Un uomo ha costruito una casa che sembra la Tana di Harry Potter per sfuggire alle autorità cinesi

Nella provincia del Guizhou, nella Cina rurale, tra palazzoni e alberi di melograno, sorge una stramba abitazione che ha attirato anche l’attenzione del New York Times. L’ha costruita un uomo per evitare lo sgombero. 

Sulle pagine del New York Times sono apparse recentemente delle foto incredibili. Ritraggono un uomo cinese sulla quarantina con i piedi su un terreno rossastro, immerso in un bosco di erba e alberi di melograno. Dietro di lui due costruzioni. Alla sua destra un gruppo di palazzi facilmente riconoscibili come tipici dell’edilizia popolare cinese, mentre dall’altro lato, un edificio irrimediabilmente diverso – una casa in legno rosso scuro che ricorda “la Tana” dei Weasley in Harry Potter, la traballante costruzione nelle campagne inglesi che fa più volte da rifugio sicuro ai giovani maghi nei racconti della Rowling.  

Questa casa che il quotidiano newyorkese ha raccontato in esclusiva è firmata da Chen Tianming, che è progettista, costruttore e residente di questa piccola zona di mondo assemblata in sette anni. In fondo, Chen è un residente qualunque della Cina rurale a cui è capitato qualcosa di relativamente comune, nel mercato immobiliare cinese e non solo. In fin dei conti, è esattamente come inizia il racconto della celebre Guida galattica per autostoppisti. Chen Tianming però ha risposto in maniera eccezionale.


Nel 2018, le autorità della prefettura di Xingyi, nella provincia cinese del Guizhou, propongono alla famiglia di Chen e agli altri abitanti di un villaggio rurale di lasciare le loro case. L’area doveva essere demolita per fare spazio a un grande progetto turistico, che includeva un resort, un lago artificiale e un teatro.

La famiglia di Chen — due contadini che avevano costruito la loro casa negli anni ’80 e vi abitavano con i due figli — si oppongono all’esproprio. Tutti i vicini, invece, accettano l’offerta, convinti da risarcimenti economici sempre più consistenti e dalla promessa di nuovi appartamenti. 

In un primo momento, anche Chen e suo fratello cercano di negoziare: aggiungono un terzo piano alla piccola abitazione familiare, nel tentativo di aumentare i metri quadrati e quindi l’indennizzo. 
Ma presto, per Chen, la questione smette di essere solo economica. Diventa una sfida personale, una forma di resistenza contro quello che considera un esproprio forzato. Così, negli anni successivi, continua ad ampliare la casa: aggiunge un quinto piano nel 2019, un sesto nel 2022, un settimo nel 2023. Finisce per costruire un labirinto verticale, uscito da un sogno  di Studio Ghibli, mentre il progetto del resort si ferma. 


Oggi questa casa, dove le lanterne sembrano lucciole, si alza su undici livelli che si fanno sempre più stretti man mano che ci si arrampica tra pali della luce e tavole rosse e che ospitano di tutto, da regali di studenti d’arte affascinati dalla struttura a libri di calligrafia, di filosofia e di architettura. Tanti sono i turisti che fermano la macchina tra le colline del Guizhou stando attenti a non far cascare il complesso sistema di secchi d’acqua che sostiene questo gioiello di architettura dyi. E sono tanti altri coloro che considerano la vicenda della famiglia di Chen un caso-studio nel panorama degli espropri forzati della Cina iper-modernizzata. 

Intanto, mentre dall’ottavo piano di quest’assurda casa verticale guarda i suoi vicini muoversi attraverso i grigi corridoi dei nuovi appartamenti dove, nel 2018, sono stati ricollocati, Chen si vanta con il New York Times: “Other people spend millions, and no one goes to look at their houses.”

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