Dopo mesi di attesa, Humane ha finalmente svelato il suo AI Pin, un piccolo dispositivo che si può indossare come una spilla. Avevamo già visto il Pin in una prima apparizione pubblica durante la sfilata di Coperni alla Fashion Week di Parigi: ora Humane ha rivelato ulteriori dettagli sulle sue funzionalità e, naturalmente, sul prezzo.
L’AI Pin si propone come una vera e propria alternativa allo smartphone. Grazie ai suoi sensori, può scattare foto e girare video, mentre un potente chip Qualcomm si occupa di tutte le esigenze di calcolo del dispositivo. Non c’è uno schermo: al suo posto, micro-proiettore laser può mostrare una quantità limitata di informazioni sul palmo della mano dell'utente. Sebbene il proiettore laser sia una delle funzioni forse più interessanti, il dispositivo è pensato per essere usato tramite interazione vocale. Il sistema operativo incorporato nel Pin (Cosmos) include un assistente virtuale basato su Llm (come chatGPT) che può conversare con l’utente attraverso comandi in linguaggio naturale.
Fornendo all’AI Pin l’accesso ai propri account, il sistema è in grado di leggere e riassumere le e-mail e, naturalmente, di rispondere a sms e messaggi in base ai comandi vocali dell’utente. Il dispositivo può anche effettuare ricerche sul web e fornire risposte a domande specifiche, un po’ come si può già fare con chatGpt tramite la modalità di trascrizione vocale presente nell’app di OpenAI.
AI Pin sarà in vendita dal 16 novembre negli Stati Uniti, con un prezzo di partenza di 699 dollari. Il costo è elevato per un dispositivo di prima generazione ancora tutto da collaudare, ma è comunque più basso rispetto alla soglia dei 1.000 dollari suggerita dalle indiscrezioni di settore nelle scorse settimane. Gli utenti dovranno però sottoscrivere anche un abbonamento di 24 dollari al mese che copre l’accesso illimitato a Internet mobile tramite rete 4G in tutto il mondo. Il servizio è incorporato direttamente nel dispositivo tramite un’operatore virtuale controllato direttamente da Humane.
Da un punto di vista puramente tecnologico, l’AI Pin è un esperimento interessante e innovativo, ma le domande senza risposta sono ancora tante.
Gli utenti accetteranno di abbandonare lo smartphone per un dispositivo basato sull’interazione puramente vocale? Si fideranno ad affidare i propri dati e conversazioni private a un’azienda giovane e relativamente sconosciuta?
E che dire dello stigma social che circonda l’atto di conversare con un assistente virtuale in pubblico e che ad oggi rappresenta uno dei maggiori limiti per assistenti vocali come Alexa o Siri?
E soprattutto, l’Llm integrato nel dispositivo sarà abbastanza affidabile da assumere il ruolo di assistente a tutto tondo, oppure sarà soggetto a errori e allucinazioni che potrebbero minare la fiducia degli utenti nel dispositivo?
Queste e altre domande troveranno sicuramente risposta nei prossimi mesi, quando l’AI Pin inizierà ad arrivare sui baveri di un numero sempre maggiore di early adopters, a partire dal 16 novembre. Nel frattempo, apprezziamo l’audacia di un dispositivo di prima generazione che cerca di rovesciare il paradigma degli smartphone, se non altro eliminando una forma di interazione (touchscreen + scroll) che oggi è alla base di alcune delle peggiori storture e nevrosi delle nostre vite digitali.