Gallerie dell’Accademia

Rispondendo a criteri estetici e tecnologici, gli infissi di Secco Sistemi sono protagonisti dell’ultimo intervento architettonico di Tobia Scarpa alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Le Gallerie dell’Accademia, ai piedi del Ponte dell’Accademia, raccolgono una ampia collezione di pittura veneziana che spazia dal Trecento al Settecento.

Il complesso museale è nato sull’impianto trecentesco della chiesa e del convento e quindi della Scuola Grande di Santa Maria della Carità ma i suoi edifici sono stati sottoposti a diversi consistenti interventi architettonici nel corso dei secoli.

L’ultimo, iniziato nel 2005, è stato curato dall’architetto Tobia Scarpa, il cui padre Carlo aveva già eseguito una parziale ristrutturazione negli anni Quaranta. L’intervento ha permesso l’apertura di una nuova ala del museo al piano terra, in seguito allo spostamento della sede dell’Accademia delle Belle Arti. I sostanziali lavori di recupero funzionale includendo l’installazione di impianti tecnologici e l’introduzione di una nuova scala, sono stati allungati da interventi resi necessari per consolidare le fondazioni e le murature. Lo spazio espositivo è passato da 6.000 a 12.000mq.

Tobia Scarpa, Gallerie dell’Accademia, Venezia

Gli infissi dovevano rispondere a precisi criteri sia estetici sia tecnologici: minimo impatto visivo, alte prestazioni termiche ed acustiche, ridotta manutenzione e inserimento estetico nel contesto architettonico del complesso museale.

La scelta si è portata sugli infissi OS2 in ottone brunito di Secco Sistemi, che si armonizzano con lo spazio circostante e presentano il vantaggio di resistere nel tempo alle aggressioni dell’ambiente marino tipico della laguna veneziana. Per la protezione antifuoco della scala interna del corpo ottocentesco – creata dopo il ridisegno dell’assetto del museo per collegare piano terra e primo piano – sono stati installati serramenti Secco AF categoria Ew in acciaio verniciato che garantiscono una sicurezza antifuoco basata sul concetto di “fire engineering” e in linea con le richieste dei nuovi decreti ministeriali.