Threads: come funziona l’app con cui Meta vuole approfittare della crisi di Twitter?

Ecco perché Mark Zuckerberg ha lanciato un social tutto nuovo, con l’obbiettivo di accreditarsi nella conversazione politica e mediatica. A partire da oggi, Threads è disponibile per mezzo miliardo di persone in Europa.

Da quando la proprietà è passata nelle mani di Elon Musk, la gestione di Twitter è diventata un caos totale. Funzionalità presentate e rapidamente ritirate, il flop delle spunte a pagamento, limiti sempre più stringenti per gli utenti normali, fuga degli inserzionisti, crollo del valore di mercato e altro ancora: “Se mai c’è stato un proprietario di una società da svariati miliardi di dollari più autodistruttivo di Musk, che arriva a disprezzare gli stessi clienti che determinano il successo della sua impresa, io non lo conosco”, ha spiegato il fondatore della società di consulenza AJL Advisory Lou Paskalis.

Non sono poche le realtà che hanno provato ad approfittare della situazione e a diventare “l’alternativa a Twitter” (come da titoli comparsi a profusione sui mass media): dal piccolo Mastodon allo storico Tumblr, passando da Bluesky, il progetto lanciato proprio dal fondatore di Twitter Jack Dorsey. Per svariate ragioni, nessuna di queste piattaforme è fino a oggi riuscita nell’impresa, anche a causa della difficoltà strutturale – soprattutto per quanto riguarda Mastodon – di farsi carico delle centinaia di milioni di utenti del social acquistato da Musk nell’ottobre 2022.

Quelli che per alcune realtà sono numeri enormi, per altre sono invece poca cosa. È il caso di Meta, società abituata a gestire quasi quattro miliardi di utenti – sparsi tra Facebook, Instagram e Whatsapp – e che infatti ha deciso di fare il grande salto annunciando il 5 luglio il lancio di Threads: un nuovo social che mira esplicitamente a prendere il posto di Twitter, da sempre il luogo in cui avvengono le conversazioni che contano – tra imprenditori, celebrità, giornalisti, scienziati e altro ancora – e dov’è possibile seguire in presa diretta ciò che avviene nel mondo.

Stando a quanto riporta il New York Times, i dirigenti di Meta hanno iniziato a discutere della possibilità di “capitalizzare il caos di Twitter” già verso la fine dello scorso anno, spiegando – come rivelato in un memo interno – che “Twitter è in crisi e Meta deve recuperare il suo fascino”. Per quanto in difficoltà sia sotto il fronte Facebook, in costante declino, sia sotto il fronte della grande scommessa del metaverso (che fino a oggi non ha dato alcuna soddisfazione), Meta può ancora contare su una colossale base utenti che, almeno questa è la speranza, può facilmente essere sfruttata per dirottare un numero sufficiente di persone su Threads, anche grazie allo scontento degli utenti di Twitter.

L’inizio sembra promettente: nel giro di poche ore oltre dieci milioni di persone si sono iscritte alla piattaforma lanciata in un centinaio di paesi in tutto il mondo (ma non ancora nell’Unione Europea, dove le autorità hanno segnalato come non rispetti al momento le norme comunitarie). Ovviamente, ciò che avviene nei primissimi giorni – quando entusiasti e sperimentatori si riversano sulla novità del momento – non è indicativo di ciò che avverrà sul lungo termine. È però possibile che Meta abbia trovato l’occasione giusta per andare a colmare un vuoto che si sta rapidamente formando all’interno di Twitter a causa della gestione estremamente confusa di Musk.

Simile al social network che ambisce a spodestare già dal layout, Threads ha un limite per post di 500 caratteri, dà chiaramente la priorità all’aspetto testuale e riprende perfino il simbolo del retweet. Threads è però anche strettamente collegato a Instagram: non solo perché è tramite quell’account che vi si accede, ma anche perché ne riprende parecchi elementi estetici e per la possibilità di condividere i propri post su Threads nelle Storie (la sinergia con Instagram, ma non con Facebook, è comunque un altro segnale del declino di quest’ultimo).

“Ci vorrà del tempo, ma penso che ci sia bisogno di una app per le conversazioni pubbliche con oltre un miliardo di utenti”, ha scritto Zuckerberg proprio su Threads. “Twitter aveva l’opportunità di fare tutto ciò, ma non l’ha afferrata. Auspicabilmente, ci riusciremo noi”. Quella di Meta è sicuramente una mossa significativa, ma che probabilmente non avrà enormi risvolti economici. Per quanto il paragone sia impreciso sotto molteplici punti di vista, è inevitabile notare come il fatturato di Twitter (che nel 2023 dovrebbe essere di circa 3 miliardi di dollari) sia una frazione dei 116 miliardi messi a segno da Meta nel 2022.

Per Mark Zuckerberg, questa è una mossa probabilmente più legata a questioni di posizionamento e di prestigio. È il tentativo di prendere il posto di Twitter come luogo d’elezione del discorso politico-mediatico: mossa che fino a oggi – nonostante i vari tentativi condotti tramite Facebook – gli è sempre sfuggita. 

Questo articolo è stato scritto originariamente in occasione del lancio dell’app. A partire da oggi, Threads è disponibile in Europa, Italia compresa.

Design e ceramica rinnovano un centro commerciale

FMG Fabbrica Marmi e l’architetto Paolo Gianfrancesco, dello studio THG Arkitektar, hanno realizzato il restyling del terzo piano del più grande centro commerciale di Reykjavik. La ceramica, elemento centrale del progetto, riveste pavimenti, pareti e arredi con soluzioni versatili e carattere distintivo.

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