
LED più pixel crea così un “pixel libero”, senza più limiti, distribuito a piacere nello spazio per creare un ecosistema dinamico, indipendente e mobile. Si possono immaginare, per esempio, degli elementi magnetici che si mettono (accesi) e si tolgono (spegnendoli).
“È un po’ come stampare la luce”, precisa Ratti. E qui entra in gioco il braccio robotico esibito nella vetrina dello showroom di via Manzoni. In futuro? “Potresti entrare in un negozio Artemide e uscire con un canovaccio di luce stampata. Andando al di là del codice binario (on, off) delle lampade a incandescenza, Fee Pixel potrebbe essere regolato attraverso sistemi digitali in grado di modulare l’intensità, la posizione e il colore. Potremmo immaginare display tridimensionali, atomizzati e diffusi nell’aria”.

Free Pixel
Design: Carlo Ratti con Matthew Claudel
14–19 aprile 2015
Artemide
corso Monforte 9, Milano

La maniglia che potrebbe vincere il Compasso d'Oro
Come può il design parlare di cura? Questa maniglia si spinge oltre la sua funzione primaria e riscopre il valore simbolico del design.