Souvenir d’Italie (lumières) è composto da una sequenza di tre forme simboliche che hanno attraversato la storia e hanno caratterizzato culture diverse, dall’antico Egitto passando per le religioni monoteiste a tutte le relative eresie e diversioni. In particolare il triangolo, l’occhio e il circolo di raggi sono forme semplici e potenti che possono sia valere singolarmente che combinarsi in modi diversi. Da due punti di visione speciale però, in via Matteotti 6 e in via Indipendenza all’altezza della fermata degli autobus davanti all’Autostazione, le tre forme viste in prospettiva combaciano l’una con l’altra, formando il simbolo massonico adottato dalla Loggia P2, il cui progetto eversivo è tragicamente legato all’attentato che ha provocato la strage del 2 agosto 1980 sul primo binario della stazione di Bologna.
La memoria di quel giorno è ancora viva ed è una parte importante dell’identità di Bologna e del senso di condivisione che lega la sua cittadinanza. Vitone dedica quest’opera alla memoria collettiva, memoria d’elefante che tutto contiene e nulla dimentica, e a tutte le nostre memorie personali, frammentate e lacunose, parziali e partigiane, dirette o ereditate, proponendosi come monito, promemoria e vera e propria lampadina accesa sulle tante storie sotterranee e occultate del nostro Paese che ancora continuano e riverberano sul presente e su cui dobbiamo pretendere che venga fatta piena luce.
A gennaio, in collaborazione con la Fondazione del Monte, in occasione di ArteFiera nell’ambito di Art City Bologna 2015, ON presenta poi Public Collection – Bologna, il progetto performativo del duo di artisti Alexandra Pirici e Manuel Pelmuş, rappresentanti del Padiglione Romania all’ultima Biennale di Venezia. Il progetto è pensato ad hoc per l’Oratorio San Filippo Neri, l’ex Oratorio dei Filippini acquisito e ristrutturato dalla Fondazione del Monte, con il significativo intervento d’armatura in legno della cupola barocca distrutta durante la guerra realizzato dall’architetto Pier Luigi Cervellati. L’Oratorio di via Manzoni si propone come luogo ideale per un'azione performativa pensata come un ongoing show, in cui entrare e uscire quando si vuole. Non esiste inizio né fine. Una mostra in continua trasformazione durante le tre giornate del 23, 24 e 25 gennaio 2015.
Partendo dall’iconografia della città, con dipinti, monumenti e sculture che vanno dal Rinascimento a oggi, la mostra è pensata come una serie di azioni fisiche che mettono in scena alcuni dei capolavori più significativi della storia dell’arte antica e recente attraverso la combinazione delle posture dei corpi di cinque performer. Public Collection – Bologna di Alexandra Pirici e Manuel Pelmuş si interroga sul valore della monumentalizzazione e sulla fruizione dell’opera d’arte, passando attraverso opere come il Compianto di Niccolò dell’Arca, La Nona Ora di Maurizio Cattelan e la Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, recentemente transitato da Bologna a due passi dall’Oratorio.
13 dicembre 2014 – 31 gennaio 2015
Inaugurazione: 13 dicembre 2014, h. 18.00
ON 2014
Do elephants ever forget?
a cura di Martina Angelotti
realizzato grazie a fUNDER35 (Fondazione Cariplo)
con il contributo di Fondazione del Monte, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna
in collaborazione con l’Istituzione Bologna Musei | Residenza per artisti Sandra Natali, Art City Bologna 2015
