Dal Giappone all’Olanda

Sedici collezioni di porcellana affidate ad altrettanti designer, e realizzate da 10 produttori giapponesi, guidano la rinascita di Arita nel contemporaneo. #MDW2016

Arita è un’idilliaca cittadina circondata da montagne e foreste nella prefettura di Saga, in Giappone. È qui che, esattamente quattro secoli fa, sono state realizzate le prime porcellane del Paese, molto apprezzate in Europa dove venivano importate dalla Dutch East India Company.

Un successo incrinato nella seconda metà del secolo scorso fino ad arrivare a oggi, con la produzione diventata un sesto di quella dei momenti di gloria. Ma la qualità della manifattura rimane alta: bastava solo rivitalizzare questo polo produttivo di eccellenza per evitare che altri produttori sparissero e che l’esistenza stessa delle competenze tramandate nei secoli venisse minacciata. Ecco perché la prefettura di Saga ha incaricato il duo olandese Scholten & Baijings (che aveva già alle spalle un progetto per Arita) e il giapponese Teruhiro Yanagihara di assoldare un team di designer per creare una nuova collezione che utilizzasse le tecniche tradizionali, interpretandole con uno sguardo contemporaneo.

Il progetto 2016 è la risposta, interessante e corposa, messa a punto dopo due anni di lavoro e presentati al Salone del mobile in zona Brera. Oltre trecento pezzi sono stati realizzati da 10 produttori di Arita su disegno di 16 designer provenienti da Europa, America e Giappone: Ingegerd Räman, Studio Wieki Somers, BIG-GAME, Christien Meindertsma, Teruhiro Yanagihara, Kirstie van Noort, Tomás Alonso, Christian Haas, Shigeki Fujishiro, Kueng Caputo, Pauline Deltour, Stefan Diez, Scholten & Baijings, Saskia Diez, Leon Ransmeier, TAF.

Dopo la tappa milanese, passeranno all’Asian Pavilion del Rijksmuseum di Amsterdam, dove saranno esposti in una mostra che metterà a confronto i nuovi pezzi con altri simili della collezione del museo, dal 22 aprile al 9 ottobre, nella mostra “Arita porcelain today”.