Città di luce

Uno studio commissionato da Zumtobel mette in risalto importanza della scala umana nell’illuminazione degli spazi urbani.

Zumtobel, studio per l'illuminazione di un'area di fronte alla stazione
Oggi più della metà della popolazione mondiale risiede in un ambito urbano e la crescente richiesta di spazi vivibili all’interno delle città, congiuntamente alla nascita di nuove attività legate ai flussi di persone e cose fanno sì che sempre più spesso le grandi conurbazioni vivano 24 ore su 24.
La condizione che vede una porzione sempre maggiore della vita economica e sociale delle città svolgersi durante la notte porta ad analizzare questo periodo del giorno in maniera completamente differente rispetto ai tempi passati
Zumtobel, studio di illuminazione dello spazio urbano
La situazione di illuminazione tipica di uno spazio urbano può essere riassunta concentrandosi sul piano orizzontale. Riferendoci alla teoria di Berlyne questo può essere assimilato con la prima frase d’esempio (Colin Ellard) ovvero all’evidenziazione di elementi molto comuni e quindi privi di informazioni.
La necessità di intervenire con la luce durante le ore notturne in maniera adeguata alle percezioni psicologiche che caratterizzano determinati tipi di ambienti urbani si sta così trasformando sempre di più in una priorità progettuale. L’aspetto psicologico è solamente uno degli elementi che condizionano la percezione dell’ambiente circostante nel corso della notte, ma è importante comprendere come una corretta lettura dell’ambiente possa influire sul livello di benessere, condizionando l’orientamento e il senso di sicurezza e quindi generando specifiche emozioni.
Zumtobel. Studio di illuminazione dello spazio urbano
Un’illuminazione più vibrante, con accenti su superfici verticali, evidenzia gli elementi più ricchi di informazioni e crea un ambiente socialmente più interessante e psicologicamente più ricco di identità
Oltre all’idea che l’approccio illuminotecnico di spazi esterni corrisponda soltanto a puri scopi funzionale o normativi, Zumtobel propone un’idea di “filtro luce” come parte dell’ambiente costruito, gestita in maniera simile a quanto avviene nell’illuminazione teatrale. Modificando o sostituendo il filtro si ottengono differenti scenari luminosi che possono soddisfare i vari requisiti che prendono luogo nei vari periodi della notte. Prende così corpo l’idea di un approccio illuminotecnico delle aree urbane basato su più livelli di luce, che possono essere attivati o disattivati in base alle attività umane che vi si svolgono.

 

Adattando la luce alle varie esigenze, facendone un utilizzo quasi sartoriale, si può essere in grado di definire un’illuminazione degli spazi calibrata su una scala più umana. È seguendo questa visione che Zumtobel definisce lo sviluppo dei propri prodotti per l’illuminazione degli ambienti esterni, allo scopo di fornire ai designer gli strumenti illuminotecnici capaci di trasformare gli spazi aperti notturni in luoghi, dotati di una specifica identità e di una elevata qualità della vita.

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