Come possiamo immaginare la fine del nostro mondo mentre lo abitiamo? La rassegna di arte contemporanea “8 albe” che da tre anni anima il borgo barocco di Noto, Sicilia – con la curatela di Lucia Pietroiusti, curator and Head of Ecologies alla Serpentine Galleries di Londra, e un titolo evocativo, “Tramonti: Cosmogonie e Fine dei Mondi” – prova a rispondere a questa domanda.
“Impariamo della nascita e della caduta di magnifiche civiltà, o dei relitti dell’incursione coloniale” racconta Pietroiusti, che nel 2019 ha vinto il Leone d’Oro alla Biennale come curatrice del Padiglione della Lituania. “Molto ci viene raccontato dal silenzio di quelle forme di sapere e di costruzione dei mondi che sono state cancellate dal tempo, dal potere o dalla catastrofe. Eppure, quando viviamo un mondo dall’interno, la sua fine può cadere al di fuori del dominio del pensabile”.
Promosso da Dimora delle Balze, il ciclo di videoarte animerà la cittadina siciliana patrimonio Unesco dal 31 luglio al 28 agosto con una selezione internazionale di video e film d’artista che esplorano in modo poetico e critico temi come l’ecologia, le cosmologie indigene e le relazioni tra umano e non-umano.
Opere di videografia speculativa come Grosse Fatigue, il videosaggio vertiginoso dell’artista francese Camille Henrot che condensa la storia del mondo in dieci minuti e che nel 2013 vinse il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia, o The Mermaids di Karrabing Film Collective, il collettivo di cinema sperimentale formato da artisti e pensatori indigeni australiani che usa il mito per raccontare le conseguenze del colonialismo, ci aiutano a immaginare nuove coscienze che possono nascere da momenti di apparente fine.
Il messaggio dei 16 artisti coinvolti dalla curatela di Pietroiusti è chiaro: stiamo assistendo al tramonto di un modello occidentale che ha separato uomo e natura. In quanto umanità, ci spetta il compito di riconoscere questa fine e provare a ricominciare.
I titoli delle quattro serate di proiezioni ripetitivi come una cantilena per bambini – “How we ended”, “How we began”, “How we ended”, “How we began” – alludono proprio a una nostra possibile reinvenzione. In poche parole, il tramonto non è da considerarsi una fine, ma un passaggio. Dopo viene sempre l’alba.
Immagine di apertura: Alice Bucknell, The Alluvials (final level playthrough), 2024. Courtesy l’artista
- Mostra:
- “Tramonti: Cosmogonie e Fine dei Mondi”
- Curata da:
- Lucia Pietroiusti
- Dove:
- Dimora delle Balze, Noto, Sicilia
- Date:
- 31 luglio-28 agosto 2025
- Programma:
- www.8albe.com
