No, non siamo tornati alle proteste di Black Lives Matter contro le statue e neppure agli attacchi ai monumenti dopo la caduta del muro di Berlino. Ci troviamo a Winter Park, nella Florida centrale, dove lo scorso mese, come ha raccontato il New York Times, è stata inaugurata una statua in onore di Martin Luther King Jr., che proprio in Florida – a St. Augustine – fu arrestato nel 1964, durante una delle tante manifestazioni nonviolente contro la segregazione che contribuirono alla firma del Civil Rights Act. Fondata come destinazione di villeggiatura elegante a fine Ottocento, Winter Park si trova poco a nord di Orlando. Tra residenze di lusso e quartieri storici, ospita musei, una delle università più antiche dello stato ed è nota nell’area per i suoi eventi esclusivi e per la cittadinanza estremamente coinvolta e attiva. È proprio di fronte a questi cittadini che questa estate è stata presentata la statua che ha creato le polemiche. Alta quasi tre metri e realizzata in bronzo, rappresenta King che nella mano sinistra tiene un libro mentre la destra punta in alto, come nel discorso tenuto a Washington nel 1963, da cui arriva la famosa citazione “I have a dream”.
Il caso della statua di Martin Luther King in Florida, che non gli somiglia
Il monumento commemorativo ha fatto arrabbiare i residenti di Winter Park, una elegante cittadina della Florida, riaccendendo un dibattito mai spento sull’arte pubblica.
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- La redazione di Domus
- 19 agosto 2025
L’opera è a firma dello scultore ed ex finanziere Andrew Luy, si chiama Ripple e tutta la Florida adesso la odia, tanto che questa storia è passata in poche settimane dalle cronache locali alle pagine della stampa nazionale. Scarpe, testa e braccio troppo grandi: le proporzioni sono sbagliate, e poi la statua non ha delle belle fattezze, è personale, poco realistica e soprattutto non somiglia a King. Il co-fondatore di Essence, rivista pop culto per la comunità nera, Jonathan Blount, l’ha definita “goffa” e “caricaturale”, davanti al comitato cittadino di Winter Park. Il monumento è collocato all’interno del Martin Luther King Jr. Park, nello spazio battezzato “Unity Corner”.
Una vicenda complessa, da annoverare tra le tante sfortune delle statue di King nella storia (a tratti si potrebbe parlare quasi di maledizione).
C’è un’altra questione, forse ancora più importante per chi questo monumento lo vorrebbe fuori dalla contea: non sono stati i residenti a selezionare Luy, né a scrivere le linee guida per la realizzazione, ma l’MLK/Shady Park Planning Committee, un comitato cittadino che ha seguito il processo e approvato il design. Secondo alcune fonti, il progetto era stato anche condiviso con la famiglia King, che della statua si è detta soddisfatta.
Una vicenda complessa, da annoverare tra le tante sfortune delle statue di King nella storia (a tratti si potrebbe parlare quasi di maledizione), e tra i tanti episodi che, negli ultimi anni, ci hanno fatto ripensare l’idea novecentesca di monumento. Più di tutte, però, questa è una storia che ci parla di arte pubblica e del rapporto fra interpretazione artistica e aspettative della comunità, nonché del valore della committenza nella storia dell’arte.
Intanto, sulle mille parentesi aperte intorno a Ripple, la sindaca di Winter Park Sheila DeCiccio ha tagliato corto: “Maybe it just didn’t come out the way everybody hoped to”. Le “correzioni” al monumento richieste dai cittadini non sono per nulla scontate, dato l’investimento (si parla di circa 500.000 dollari).