Le architetture di pan di zenzero per Natale, tra cui quella di Norman Foster

Casette, skyline e città commestibili. La tradizione nordica del Pepperkakehus che unisce la magia del Natale alle ambizioni progettuali di architetti e designer anche famosi. O famosissimi.

Nel nord Europa, il pan di zenzero è molto più di un semplice impasto per dolci e biscotti natalizi: è un topos ricorrente di numerose fiabe popolari, l’emblema di una ritualità o – per dirla con gli Elio e le Storie Tese – “il vero fulcro del Natale”. Questa frolla speziata è considerata un simbolo, forse l’elemento più pertinente per comprendere quelle tradizioni natalizie che, in molti stati del mondo, negli anni hanno assunto declinazioni decisamente creative, oltre ad aver ispirato racconti di formazione spiazzanti come Hansel e Gretel e The Gingerbread Man.

Sebbene le sue origini storiche spazino dall’Inghilterra alla Scandinavia e affondino le proprie radici in pratiche culturali, religiose e celebrative risalenti al Medioevo, l’usanza di creare raffinate casette di pan di zenzero si è consolidata in Germania a partire dall’800. Qui, infatti, già dal quindicesimo secolo esisteva una corporazione specifica dedicata alla lavorazione artigianale di questo impasto, che contribuì a elevarla a una delle arti popolari più significative d’Europa. 
 


Se leggenda narra che la consuetudine delle casette natalizie si sia affermata grazie alla celebre fiaba dei fratelli Grimm, da cui il dolce ha mutuato il suo aspetto caratteristico, oggi questo immaginario fiabesco e gastronomico è capace di tradursi in pratiche dalle forme più disparate, trovando interpretazioni contemporanee e culturalmente interessanti. 

Nei paesi scandinavi, ma anche in Inghilterra e Nord America, al rituale della casa di pan di zenzero vengono dedicati concorsi, competizioni e mostre temporanee in cui si cimentano nell’antica arte della Pepparkakshus anche architetti e designer di fama internazionale. L’esposizione “The Gingerbread City”, curata dal Museum of Architecture di Londra, invita da anni progettisti affermati – tra cui Zaha Hadid Architect, Foster + Partners, Ahmm e altri – a costruire un’intera città futuristica utilizzando solo pan di zenzero e dolci per esplorare e promuovere in modo atipico temi legati al mondo dell’architettura e dell’urbanistica. L’edizione di quest’anno, ospitata presso The Gaumont di Chelsea, affronta il tema della “Città riciclata”, chiedendosi come edifici e luoghi esistenti possano essere trasformati in qualcosa di nuovo, radicale ed emozionante.
 


Allo stesso modo ArkDes, lo Swedish Centre for Architecture and Design di Stoccolma, da oltre 30 anni organizza una competizione che è anche vetrina per progetti creativi, in occasione della quale concorrenti di tutte le età si sfidano per rinnovare la tradizionale casetta a partire da un tema prestabilito. Uno degli scopi è quello di misurarsi con problemi costruttivi, di durata (38 giorni!) e di funzionalità legati al proprio progetto, esattamente come accadrebbe nella vita reale. I partecipanti competono in tre categorie – designer e panettieri, fino ai 12 anni e amatori – mentre una giuria composta da chef e architetti seleziona il vincitore di ciascuna valutandone il design e la progettazione, la commestibilità e attinenza con la tematica della mostra. 

Che si tratti di intere città o futuristici skyline di biscotti, il pan di zenzero è diventato a tutti gli effetti un medium espressivo versatile per avvicinare architettura e gastronomia, in un’ottica di condivisione e rinnovamento dai tratti sempre più virtuosistici. 

Immagine di apertura: Foto Luke Hayes

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