Foresta Rossa

La mostra curata da Molinari e Clerici alla Triennale di Milano, propone la ricerca visionaria di Velasco Vitali sul tema delle città abbandonate e nuovi paesaggi tra onirico e reale.

L’artista milanese sembra raggiungere con questa esposizione – curata da Luca Molinari e Francesco Clerici – la sintesi e il compendio pittorico che le precedenti esposizioni e installazioni avevano iniziato a sviluppare sul medesimo tema.
Velasco Vitali: Foresta Rossa
In apertura: Ayutthaya, 2013. Tecinche mistesu tela, 233 x 163 cm. Sopra: Velasco Vitali, Suakin, 2011. Olio su tela, 50 x 50 cm
Dopo dieci anni dedicati alla sperimentazione di nuove tecniche e materiali tra scultura e installazione, l’artista ha avvertito la necessità di tornare alla pittura, realizzando tele di grandi dimensioni (180 x 230 cm circa) con tecniche miste (olio, acrilico, collage, smalto, catrame…), insieme a un centinaio tra schizzi e disegni: tutti strettamente incentrati sul tema della città, da sempre oggetto della sua ricerca, che negli ultimi anni si è caricato di ulteriori significati. Una fascinazione che nasce dall’indagine su quelle città fagocitate dalla modernità, rimaste disabitate e inattive, sospese in un limbo di urbanistiche casuali e architetture al limite del fantastico.
Velasco Vitali: Foresta Rossa
Velasco Vitali, Grand Bassam, 2013, tecniche miste su tela, 167 x 237 cm.

Le 416 città registrate finora hanno fornito un materiale fortemente evocativo, fatto di immagini che sono diventate le suggestioni alla base di queste tele, in cui ritroviamo la cruda e vibrante pittura di Velasco arricchita da nuove visioni di paesaggi tra onirico e reale. L’invenzione di una figuratività nuova e contemporanea che racconta una realtà al limite dell’immaginario e del fantastico.

Il titolo della mostra, e del ciclo complessivo, deriva dal colore che assunsero le foreste intorno a Černobyl poco prima di morire a causa della fuga radioattiva del 1986. Quelle pinete scomparvero, ma alla lunga l’allontanamento coatto dell’uomo ha restituito alla natura anche gli spazi delle città e degli impianti che l’avevano condannata a morire.

Velasco Vitali: Foresta Rossa
Velasco Vitali, Maunsell Sea Forts, 2012. Tecniche miste su tela, 230 x 183 cm.
“Lavoro da sempre  intorno al tema della città,” afferma Velasco Vitali. “Dapprima le ho viste e raccontate in modo quasi fotografico, dall’alto e da lontano, poi piano piano mi ci sono  addentrato, anzi mi hanno circondato sempre più profondamente e ho avvertito la necessità di raccontarle per quello che sono, degli organismi viventi che in quanto tali, attraversano momenti di diversa intensità. Oggi le mie città le descrivo come se una perdita di energia sfuocasse la loro immagine, impedendone una visione precisa, a favore di un’omogeneità che ne appiattisce l’identità originaria.”
Velasco Vitali: Foresta Rossa
Velasco Vitali, Kalyazin, 2011. Tecniche miste su tela, 120 x 100 cm.

“Poi l’abbandono, che ho voluto sperimentare censendo e visitando le città scomparse negli ultimi due secoli, città nuove e diventate subito vecchie, o città antiche la cui esistenza è stata improvvisamente interrotta: da disastri naturali ma anche da ragioni umane, come la perdita di funzione economica, dovuta a flussi e interessi diversi. Città morte per l’uomo eppure sopravvissute, come rovine popolate da vita nuova, vegetale e animale.”

In questo senso l’Isola Madre, luogo incontaminato eretto a cattedrale della natura in cui calcolo e artificio creano i presupposti di una perfezione quasi astratta, ha rappresentato lo scenario perfetto per le installazioni di Foresta Rossa.

Velasco Vitali: Foresta Rossa
Velasco Vitali, Pripjat, 2010. Tecniche miste su tela, 120 x 100 cm.

Un luogo che diventa metafora ideale per la rappresentazione di questi temi, come se fosse un “monumento all’assenza dell’uomo”, a cui è permesso di entrarci solo per una visita come in un Museo, al centro del quale è sospesa la grande giostra creata dall’artista che, rossa e immobile, esalta la maestosità del Cipresso dell’Himalaya, albero simbolo dell’Isola, considerato l’esemplare più antico giunto in Europa e che, divelto da una tromba d’aria, è stato riposizionato e assistito fino a rigenerare le sue radici.

Le suggestive installazioni all’Isola Madre hanno un seguito o, se vogliamo, un’anteprima al Grand Hotel Majestic di Verbania. Entrambi i luoghi si potranno ammirare in contemporanea con la grande mostra milanese e proseguiranno ancora sino al 20 ottobre.


17 luglio / 1 settembre
Velasco Vitali. Foresta Rossa
Triennale di Milano
Viale Alemagna, 6
A cura di Luca Molinari e Francesco Clerici
Allestimento: Alexander Bellman, Gruppo C14

Velasco Vitali: Foresta Rossa
Velasco Vitali Plymouth, 2012. Olio su tela, 230 x 180 cm.

Ultime News

Altri articoli di Domus

China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram