Walid Raad

In mostra alla Fondazione Volume!, “Yet Another Letter to the Reader” è un progetto di Walid Raad, una delle voci più originali e autorevoli della scena artistica del Medio Oriente.

Walid Raad, veduta dell'installazione al MoMA, 2015
La Fondazione Volume! presenta “Yet Another Letter to the Reader”, un progetto di Walid Raad, una delle voci più originali e autorevoli della scena artistica del Medio Oriente. Le opere di Raad indicano come l’arte araba sia stata colpita, materialmente e immaterialmente, dai molti conflitti che hanno devastato il Medio Oriente nei decenni scorsi. Inoltre, Raad mette in evidenza il modo in cui le infrastrutture emergenti accennano, ma al tempo stesso trascurano, questi sottili ma non così impercettibili cambiamenti.
Walid Raad, Letters to the Reader, 2014. Pannelli di MDF e pittura, 11 pannelli 240 x 121.9 cm + testo a parete. Veduta dell'installaziona alla Paula Cooper Gallery, New York, 2016 © Walid Raad. Courtesy Paula Cooper Gallery, New York
In apertura: Walid Raad, veduta dell'installazione al MoMA, 2015. Qui sopra: Walid Raad, Letters to the Reader, 2014. Pannelli di MDF e pittura, 11 pannelli 240 x 121.9 cm + testo a parete. Veduta dell'installaziona alla Paula Cooper Gallery, New York, 2016 © Walid Raad. Courtesy Paula Cooper Gallery, New York
Più di trenta casse, normalmente utilizzate per il trasporto e/o la conservazione delle opere d’arte, assemblate una sull’altra a comporre pareti e spazi, trasformano lo spazio espositivo della Fondazione Volume! in un magazzino reale e immaginario. Un luogo che potrebbe essere stato abitato da un pittore inquieto che, come un Frenhofer contemporaneo, immerge i suoi pennelli nei colori, tracciando linee e forme, non per la creazione del capolavoro sconosciuto, ma per “cercare di rendere nuovamente disponibile (e per la prima volta)” – come ha detto Raad – opere d’arte che sono state colpite dall’invisibilità.
Walid Raad, Jumex Foundation, © Moritz Bernoully
Walid Raad, Jumex Foundation, © Moritz Bernoully
Le casse di Raad sono come membrane sulla cui superficie sono visibili opere pittoriche. E sembrano essere disposte in modo arbitrario, legate solo dal fatto di “riprodurre” opere d’arte dipinte da artisti “arabi”. È chiaro che le opere in superficie non necessariamente corrispondono ai contenuti delle casse, suscitando domande circa le relazioni tra l’interno e l’esterno, tra il contenitore e il contenuto. In questo labirinto mnemonico e visionario emergono frammenti di opere d’arte araba.
Walid Raad & SITU Studio, Those that are near. Those that are far, Stomeln in Pulheim, Germany. © Wer- ner Hannappel
Walid Raad & SITU Studio, Those that are near. Those that are far, Stomeln in Pulheim, Germany. © Werner Hannappel

3 febbraio – 20 marzo 2017
Walid Raad, Yet Another Letter to the Reader
a cura di Claudia Gioia
Fondazione VOLUME!
via di San Francesco di Sales 86/88, Roma 

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