Cinquanta strutture ricettive collocate in contesti estremi dell’intero arco alpino. E perciò, come dice il titolo di Rifugi e Bivacchi, assolutamente “imperdibili”. Anche se l’espressione potrebbe far sembrare il volume pubblicato da Hoepli come l’ennesima guida turistica, l’obiettivo degli autori Roberto Dini, Luca Gibello e Stefano Girodo – architetti ed esperti escursionisti – è lontano sia dalla manualistica sia dalla rassegna tipologica. Perché si concentra sulla valorizzazione di un patrimonio architettonico attraverso l’analisi di più caratteristiche, che vanno da quelle storiche a quelle paesaggistiche, tecnologiche e architettoniche. E anche umane. Perché una parte importante di questi luoghi è rappresentata dalle persone che ne mantengono intatta la struttura, e viva l'atmosfera di accoglienza.

Tutti aspetti che il materiale iconografico (per la maggior parte inedito), il contributo introduttivo di un saggio critico e quello dei focus che esplorano i casi singoli, rendono espliciti in tutta la loro forza. Così che pianificare una gita dopo essersi informati con Rifugi e Bivacchi diventa un’esperienza irripetibile, moltiplicabile per cinquanta. Un numero alto ma raggiunto in modo sofferto, stringendo la rosa degli “imperdibili” attraverso un processo lungo e difficile. Iniziato nel 2011 all’interno di “Cantieri d’alta quota” – associazione culturale di studio sulla realtà dei rifugi e dei bivacchi in alta montagna fondata da Roberto, Luca e Stefano – unitamente allo studio dei documenti depositati nel Museo della Montagna del Club Alpino italiano a Torino. E coadiuvato da osservazioni sul campo dei rifugi e bivacchi più contemporanei. Intervistandone anche i progettisti.