IED e Quattroruote: Shiwa

A Ginevra, nello stand di Quattroruote, il veicolo elettrico self-­driving a quattro posti disegnato come un origami durante il Master in Transportation Design di IED Torino.

Youngjin Shim, Luca Menicacci e Jaykishan Vithalbhai Lakhani, Shiwa
Dopo la collaborazione avviata nel 2015 con Syrma, l’Istituto Europeo di Design di Torino e Quattroruote portano in anteprima mondiale sul palcoscenico dell’86° Salone dell’Automobile di Ginevra l’ultima concept car realizzata dallo storico Master in Transportation Design.
Youngjin Shim, Luca Menicacci e Jaykishan Vithalbhai Lakhani, Shiwa
Youngjin Shim, Luca Menicacci e Jaykishan Vithalbhai Lakhani, Shiwa
Shiwa è un veicolo senza conducente a quattro posti, silenzioso, a zero emissioni e quattro motori elettrici integrati negli elementi motrici. Shiwa – in giapponese “piega” – identifica la forma/azione in grado di trasformare una superficie senza resistenza in un oggetto autoportante, come negli origami: la piega dà forma e funzione a ciò che senza non ne avrebbe. È questo il concetto di partenza da cui la studentessa coreana Youngjin Shim ha elaborato la sua proposta progettuale sviluppata poi in team con i suoi undici compagni del Master, tra i quali Luca Menicacci e Jaykishan Vithalbhai Lakhani. Alla piega/origami è liberamente ispirata la struttura esterna della concept car.

La concept car evidenzia una nuova idea di oggetto resistente per forma, ridefinendo l’idea di telaio e di struttura esterna che in questo caso custodisce l’abitacolo a forma di diamante sospeso. L’origami esterno, che protegge il diamante-abitacolo, è una superficie di materiale composito metallico con finitura in alluminio che si collega a un pianale.

Le superfici interne dell’abitacolo di Shiwa sono studiate per proiettare contenuti multimediali verso i passeggeri del veicolo, all’esterno o creare realtà aumentata. L’abitacolo è concepito per unire le persone, disposte in una configurazione priva della gerarchia tradizionale passeggero-conducente, delineando quindi spazi e utilizzi differenti e reinterpretando il concetto di conversazione e interazione all’interno del veicolo. Shiwa avvolge i passeggeri sul piano fisico, nella loro dimensione sensoriale e in tutti gli aspetti relazionali tra loro e con il mondo esterno.

Youngjin Shim, Luca Menicacci e Jaykishan Vithalbhai Lakhani, Shiwa
Youngjin Shim, Luca Menicacci e Jaykishan Vithalbhai Lakhani, Shiwa
Il sistema motrice è AWD (all wheels drive) funziona con 4 motori brushless direttamente montati sulle ruote, power unit totalmente elettrica che permette quindi all’auto di muoversi in totale assenza di emissioni. Shiwa è un IICV – ­ Individual Identity Companion Vehicle –­ apprende l’identità, gli interessi e le abitudini dei suoi occupanti, li riconosce fisicamente, adattando il suo comportamento alle circostanze e al gruppo di passeggeri. La concept funziona infatti con l’apertura porte a impronte digitali.
In questo modo non si ha più bisogno delle chiavi perché l’auto riconosce i suoi proprietari; la presenza di un display OLED frontale, che indica lo stato di ricarica dell’auto, permette l’apertura e l’inserimento del plug-­in di ricarica e la presenza di fari full-­led.

Shiwa
Design: Youngjin Shim; Luca Menicacci e Jaykishan Vithalbhai Lakhani
Interni: Jose Ignacio Martinez Flores
Team di progetto: Chen Lujia; Charles Frederic Nestor Carrupt; Mikhail D. Souza; Qichang Li; Kejin Pan; Alparslan Turhan; Gaurav Udavant e Honghu Zhang,
Coordinamento: Alessandro Cipolli e Davide Tealdi
Supervisione: Fulvio Fantolino, Coordinamento Transportation Design

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