrapolati dalle foto che mi sembrano interessanti e li elaboro con Photoshop. Attraverso un processo di addizione e sottrazione dei livelli combino gradualmente le varie parti. Praticamente manipolo e assemblo elementi fotografici disparati (a volte anche più di 50) per produrre una singola immagine coerente, senza mai usare la macchina fotografica.

In apertura: Jim Kazanjian, Untitled (lLow tide),archival pigment print, 2009. Sopra: Jim Kazanjian, Untitled (Backyard), archival pigment print, 2011

Il mio metodo di realizzazione prevede degli aspetti di improvvisazione e casualità, dal momento che è in gran parte determinato dal materiale che ho a disposizione e che raccolgo in un archivio, cercando combinazioni e relazioni interessanti. Ogni nuovo pezzo che introduco nella composizione partecipa alla potenziale direzione dell’immagine. Si tratta di un processo iterativo e biologico, dove il risultato finale è spesso molto lontano dalla base di partenza. Penso a questo progetto come una mutazione che può evolversi casualmente seguendo numerose e imprevedibili direzioni.

Ho scelto il mezzo della fotografia per confutare il fraintendimento culturale che le attribuisce una sorta di insita obiettività. Questo mi permette di impostare una tensione visiva all’interno del lavoro, che attrae lo spettatore all’interno delle immagini. La serie si ispira alla classica letteratura horror di H.P. Lovecraft, Algernon Blackwood e altri autori simili. Sono incuriosito dagli archetipi narrativi che questi scrittori utilizzano per trasformare il banale in qualcosa di sinistro e premonitore. Io preferisco usare questi meccanismi come un mezzo per generare dei punti di contatto con lo spettatore. Sono interessato a occupare uno spazio in cui il banale interseca lo strano e il familiare diventa alieno. In un certo senso, sto cercando di rappresentare il sublime.

Jim Kazanjian, <i>Untitled (Grotto)</i>, archival pigment print, 2014
Jim Kazanjian, <i>Untitled (Ufo)</i>, archival pigment print, 2013
Jim Kazanjian, <i>Untitled (Vehicle)</i>, archival pigment print, 2013
Jim Kazanjian, <i>Untitled (Tomb)</i>, archival pigment print, 2012
Jim Kazanjian, <i>Untitled (Temple)</i>, archival pigment print, 2012
Jim Kazanjian, <i>Untitled (Object)</i>, archival pigment print, 2011
Jim Kazanjian, <i>Untitled (Chateau)</i>, archival pigment print, 2011
Jim Kazanjian, <i>Untitled (Exterior)</i>, archival pigment print, 2010
Jim Kazanjian, <i>Untitled (Folly)</i>, archival pigment print, 2010
Jim Kazanjian, <i>Untitled (Facade)</i>, archival pigment print, 2010
Jim Kazanjian, <i>Untitled (Implosion)</i>, archival pigment print, 2008
Jim Kazanjian, <i>Untitled (House)</i>, archival pigment print, 2006

  Jim Kazanjian ha conseguito il Master of Fine Art all’Art Center College of Design nel ’92, dopo essersi laureato all’Art Institute di Kansas City nel ‘90. Negli ultimi 18 anni ha lavorato professionalmente come artista digitale per la televisione e il mondo dei videogiochi. Tra le diverse collaborazioni figurano Nike, Adidas, NBC, CBS, HBO, NASA, HP, Intel e altri. Attualmente vive a Portland, in Oregon.