Il RIBA International Prize 2021 è stato vinto dal “Friendship Hospital”, un’istituzione medica a basso costo circondata da allevamenti di gamberetti, situata nel Bengala, regione del Bangladesh sud-occidentale, e progettata dallo studio di architettura locale Kashef Chowdhury/URBANA per Friendship, un’organizzazione non governativa che ambisce a migliorare la qualità della vita delle persone che vivono nelle più remote aree rurali.
L’edificio è caratterizzato da una serie di bassi padiglioni, composti da mattoni di provenienza locale, intervallati da corti, che illuminano e ventilano naturalmente i reparti dell’ospedale e offrono ai pazienti e ai visitatori spazi tranquilli per riposarsi. Il progetto ha diviso in due il sito con una sorta di canale a zigzag, che separa i degenti dai pazienti esterni che si recano negli ambulatori e inoltre raffresca l’edificio. A entrambe le estremità di questa vasca ci sono due grandi cisterne usate per raccogliere l’acqua piovana, che viene così immagazzinata a uso dell’ospedale.
L’architetta francese Odile Decq, parte della giuria, ha affermato che il Friendship Hospital è stato scelto come vincitore perché “incarna un’architettura che trasmette umanità e protezione”. Il progetto, continua Decq, “è una dimostrazione di come si possa raggiungere attraverso una progettazione etica una bella architettura, lavorando con un budget relativamente modesto e con complicati vincoli contestuali”.
Il fondatore dello studio vincitore, l’architetto Kashef Chowdhury, ha detto che “RIBA e i giurati hanno selezionato un progetto dalla periferia del mondo globalizzato per portarlo al centro del discorso architettonico e farlo diventare oggetto di uno dei più importanti premi del mondo”. Da qui la speranza, ha aggiunto, “che ciò possa ispirare molti di noi a impegnarsi non nonostante la, ma proprio a favore della scarsità di risorse e mezzi, verso un’architettura della cura sia per l’umanità che la natura, per rispondere collettivamente alle urgenze con cui dobbiamo confrontarci oggi su scala planetaria”.