Con HomePod mini, Siri entra nelle case italiane. La recensione

Abbiamo provato lo smart speaker di Apple, colorato e con prezzo accessibile, che tornerà utile parecchio a chi già usa i prodotti di Cupertino.

Le case sono sempre più intelligenti e connesse. Non è stata una svolta improvvisa, ma un processo prolungato e stratificato, tutt’ora in corso. Nuovi dispositivi si aggiungono via via alla smart home: il termostato, le luci, le serrature, il campanello o il purificatore d’aria. Altri si aggiornano. La casa si riempie di sensori, vive nel cloud. Si evolve: non è un progetto calato dall’alto, ma un adattamento ai tempi dell’internet delle cose. Con una grande rivoluzione, quella dell’audio.

HomePod mini bianco

Con la smart home, abbiamo cominciato a parlare con la casa. Il centro della nostra interazione con la casa connessa è oggi uno speaker con assistente vocale, che regola l’intensità del l’illuminazione, riproduce un podcast o mette il timer quando buttiamo gli spaghetti nell’acqua. Lo smartphone come simbolo di una vita sempre connessa e in movimento, l’altoparlante intelligente il nuovo focolare domestico. Siri come costante.

Cos’è HomePod e perché “mini”

A novembre del 2020, Apple ha lanciato il suo nuovo smart speaker, l’HomePod mini, erede più piccolo e a prezzo contenuto dell’HomePod originale, lanciato nel 2017 a 349 dollari e non più in commercio. Inizialmente disponibile in grigio siderale e bianco in Stati Uniti, UK, Francia, Germania, Australia, Hong Kong e altri paesi, questo autunno sono stati aggiunti tre nuovi HomePod mini colorati di blu, giallo e arancione. Ed è stata annunciata la disponibilità in Austria, Nuova Zelanda, Irlanda e Italia.

E così Siri ha cominciato a parlare in italiano anche tra le mura di casa.

HomePod mini

Design e caratteristiche

Grande quanto un pugno e perfettamente sferico se non per la base e la plancia touch sulla sommità, che si illumina con un’ondata di led quando lo speaker è attivato, l’HomePod mini è rivestito in tessuto colorato ricavato al 90% da plastica riciclata e usa una comunissima porta Usb-C per allacciarsi alla corrente. All’interno quattro microfoni, un driver e due radiatori passivi. E l’intelligenza del chip S5 di Apple.

Esteticamente, non è troppo diverso da tanti altri smart speaker in circolazione. Forse solo un po’ più curato. Una scelta sensata, da un lato, perché si integra in una estetica oramai affermata e condivisa. Un peccato, perché da Apple ci aspettiamo sempre la one more thing.

Una volta installato, HomePod mini “atterra” sull’iPhone direttamente nella pagina dei widget e nella app Casa, che è l’hub digitale Apple per il controllo della smart home. Qui è possibile non solo gestire le impostazioni dello smart speaker, ma anche creare diverse “scene” – quelle preconfigurate sono “buonanotte” ed “esco di casa” – e automazioni dei dispositivi intelligenti collegati. A questo proposito, è bene notare che la lista di dispositivi compatibili è davvero ritretta rispetto i competitor. In questo Apple è tanto choosy quanto ci si potrebbe aspettare, e potete scordare in partenza di gestire le lampadine smart comprate su Wish dal vostro nuovo HomePod. In compenso c’è la compatibilità con nomi affermati della galassia smart home come Philips Hue, Netatmo, Nanoleaf e altri.

HomePod mini si illumina quando attivato

Come suona HomePod Mini quando viene usato per ascoltare musica? In sintesi, meglio della stragrande maggioranza degli speaker di queste dimensioni, con un’onda sonora a 360 gradi che raggiunge ogni angolo della stanza, bassi che “tengono” anche ad alto volume, ma non si volatilizzano quando invece il volume lo abbassiamo, e alti chiari e abbastanza distinti. Al tempo stesso, non suona tanto bene quanto altri altoparlanti di questa fascia di prezzo.

Ma HomePod mini non è come gli “altri”, perché è Apple. Questo non vuole essere un giudizio acritico sulla qualità prodotti di Cupertino, ma il punto di partenza per capire il reale valore di un prodotto nato per integrarsi nella tua vita da utente Apple. 

Lo smart speaker secondo Apple

HomePod mini è la chiave di Apple per entrare nelle nostre case. Qualitativamente curatissimo, semplice da installare e posizionato sotto la soglia psicologica dei cento dollari/euro, è facile prevederne il successo dove già abbondano dispositivi di Cupertino. Per esempio, tra le funzioni c’è un sistema chiamato Intercom, che fa da comunicatore tra le stanze di casa dove c’è un HomePod mini, e raggiunge i familiari su iPhone o Apple Watch in modo semplice e veloce. Pensa se c’è qualcuno in giardino, o che è andato a fare la spesa.  

Ma si può anche usare per telefonare, whatsappare, chiedere informazioni sul traffico e trovare le chiavi, o l’iPhone che hai lasciato chissà dove.

HomePod mini bianco

È uno speaker, facciamolo suonare

Lo smart speaker di Cupertino è un portatore sano di Apple Music, l’anti-Spotify lanciata da Tim Cook ormai sei anni fa. Per ascoltare la musica, difficilmente userai una app diversa da quella, che ha anche un piano a prezzo ridotto per lo smart speaker. Probabilmente chi non è già abbonato su iPhone, ci farà una pensiero, abbandonando i servizi dei competitor.

Vero che l’HomePod può essere usato per ascoltare anche stazioni radio e alcune applicazioni di streaming musicale ottimizzate come Deezer, ma l’integrazione di Music è davvero profonda e rende tutto più facile. Lo stesso vale per i podcast, con l’omonima app di Apple. 

Grazie al sistema multiroom, musica e podcast possono essere riprodotti in contemporanea su più dispositivi, anche in stanze diverse. Ed è stata una bella sorpresa di questa recensione scoprire che HomePod mini si integra perfettamente con gli speaker wireless Sonos, andando a formare un suono ancora più complesso, dettagliato, avvolgente e tridimensionale, personalizzabile in ogni stanza.

L'interazione con Apple TV e iPhone

Prima che arrivasse l’HomePod e poi HomePod mini, Apple era già nelle case con Apple TV. Le due famiglie di dispositivi sono state pensate per integrarsi. HomePod mini è un ottimo companion per l’ultimo modello della Apple TV, quella 4K. Oltre a fare da telecomando vocale – basta un “Hey, Siri, voglio vedere Fondazione” per lanciare la serie tratta dalla saga di Asimov – può funzionare come uscita audio, anche stereo usando una coppia di HomePod mini – una soluzione che è anche una sensatissima alternativa all’acquisto di una soundbar.

Grazie al sensore di prossimità di cui è dotato, HomePod mini interagisce anche con iPhone. Basta accostarlo e sul telefono appare una schermata con i dettagli della musica che lo speaker sta suonando. Di lì, si può allargare la riproduzione per esempio ai dispositivi Sonos, o ad altri Homepod mini, o semplicemente indossare un paio di Airpods e uscire di casa senza di fatto mai interrompere l’ascolto. 

HomePod mini e iPhone

Questo è un buon esempio delle potenzialità dell’HomePod nel ridisegnare certi flussi. In futuro, speriamo di vederne altri. Come nel caso delle sveglie, che restano sparigliate tra quelle su personali iPhone e sullo speaker, oppure tutte le volte che chiamando Siri si è acceso l’iPad e non l’HomePod. Questo, però, porta dritto a una questione cruciale.

Che poi è anche il bildungsroman di Siri, passato dall’essere la voce che ti sussurrava negli AirPods a una nuova vita come mattatore del soggiorno. Con qualche prevedibile crisi di identità.

Siri entra in casa

Un dispositivo come l’HomePod mini non può prescindere dal confrontarsi con il modo in cui abitiamo. E abitiamo in tanti modi diversi e con esigenze forse inconciliabili. Banalizzando: per il single che vive da solo e magari per la maggior parte del tempo lavora da casa – uno scenario che nelle città dell’era pandemica appare normalissimo – l’HomePod mini potrebbe idealmente trasformarsi in una sorta di Airpods da tavolo.

Con un abbattimento magari sostanzioso dello screen time quotidiano, grazie alla possibilità di ascoltare gli appuntamenti della giornata o le ultime note scritte e salvate su iCloud, o più banalmente grazie alla possibilità di telefonare e messaggiare senza toccare il telefono.

Ci eravamo abituati ad avere la vita dentro l’iPhone, e ora dall’iPhone si riflette nel nostro spazio personale per eccellenza: la casa dove viviamo da soli.

Intercom

Diversamente accade in una famiglia, dove bisogna conciliare la vita in comune con le esigenze individuali. Uno scenario che troverà differenti sistemazioni e approcci per ogni stanza in cui sia presente un HomePod mini.

Differente ancora in una casa condivisa, una evenienza piuttosto comune nelle grandi città del mondo, ma di cui spesso si fa un po’ finta di niente quando i grandi brand comunicano le loro novità.

In parte, una soluzione pratica all’uso condiviso arriva dal fatto che l’HomePod per la lingua inglese è già in grado di associare voci e persone, e le persone con le loro identità e dati nel cloud. Ma nel valzer delle interazioni e delle occasioni, la moltiplicazione dei ruoli di Siri calato tra le mura domestiche appare ancora un po’ sghemba. Non tanto per la privacy, a cui Apple è sempre attentissima, ma proprio nella modulazione delle diverse opportunità d’uso, degli scenari e dell’ambizione che le macchine ci propongano soluzioni sempre più ritagliate su misura. 

Come detto già all'inizio, la smart home – e quindi l’idea stessa di casa -, lungi dall’essere un progetto scolpito nella pietra, è nel turbinio di una costante evoluzione. E l’ingresso dell’HomePod pone nuove sfide. Dall’utilizzo che se ne fa per telefonare – che di fatto resuscita il concetto di linea fissa, senza dirlo formalmente – alla possibilità di accedere ai calendari personali, alla disturbante eventualità che il mio coinquilino alle 3 di notte mi spari della musica indesiderata nello speaker che tengo sul comodino, alla prospettiva che un domani entrando in soggiorno le luci si adatteranno automaticamente al mio umore.

Di certo per ora c’è solo che Siri entrerà in sempre più case. Vediamo come la cambierà. 

Tutte le immagini: courtesy of Apple.
HomePod mini è disponibile a 99 euro negli store Apple fisici e digitali. 

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